Poiesis.
Passione nella città del fare.
Passione nella città del fare.
Poesia
Arte
Musica
Cinema
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Stanotte cinema: Hong Kong Express di Wong Kar Wai (1995).
I temi che diventeranno quelli ricorrenti di Wong Kar Wai ci sono tutti in questo film appena tratteggiato (realizzato coi ritagli di tempo e di budget di un’altra produzione più grande).
Ci sono tutti i segni distintivi della sua poetica: l’amore incompreso, incompiuto, mai ricambiato se non tristemente in ritardo; i personaggi che si incrociano, si sfiorano e si perdono; la passione che nasce e che inevitabilmente si spegne, perché tutte le cose hanno una scadenza (come le 30 scatole di ananas sciroppata di uno dei protagonisti, la cui scadenza coincide anche con la “scadenza” di un amore).
Ci sono tutte le ossessioni, le malinconie, e la vigliaccheria sentimentale che caratterizzerà nel tempo ogni suo personaggio.
Una colonna sonora assillante fatta di due sole canzoni (California dreaming dei Beach Boys, e Dreams dei Cranberries); uno stile ben lontano dalla perfezione di In the mood for love ma già caratterizzato dall’attenzione maniacale per certi piccoli dettagli che creano un’atmosfera inconfondibile (le scarpe ovviamente, insieme alle gambe e ai piedi delle protagoniste femminili; e poi decine di piccoli particolari apparentemente insignificanti che ci colpiscono per un significato più profondo non appena l’inquadratura indugia su di essi).
Bellissimo e lieve, perfetto tassello, insieme a In the mood for love e 2046 (ma mi ha ricordato terribilmente anche Ferro tre di Kim Kim Duk) di un affresco immaginifico delle umane passioni ed ossessioni.
Ci sono tutte le ossessioni, le malinconie, e la vigliaccheria sentimentale che caratterizzerà nel tempo ogni suo personaggio.
Una colonna sonora assillante fatta di due sole canzoni (California dreaming dei Beach Boys, e Dreams dei Cranberries); uno stile ben lontano dalla perfezione di In the mood for love ma già caratterizzato dall’attenzione maniacale per certi piccoli dettagli che creano un’atmosfera inconfondibile (le scarpe ovviamente, insieme alle gambe e ai piedi delle protagoniste femminili; e poi decine di piccoli particolari apparentemente insignificanti che ci colpiscono per un significato più profondo non appena l’inquadratura indugia su di essi).
Bellissimo e lieve, perfetto tassello, insieme a In the mood for love e 2046 (ma mi ha ricordato terribilmente anche Ferro tre di Kim Kim Duk) di un affresco immaginifico delle umane passioni ed ossessioni.
Come vedi ho scelto di postare la foto di Rubini e Sanguineti.
Per quella di noi due insieme a Sergio sono ancora in attesa della tua autorizzazione (e di un provvidenziale intervento di ritocco sulla mia frangia scompigliata) 😛
E’ stato decisamente un bel fine settimana, come se ne vedono raramente qui in provincia… certo, avrebbe potuto concludersi meglio, senza quell’imbarazzante intervento di Depardieu (tra l’altro mi sono persa i commenti ufficiali, che mi incuriosivano parecchio).
Comunque amica mia… accontentiamoci, e concentriamoci sulla nostra prossima missione: il concerto dei Baustelle al Cater-Raduno!
amica è stato un fine settimana impegnativo, ma di grnde soddisfazione, questo film ne è la suprema testimonianza, insieme alla foto di Sergio Rubini!!!