Le nuit de chien di Werner Schroeter, Venezia 65.
È un affresco simbolico a tinte fosche di una guerra immaginaria e dei suoi cupi e grotteschi personaggi.
Una città notturna e una fantomatica nave fanno da sfondo ad una complicata vicenda di intrighi, trame politiche e tradimenti.
I personaggi sono crudi e crudeli, esasperati dal punto di vista estetico eppure vuoti, più icone che persone.
Bella la fotografia, drammatica la colonna sonora, suggestivi i colori che illuminano la notte.
Il rosso dei velluti, degli abiti e del sangue.
L’oro e il gelido azzurro delle luci.
Il bianco innocente delle piume, tra cui trova il suo epilogo il colonnello crudele.
Le atmosfere sono anacronistiche ma per me vagamente familiari (avete presente il vecchio video dei Négresses Vertes, Zobi la mouche? Ecco…).
Fischiatissimo in sala, io l’ho trovato a suo modo affascinante.
Sabato sera ho visto Transformers e ammetto che mi sono pure divertito.
Ti giuro che le recensioni che hai pubblicato fino ad ora mi fanno apprezzare ancora di più il genere di film che, una volta finito, non lascia spazio a nessun commento.
Zyo