The Sky Crawles di Mamuro Oshii, Venezia 65, è un film d’animazione poetico e delicato, accompagnato da musiche bellissime e struggenti.
In un mondo in cui le guerre reali sono ormai solo quelle di cui si legge sui libri di storia, i kildren (killing children) sono piloti bambini che non possono crescere né morire (se non in guerra), e che combattono una spettacolare ed interminabile battaglia aerea, senza vincitori né vinti e senza alcuno scopo se non quello di anestetizzare e tranquillizzare una platea di adulti: perché la gente avrà sempre bisogno della guerra per capire che cos’è la pace.
Nella triste e tormentata Kusanagi (la kildren protagonista che spara al suo amato per liberarlo da questa spirale infinita, ma riesce solo ad ottenere di cancellarne i ricordi, condannandolo ed intrappolandolo di nuovo nel suo eterno ed immutabile destino), è racchiuso tutto il malessere autodistruttivo di questi esseri geneticamente modificati che mi hanno ricordato le meravigliose androidi incapaci di amare di 2046, o gli inquietanti personaggi del vecchio anime Galaxy Express.
Anche qui una riflessione: “Si può percorrere la stessa strada camminando passi diversi” dice uno dei protagonisti ” Anche se la via è sempre la stessa, le cose che si vedono sono sempre nuove. Non è questo un motivo sufficiente per vivere?“. Film imperdibile.