Una cosa che amo follemente e che acquisto compulsivamente sono le c.d “home fragrance” in tutte le loro declinazioni ed incarnazioni: profumi veri e propri, candele, incensi, pot pourri e sacchettini profumati.
Mi piace scegliere un profumo per ogni singola stanza, in modo che il suo lieve sentore possa caratterizzarla e crearne un ricordo olfattivo, quasi un’anima.
I miei parfum d’interieur preferiti sono quelli di Esteban (www.esteban.fr/), anche perché si possono trasformare in graziosissimi oggetti d’arredamento avendo l’accortezza di abbinare ad ogni fragranza i piccoli e deliziosi accessori pensati dalla Maison: piattini smaltati con pot pourri minerali, pendagli profumati da appendere (i c.d. gri-gri porte-bonheur), vasi di vetro satinato in cui immergere tiges à parfum di legno bianco per creare deliziosi bouquet profumati.
Ogni fragranza racconta una storia, richiama un ricordo, suscita un’emozione.
Io ho scelto:
“Ambre“ per la stanza d’ingresso, una fragranza calda ed intensa per richiamare olfattivamente una scelta cromatica basata sui toni del giallo e dell’arancio, e che si sposa perfettamente con i vecchi mobili indiani ed i kilim che arredano questa stanza; “Sous le feuilles“ per la sala da pranzo, una fragranza verde, acerba, liquida, che sa di boschi e di pioggia per una stanza i cui colori dominanti sono l’albicocca e il rosa-violaceo e il cui leit-motif è fiorito (tralci di fiori sulle tende, stampe botaniche giapponesi alle pareti, fiori ricamati sui runner da tavola, piante di orchidea nei vani delle finestre); “Teck & Tonka” per il salotto, perché il sentore legnoso e speziato si addice all’atmosfera marocchina dell’angolo relax, al color cioccolato del grande divano di pelle, e all’odore del fuoco che brucia nel camino; “Figuier tardif” per il bagno degli ospiti, fragranza dolce (è uno dei frutti che prediligo,) che si adatta perfettamente ai tenui avorio ed acquamarina della stanza e ai tessuti umbri, ricamati tono su tono, delle tende; “Blanc poudre“ per le camere, una brume d’oreiller impalpabile da spruzzare direttamente sui cuscini poco prima di dormire per conciliare il riposo.
Per il salotto-biblioteca ho scelto invece una candela di Diptyque, “Feu de Bois“ dall’aromatico odore di fumo che si fonde a meraviglia con l’odore di cuoio delle poltrone, e si addice alle tonalità scure dei mobili e del camino inglese di bronzo, allo zafferano intenso delle pareti e al giallo aranciato delle tende.
Per la cucina ho preferito qualcosa di più country: le deliziose “yankee tarts” dell’americana Yankee Candle (www.yankeecandle.com).
In questo caso scelgo fragranze diverse a seconda della stagione: le tarts fresche o fruttate come il bay breeze o il ginger citrus per le stagioni calde, la linea vintage ispirata ai vini per l’autunno, e le dolci fragranze speziate come il cinammon, o burrose come il berry crumble o l’apple pie per l’inverno e le feste.
L’essenza di rosa della Yankee Candle è invece perfetta per i pot pourri che io preparo da sola facendo seccare petali di rosa o boccioli appena schiusi, e che sistemo ovunque in ciotole di ogni dimensione e materiale.
Per quello che riguarda le candele profumate, oltre alla già citata Diptyque (www.diptyqueparis.com/) che è fonte di assolute meraviglie (la minuscola boutique in Boulevard Saint Germain è un vero scrigno di profumati tesori!), mi piacciono moltissimo anche le candele ispirate ai vini di Lemani, un meraviglioso artigiano che crea anche candele scultura, piccoli quadri profumati con spezie e frutti essiccati annegati nella cera, e stupefacenti lampade fatte con legni sbiancati, cocco o foglie di agave (www.lemanihome.com/).
Io ho provato la candela al Brunello i cui caldi sentori mi hanno fatto tornare alla mente dei versi ascoltati durante un’originale degustazione di vini nel Senese:
“Cespi di rose, fronde e ciliegi e fiori e foglie color ruggine sui prati e sulla terra rossa del Chianti. Filari di vite scendono a raggiera dal cucuzzolo delle tonde montagnole con una geometria divina.“
Passiamo ora agli incensi: ovviamente ancora e sempre Esteban!
Il mio preferito in assoluto è quello allo yuzu, un incredibile agrume cinese il cui odore è definito addirittura come “gioioso” (da Nobu ho mangiato un sorbetto allo yuzu e devo dire che anche il sapore è delizioso!)
Però parlando di incensi devo citare anche una scoperta molto interessante che ho fatto quest’estate a Glastonbury : gli incensi naturali per giovani streghe della Star Child preparati con erbe, fiori, resine ed oli essenziali ed ispirati alle divinità pagane o ai festival wiccan legati alle stagioni (www.starchild-international.com/).
Io ne ho provati quattro: quelli dedicati alle divinità Ceridwen e Cernunnos, e quelli dedicati a Samhain e al Solstizio d’Inverno; li adoro, ma devo assolutamente fare una raccomandazione: ricordatevi di comprare anche i c.d. charcoal discs e di bruciare gli incensi nel modo raccomandato per non rischiare di dare fuoco alla casa!
Non resta che parlare dei sacchettini profumati, altra mia fissazione: io ne ho comprati di graziosissimi da Fragonard (www.fragonard.com/), di chiffon iridescente e ricamato, riempiti con lavanda e verbena, ma si possono tranquillamente fare in casa con petali di rose esiccati, con spighe di lavanda o con fiori spontanei ed erbe aromatiche (nella solita bottega wiccan di Glastonbury c’erano addirittura dei sacchettini con mix di erbe legate ai momenti della vita di una donna o alle festività pagane!).
Inoltre mi sono ispirata ad un bellissimo libro sul Giappone medioevale (Le note del guanciale, di Sei Shonagon, Ed. SE) per preparare dei sacchettini profumati speciali da appendere al letto:
“Approfittando di un’ora in cui il cielo è nuvoloso, facciamo portare dal padiglione del Cucito, negli appartamenti dell’Imperatrice palle confezionate con fili di seta di vario colore che pendono a strascico, e il cui nome è “preziose palle medicinali”. Le appendiamo alle colonne di sinistra e di destra che reggono il baldacchino di Sua Maestà e buttiamo via i crisantemi che, avvolti in un umile scampolo di seta, vi avevamo posti il nono giorno del nono mese.“
Queste “preziose palle medicinali” erano considerate talismani contro le malattie, in particolare i raffreddori, ed erano costituite da palline odorose di muschio, sandalo ed issopo, racchiuse in un sacchetto di broccato decorato con fiori di iris ed artemisie, da cui pendevano nastri di seta di cinque colori, lunghi quasi tre metri.
La mia è chiaramente solo una variazione sul tema: sacchettini fatti con una pezza di seta a fili multicolori acquistata nella medina di Fez, riempiti con legno di sandalo ed altre essenze acquistate nel souk di Marrakech e chiusi con nastri di raso di vari colori.
Le ho appese in numero dispari alle colonne del baldacchino, come suggerito nel libro, ma devo dire che non sono per niente utili contro il raffreddore!