Armani Nobu,
Via Pisoni, 1
Milano
www.armaninobu.it/
Visitato il 19/12/2007
Abbiamo assaggiato:
* Una selezione di Tempura.
Decisamente non è la migliore tempura che abbia mangiato. Il pesce oltretutto è scarsissimo: 2 o 3 pezzi in tutto.* Il Black Code, un merluzzo nero dell’Alaska, caramellato e grigliato.
Squisito.
* Il brodo di Akadashi “Miso rossa”.
Diciamo che se non fossi stata molto raffreddata non mi sarei mai sognata di prendere un brodo giapponese!
* Soffice di carote con confettura di Nashi Pear, banane caramellate e crema allo yuzu.
Il dolce alle carote non è niente di speciale, ma la crema allo yuzu è davvero buona.
*Tortino di Marroni e Mango con piccole meringhe al lime.
Buono.
Abbiamo bevuto: un calice di Gewurztraminer e un calice di Chablis.
L’ambiente è semplice ed elegante: legno scuro, pareti chiare, sedute rosse.
La prima impressione è tuttavia di freddo, ed effettivamente nel locale fa freddo davvero! Dallo scalone che collega il lounge bar al ristorante sale un’aria gelida di cui si lamentano anche alcune rumorose clienti che arrivano poco dopo di noi (io ho un raffreddore da fieno e sono in maniche corte, ma non mi lamento… mi limito a maledirmi per non aver accolto la proposta del Signor G. di andare da Cracco Peck).
Il nostro cameriere è gentile, si offre di illustrarci un po’ il menu e di darci dei consigli ma non ci porta la lista dei vini (non me l’hanno mai portata neppure da Armani Cafè, ma pare che esista e sia anche ben fornita), e anzi decide di sua iniziativa di proporci dei vini al bicchiere.
Siccome sono imbottita di antipiretici mi rassegno e scelgo uno Chablis di cui il cameriere chiaramente non precisa la cantina.
Il Signor G. invece sceglie un Gewurztraminer e qui il cameriere si sbilancia dicendo che è un vino molto profumato (a me viene subito in mente la cameriera di un nuovo ristorante fusion della mia città che, alla richiesta di una San Pellegrino, puntualizza con fare pedante: “è frizzante”… ma va?!?).
Faccio qualche domanda sui cibi congelati (il menù è pieno di asterischi) e scopro che il Black Code è sempre e solo congelato visto che arriva dall’Alaska.
Il cameriere dice che le porzioni sono molto abbondanti e ci consiglia di iniziare dividendoci una Tempura e di proseguire con il suddetto Merluzzo nero, che è una delle specialità di Matsuhisa Nobuyuki, consacrato dal New York Times come uno dei dieci cuochi migliori al mondo.
Io scelgo anche un brodo di “Miso rossa”, che però mi portano dopo la Tempura e durante il Black Code (oltretutto mangiare una zuppa con le bacchettine è un’esperienza decisamente particolare, ma non deve trattarsi di una dimenticanza del nostro cameriere perché anche ai tavoli vicini sono nella mia stessa condizione).
Arriva il momento di scegliere il dessert ed io sono indecisa: il Bento Box (un tortino di cioccolato caldo con gelato al tè verde) va per la maggiore, ma alla fine mi decido per il Soffice di carote, più che altro per la crema allo yuzu.
Il Signor G. ordina un dolce a base di mango e marroni, l’accostamento non sembrerebbe dei più felici ma ne assaggio una cucchiaiata e devo dire che è decisamente buono.
[La mia vicina di tavolo, una graziosa adolescente francese, sceglie invece come dessert i cioccolatini di Armani e si vede recapitare in un piattino un’intera scatola da dodici!
Lei rimane perplessa ma non si scoraggia: ne mangia qualcuno e avvolge quelli avanzati in un fazzoletto di carta da asporto!]Nel complesso una cena appena discreta.
Armani Cafè due estati fa sono riusciti a scambiare la mia carta di credito con quella di un altro cliente, direi che c’è decisamente di peggio!); il conto (130,90 euro) è esagerato.
Insomma, l’unica cosa positiva è stato il Black Code!
Decisamente meglio Cracco Peck,ma io da nobu mi trovo bene,anche se il locale non è il massimo.
Ora hanno spostato il guardaroba,agli inizi era vicino alla cucina,uscivi che puzzavi di fritto.