Lust, Caution. 3

Impressioni dopo la (seconda) visione del film di Ang Lee.
Al primo impatto il film mi aveva delusa, ma ammetto di essermi accostata ad esso in maniera sbagliata, con in mente il manierismo esageratamente decadente e raffinato di Wong Kar Wai.
Così il film mi era sembrato pesante, i colori spenti, le atmosfere opache.
Ma alla seconda visione (il Signor G. ha detto che sono “malata”, e forse ha un po’ ragione!) sono riuscita ad apprezzare le sfumature di questo lavoro.
La struggente malinconia della colonna sonora, la presenza costante della pioggia che rende l’atmosfera assolutamente rarefatta, i piccoli e perfetti dettagli di un cappellino, di un bavero sollevato, di una mano ingioiellata, di una boccetta di profumo.
Ed ho apprezzato finalmente il lentissimo ed estenuante gioco di seduzione attraverso il quale si compie l’avvicinamento degli amanti, costruito attraverso l’indugio quasi esasperante dell’inquadratura sugli sguardi, sui cenni impercettibili del capo, sui fremiti lievi di labbra scarlatte durante le interminabili partite a mahjong, che fanno da sfondo al lento insinuarsi della nouvelle Mata Hari nel cuore del perfido Signor Yi, salvo poi trovarsi intrappolata nelle spire del suo stesso gioco, e soccombere ad esso perdendo il controllo nel tentativo di farlo perdere a lui.
Raffinatissimo gioco di seduzione che contrasta in modo stridente e quasi scioccante con la prima scena di sesso, la più dura e violenta, fatta di dominazione e cinghiate.
Ma anche la violenza si andrà stemperando nell’evoluzione sentimentale dei due protagonisti, nella durezza di lui che cede pian piano alle grazie da amante trascurata di lei, nella geometrica sensualità degli amplessi che si susseguono, sempre più intensi, sempre più coinvolgenti per i due, con gli occhi che cercano gli occhi, con la voglia di dominare e di essere dominati che si assopisce e si trasforma, con le lacrime di lei e la meraviglia esterrefatta sul volto di lui nell’ultima delle scene erotiche, la più bella.
Fino a che il sesso, inevitabilmente, diviene Amore ed estremo sacrificio.Piccoli particolari:
– Tony Leung è invecchiato ed abbrutito dal suo cuore malvagio, ma sempre sensualissimo.
– I vestiti orientali, le calze con la riga, le scarpe anni ’30 sempre abbinate alle borse, le pettinature impeccabili, le unghie laccate e i gioielli strabilianti sono quasi all’altezza del feticismo di Wong Kar Wai e ricreano con perfetta accuratezza lo stile di un epoca.
Da copiare: senz’altro le calze, e le bellissime clutch (quelle di Miu Miu dovrebbero essere perfette).

“Quando pensa alla guerra non è per niente ottimista. Chissà che futuro lo aspetta. Ma dopo una relazione così intima, può morire senza rimpianti. L’ombra di lei gli sarà sempre accanto per consolarlo. Anche se l’aveva odiato, alla fine quello che aveva provato per lui era stato così intenso da rendere irrilevante qualsiasi altro sentimento, l’aveva amato e basta. Il loro era stato un rapporto tra cacciatore e preda, come quello tra la tigre e lo spirito della sua vittima, un rapporto di possesso estremo. In vita era stata la sua donna, nella morte sarebbe stata il suo fantasma.”
Zhang Ailing, Lussuria