Oggi sono finalmente rientrata in possesso della carta di circolazione della mia macchina dopo ben 11 giorni!
Fortunatamente in questo periodo sono così tranquilla e rilassata che è veramente difficile farmi perdere le staffe, ed oltretutto ho avuto a che fare con persone incredibilmente gentili e disponibili, ma fatemelo dire: la burocrazia italiana è qualcosa di allucinante, forse solo quella indiana è più macchinosa ed insensata della nostra.
Ma tant’è: siccome ultimamente cerco di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno ho evitato di farmi rovinare la giornata dalle incombenze burocratiche ed ho approfittato della revisione per fare una passeggiata a Perugia prima di andare a montare il mio quadrupede.
Avevo intenzione di pranzare in un posto carino ma poi tutti i miei progetti sono stati abbandonati di fronte a due necessità imprescindibili:
– quella di visitare la nuova libreria Feltrinelli di Corso Vannucci.
Quando entro in una libreria perdo sempre la cognizione del tempo.
Mentre nei negozi di abbigliamento sono vittima di una sorta di esaltazione febbrile (non necessariamente positiva), le librerie mi rilassano profondamente e mi fanno sentire inspiegabilmente felice.
Mi piace girare senza meta, mi piace passare pigramente il dito indice sugli scaffali sfiorando i libri ordinatamente impilati, mi piace farmi guidare dalle sensazioni.
A volte cerco semplicemente il nome di un autore che amo, ma il più delle volte mi limito ad occhieggiare un titolo che mi ispira, un colore, un’immagine.
Insomma mi lascio guidare dalla casualità e la mia ricerca è sempre carica di aspettative.
Chissà che oggi non abbia la fortuna di trovare tra gli scaffali non un semplice libro ma “il libro”: uno di quelli che entrano nel novero dei libri speciali, uno di quelli che in qualche modo ti segnano l’esistenza ed il modo di essere e di pensare.
Molte volte incappo semplicemente in un libro mediocre; altre volte acquisto piena di speranze un libro che finirò per abbandonare dopo poche pagine; spesso un libro di cui ho sentito tanto parlare o che desideravo leggere da un sacco di tempo si rivela poi una grossa delusione.
Ma ci sono anche quei giorni rarissimi ed ineffabili in cui faccio un incontro speciale e porto a casa con me un piccolo scrigno di carta che mi farà sorridere e mi commuoverà, mi farà sognare e viaggiare con la fantasia, mi farà sospirare e mi toglierà il sonno.
E’ vero che ho un’insana ed inguaribile ossessione per i vestiti, ma probabilmente la malattia più grave da cui sono affetta è la passione per i libri.
Possedere un vestito non cambia quello che sono, con o senza di lui la mia essenza rimane la stessa, a cambiare sono solo il mio armadio e il mio aspetto esteriore quando lo indosso.
Un vestito nutre il mio ego ma non il mio spirito.
Possedere un libro invece (possederlo nel senso più intimo del termine, farlo mio, amarlo) mi rende inevitabilmente diversa, perché quel libro diviene parte della mia essenza.
Insomma neppure per il più bel paio dei miei sandali di Miu Miu o per il più amato dei miei Dries van Noten rinuncerei a quello che mi hanno regalato nel corso della mia esistenza i toccanti versi di Tagore, il magico universo di Tolkien o le ineguagliabili creature di Garcia Marquez.
ma che bottino Bai Ling!
la libreria è un luogo stupendo, un tempio che profuma di carta in cui muoversi alla ricerca dei propri feticci!
un abbraccio
ghghghg sei una serpe!!!
:-*
Ma certo tesoro .. sono deliziosissime….calze da BEFANA…
Riggs
@Riggs:
Come sono calze da BEFANA?!?
Non è vero dai… sono deliziosissime!!!
@Nirvanainblu:
Grazie di essere passata cara, e buon week end :-*
si!
solo si … pieno, con tutta la condivisione di quanto hai scritto 🙂
Figlia mia… le voglio pure io quelle calzette.. le metto sopra il camino per l’Epifania.. son prorio calze da BEFANA
Riggs
*__________* oddio come ti capisco…
@ zyo:
lo so… hai ragione: è imperdonabile che io non abbia letto “L’insostenibile leggerezza dell’essere” a vent’anni.
Più volte ho preso in mano quel libro nel corso degli anni, e più volte ho rimandato preferendo qualcos’altro.
