#india. Shopping indiano: piccoli consigli. 5


Le botteghe polverose dei ferri vecchi in India sono sempre dei veri e propri scrigni di tesori dove, per poche rupie, si possono scovare strambi oggetti decorativi.

Di questa creatura mitologica, cavalcata da una divinità di foggia primitiva ed acquistata in un negozietto di Pushkar, non siamo riusciti a comprendere l’utilità. Forse un coltello da circoncisione?!? Speriamo di no, visto che ora fa bella mostra di sé sopra la nostra manjush indiana in sala da pranzo!

Invece questo oggetto stranissimo è un cofanetto a sei petali sormontato da un piccolo Ganesh, e serve a conservare le polveri colorate con cui le donne si decorano il viso e le mani durante le feste. (Almeno questa è stata la versione del commerciante indiano. Ma qui ho trovato un oggetto identico che, secondo la didascalia,  ha tutt’altro uso).
Nella stessa bottega ho scovato anche questa ruota da preghiera tibetana (malridotta ma piuttosto bella), e questo cavallino a ruote.

Ancora ferri vecchi: in un minuscolo negozietto nel centro di Udaipur abbiamo comprato (sempre per poche rupie) quest’altro stranissimo aggeggio a forma di elefante che veniva utilizzato dalle donne per esfoliare e levigare la pelle durante il bagno.

La particolarità sta nelle piccole e pesantissime sfere di metallo che sono inserite nella base dell’oggetto e che, tintinnando durante l’uso, avvisavano gli uomini di una presenza femminile nella sala da bagno perché si tenessero rispettosamente alla larga.

Durante un viaggio in India non ci si può assolutamente esimere dall’acquistare sete ed arazzi.
I prezzi sono spesso più alti di quello che immaginiamo ma, se si ha la pazienza di contrattare, si possono anche fare buoni affari.
A Varanasi abbiamo acquistato una gran quantità di bellissimi sari da utilizzare per ricavarne tende, cuscini, drappi per il baldacchino e runner da tavola.


[Un consiglio: non mettete le sete in lavatrice come ho fatto io! Non solo i tessuti più leggeri perderanno irrimediabilmente la loro lucentezza, ma vi toccherà spendere per farli stirare molto più di quello che avete speso per comprarli!]
Invece a Pushkar e a Jaisalmer, in due bei negozi specializzati in costumi tradizionali ed arazzi, abbiamo acquistato questi due scialli nuziali.
Il primo è di morbida lana colorata, decorato con i caratteristici specchietti di Jaisalmer, mentre il secondo (che appartiene ad una tribù rajastana del deserto del Thar, quella dei Bishnoi) è addirittura in lana di cammello, ricamato a mano con disegni tribali.

Altri oggetti tipici del Nord dell’India sono le scatole laccate kashmire. Non potendo spingerci fino al Kashmir per farne incetta, ci siamo dovuti accontentare di una piccola bottega kashmira di Udaipur (trovata dopo lunghe e laboriose ricerche), dove abbiamo comunque spuntato un ottimo prezzo.

Questo vassoietto, che riproduce una famosa miniatura raffigurante una partita di polo, l’abbiamo invece acquistato nel bellissimo shop del Meherangarh di Jodhpur, uno dei palazzi più belli di tutto il Rajhastan.

Passiamo a parlare di legni pregiati: le statuette in legno di sandalo sono tutt’altro che economiche, quindi fate attenzione se decidete di acquistarne una.
Recatevi in un buon negozio (magari un emporio statale) e diffidate degli oggetti troppo profumati, dall’odore simile a quello di un incenso scadente, perché sicuramente si tratta di legno di poco valore impregnato di un’essenza chimica;  il sandalo infatti ha un odore aromatico inconfondibile, leggero ma molto persistente e al tatto è incredibilmente levigato ed affatto poroso.
Noi abbiamo acquistato nell’emporio artigianale del palazzo reale di Jaipur questo piccolo Ganesh, che oltre ad essere di buon auspicio è anche la divinità protettrice della casa (io ho una vera e propria fissazione per questi oggetti, ed ogni volta che faccio un viaggio acquisto simboli ed idoli protettivi del focolare domestico!).

