Ieri notte è stato riproposto per l’ennesima volta in TV il film che più amo di Bernardo Bertolucci dopo “Il tè nel deserto“: The Dreamers.
Le lotte studentesche del 1968, Parigi, la cinefilia dura e pura di tre adolescenti affascinanti e snob, l’amore incestuoso vissuto come estremo esercizio di decadenza, l’iniziazione sessuale.
Il film è tratto dal romanzo d’esordio di Gilbert Adair “The Holy Innocents” che The Timesha definito “squisitamente congegnato e denso di perversa purezza”.
“Théo iniziò, a torto o a ragione, a sentirsi l’amante della sorella anziché il suo gemello e a credere che da allora in avanti avrebbe conosciuto le ansie dell’amante cui il gemello è immune: le fitte di gelosia e risentimento, il supplizio delle notti insonni trascorse a rimuginare il possibile significato di un’osservazione ambigua.
Il nodo che li legava si era irreparabilmente allentato per fare posto a Matthew.
Se, come aveva immaginato una volta in una bizzarra fantasticheria, lui e Isabelle erano stati amanti mitici – Romeo e Giulietta, Tristano e Isotta – che cos’erano ora?
Una coppia spaiata, un Tristano e una Giulietta.”
Gilbert Adair
The Holy Innocents