Spero di non essere troppo vecchia ora, ma un po’ forse lo sono perché quel brano che hai citato tu l’ho letto proprio ieri sera prima di dormire, e un po’ mi ha rattristata.
Quelle parole di Kundera a quest’età danno semplicemente voce ad una sensazione che abbiamo già dentro di noi, e quindi servono solo a farci tristemente annuire e a farci dire “quant’è vero!”.
Ma a vent’anni quelle stesse parole mi avrebbero fatta riflettere costruttivamente?
O forse mi ci sarei soffermata appena, distratta e superficiale, tutta presa dall’onnipotenza e dalla spensieratezza della gioventù, che ci porta a credere di non sbagliare mai?!?
Non lo so…
Ma dopo averne lette appena poche pagine posso già intuire che il libro di Kundera sarà uno di quelli speciali, e quindi sono contenta di essermi finalmente decisa a comprarlo.
@Mitla:
E’ proprio così, ogni riga letta durante la nostra vita ha contribuito a farci diventare quel che siamo.
E direi di no!
Questo decisamente non è un argomento chiuso 😉
@LadySackville:
E’ vero… è come se ogni personaggio, dall’interno di ogni libro ci sussurrasse piano la sua storia.
E tutti quei sussurri, quelle parole, quelle vite e quei luoghi ci confondono e ci guidano attraverso gli scaffali…
E’ un’esperienza bellissima.
E parlando in special modo di luoghi, i libri mi hanno permesso di realizzare un mio sogno prima che potesse concretizzarsi nel reale.
Nel corso degli anni, sognando l’India, ho viaggiato in ogni sua regione attraverso i libri: dalla città della gioia di Calcutta, alle spiagge profumate del Kerala, dai palazzi rajastani, alle pendici dell’Himalaya ho conosciuto ogni luogo.
I libri mi hanno preparata al mio viaggio reale… e poi poco importa che l’India vera non sia stata come quella dei miei romanzi, perché comunque le porto entrambe e le sovrappongo nel cuore!
Ah come ti capisco..la gioia di essere in una libreria con quel profumo di carta e tutte quelle storie, quei personaggi, tutto sussurra…mi brillano gli occhi solo al pensiero!
In questo tuo disquisire entro scalza, scarpe in mano, ad entrare in un tempio.
Il libro, il suo odore, la sua posizione, la copertina, l’autore…
Quante sono le componenti che fanno di quel libro “Il mio libro”?
Giusto è, come dice Zyo, che ci sia un libro per ogni stagione, e soprattutto un libro per ogni momento emotivo.
Tutti abbiamo un autore nel cuore (anche chi legge di rado, si ricorderà un racconto o un libro o una frase, letti da qualche parte di chissà quale autore)…
Non ho nel cassetto un libro che mi abbia cambiata, ma i libri hanno contribuito ad essere ciò che io sono ora…
… e non mi dispiace ^_^.
..
Il libro… ma non è un argomento chiuso, o sbaglio?
..
Davvero vuoi farci credere che con la tua passione per la lettura sei riuscita ad arrivare a questa venerabile età senza aver ancora letto L’insostenibile leggerezza dell’essere?
E vero che ci sono dei libri che plasmano il nostro essere ma è altrettanto vero che certe cose vanno fatte al momento giusto altrimenti, se fatte troppo presto o troppo tardi, non producono gli effetti di cui sarebbero capaci.
Il libro che hai scelto è uno di quelli che vanno letti a vent’anni sempre per via della solita disquisizione a proposito della gioventù.
Ora che ci penso però probabilmente tu sei ancora in tempo, quindi sbrigati. Nel frattempo ti lascio una delle citazioni più celebri e più “rivelatrici” del romanzo.
Non si può mai sapere che cosa si deve volere perché si vive una vita soltanto e non si può né confrontarla con le proprie vite precedenti, né correggerla nelle vite future. […]. Non esiste alcun modo di stabilire quale decisione sia la migliore, perché non esiste alcun termine di paragone. L’uomo vive ogni cosa subito, per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in scena senza avere mai provato. Ma che valore può avere la vita se la prima prova è già la vita stessa? Per questo la vita somiglia sempre ad uno schizzo. Ma nemmeno ’schizzo’ è la parola giusta, perché uno schizzo è sempre un abbozzo di qualcosa, la preparazione di un quadro, mentre lo schizzo che è la nostra vita è uno schizzo di nulla, un abbozzo senza quadro.
Zyo