Altri splendidi souvenir possono essere gli oggetti in marmo bianco intarsiati di pietre dure semi-preziose che si possono acquistare ad Agra. Anche questi oggetti sono piuttosto costosi quindi bisogna fare attenzione a non prendere una fregatura: il marmo bianco di Agra (lo stesso con cui è stato costruito lo strabiliante Taj Mahal), se illuminato in maniera diretta assume una particolarissima trasparenza lasciando filtrare la luce, diffidate quindi degli oggetti che non hanno questa caratteristica.
Infine un’irrinunciabile incursione nel campo delle sciarpe e dei gioielli.

Le pashmine indiane sono incredibilmente, belle, soffici e relativamente economiche (noi le abbiamo acquistate nell’emporio statale di Varanasi, dove abbiamo trovato un ottimo rapporto qualità-prezzo); le sciarpe e le coperte di seta multicolore (che cercheranno in ogni modo di spacciarvi per modelli di Etro o di Hermés) sono addirittura spettacolari nonché economicissime (a Pushkar ho addirittura barattato un vecchio Swatch per una di queste sciarpe).


Discorso diverso per le pashmine ricamate con fili di seta originarie del Kashmir, che vi decanteranno come articoli rarissimi (in realtà, dopo averle comprate per un prezzo folle, inizierete a vederle ad ogni angolo di strada: è un classico!).
Queste sciarpe sono bellissime ma decisamente molto costose e non so ancora se si sia trattato o meno di un buon affare.

Anche i gioielli d’argento sono a rischio: si vendono a peso (ed i gioielli tribali sono normalmente molto, molto pesanti!) ed inoltre a detta dei commercianti sono tutti molto antichi e rari… anche qui non ci si può affidare ad altro che al gusto personale e all’intuito, essendo difficile per un occhio profano riconoscere la buona qualità o meno dell’argento.
(Per quello che riguarda le pietre preziose invece non si corrono rischi: sono così brutte, opache e con tagli di una qualità così grossolana che non ingannerebbero neppure un bambino!).
Per finire i bracciali di vetro (che in India vengono indossati solo dalle donne sposate!) con i quali ci si può decisamente sbizzarrire: costano pochi centesimi di euro, sono bellissimi e tintinnano in una maniera deliziosa.
L’unica pecca è la loro estrema fragilità. I più belli li ho comprati a Jaipur in una bancarella vicino al Palazzo dei Venti, ma anche al mercato di Jodhpur, dopo lunghe ricerche ne ho scovata una buona varietà di fogge e colori.


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

5 commenti su “#india. Shopping indiano: piccoli consigli.

  • BaiLing

    Quando sono stata a Zanzibar volevo comprare uno strambo gioco da tavola africano ma mi chiedevano un prezzo assurdo dicendo che il gioco era “antico”.

    Allora ho chiesto “ma antico quanto?” “Eh, almeno 25-30 anni!”

    Per la serie: come sentirsi un pezzo da museo!

    Comunque i gioielli berberi mi fanno impazzire, e sono curiosa di avere qualche dettaglio in più sulla borsa di cammello *__*

  • IoMariposa

    Anch’io ho barattato in cambio di braccialetti berberi..e sì tutte cose spacciate per antichissime ovvio!

    Ma la borsa di cammello, dopo estenuanti contrattazioni, posso dire di non averla vista granchè in giro..

    sì sono soddisfazioni!

  • BaiLing

    @ Corrispondances: Amica mia hai detto una santa verità! Se fare shopping fosse un mestiere sarei una milionaria! E poi lo sai che il mio sogno nel cassetto (dopo la fashion editor, la giornalista di moda, la critica cinematografica, la critica gastronomica, l’enologo, e il giudice internazionale) è sempre stato quello di fare la personal shopper!!!

    @zyo: il fidato facchino è il povero Signor G. immagino 😛

    Lui non ci metterebbe più piede in India neppure se gli pagassimo il viaggio… però potresti venire tu, tanto sei ben allenato a trasportare i miei mostruosi bagagli 😀

  • utente anonimo

    Io invece il post l’ho letto (di corsa) e posso dire che mi ha fatto venire voglia di rimandarla in India (a spese sue) con il suo fidato facchino, a comprare un po’ di cianfrusaglie anche per me.

    Non vedo l’ora di poter annusare l’elefante intagliato in una ciabatta.

    Zyo

  • corrispondances

    io il post non l’ho letto , ma dalle foto e dal titolo ho capito tutto, sei un affarista di buon…. ops, OTTIMO gusto… se davvero fare shopping fosse un mestiere retribuito , potresti diventare ricchissima!!!

    ed io vorrei essere la tua socia in affari!!!!