Alcuni giorni fa mi è arrivato per posta il dvd di Battuta, l’ultimo spettacolo di Bartabas.
Vi ricordate quel famoso spettacolo che mettevano in scena ad Aubervillier (periferia parigina) il 31 dicembre, per il quale non ero riuscita a trovare i biglietti, ed in seguito alla cui mancata visione avevo previsto che sarei stata triste per qualcosa come tutto il resto della mia vita?!?
Ecco, oggi l’ho visto in dvd.
Bisogna fare una premessa: gli spettacoli di Bartabas non vanno visti in tv.
Per amare uno spettacolo di Bartabas bisogna poter sentire l’odore dei cavalli, del cuoio dei finimenti e del fieno; bisogna poter ascoltare il battere ritmico di un galoppo sfrenato e le sue vibrazioni; bisogna sedere senza fiato nel buio, magari proprio nelle prime file, dove arriva la sabbia sollevata da decine di zoccoli impazziti.
Solo così si può vivere ed amare uno spettacolo di Bartabas.
Ecco, oggi l’ho visto in dvd.
Bisogna fare una premessa: gli spettacoli di Bartabas non vanno visti in tv.
Per amare uno spettacolo di Bartabas bisogna poter sentire l’odore dei cavalli, del cuoio dei finimenti e del fieno; bisogna poter ascoltare il battere ritmico di un galoppo sfrenato e le sue vibrazioni; bisogna sedere senza fiato nel buio, magari proprio nelle prime file, dove arriva la sabbia sollevata da decine di zoccoli impazziti.
Solo così si può vivere ed amare uno spettacolo di Bartabas.
Nonostante questa premessa, e nonostante io abbia visto Battuta solo in tv, resta il fatto che non mi è piaciuto affatto, che l’ho trovato noioso e a tratti irritante.
Il perpetuo movimento circolare è apparso ai miei occhi come una bolgia caotica e disordinata; la musica tzigana era sorprendentemente brutta ed esasperante e, nei momenti in cui il canto e il contro-canto delle due orchestre (una moldava ed una transilvana) si inseguiva e sovrapponeva, sfiorava perfino la cacofonia.
Gag grossolane, orsi, carrozzoni ed oche impagliate mi hanno lasciato l’impressione di aver assistito a un semplice spettacolo circense nemmeno tanto originale.
Sicuramente sono partita prevenuta io, dato che la musica e la cultura rom non sono certo in cima all’elenco delle cose che amo…
Ma questa accozzaglia di suoni, colori e movimenti disordinati non ha alcuna soluzione di continuità con il misticismo di Eclipse e Loungta e mi è sembrata più che altro un divertissement.
Che, nel senso pascaliano del termine, sembra fosse proprio l’intenzione di Bartabas: quella di rappresentare l’umano tentativo di “distrarsi” dalla propria condizione debole, mortale e miserabile, disperdendosi in infinite attività illusorie.
Quella di votarsi ad un perenne movimento per non sentire, fermandosi, il nulla.
Come Loungta è stato la celebrazione dei rituali di passaggio della morte, Battuta avrebbe dovuto rappresentare la celebrazione dei rituali della vita.
Il perpetuo movimento circolare è apparso ai miei occhi come una bolgia caotica e disordinata; la musica tzigana era sorprendentemente brutta ed esasperante e, nei momenti in cui il canto e il contro-canto delle due orchestre (una moldava ed una transilvana) si inseguiva e sovrapponeva, sfiorava perfino la cacofonia.
Gag grossolane, orsi, carrozzoni ed oche impagliate mi hanno lasciato l’impressione di aver assistito a un semplice spettacolo circense nemmeno tanto originale.
Sicuramente sono partita prevenuta io, dato che la musica e la cultura rom non sono certo in cima all’elenco delle cose che amo…
Ma questa accozzaglia di suoni, colori e movimenti disordinati non ha alcuna soluzione di continuità con il misticismo di Eclipse e Loungta e mi è sembrata più che altro un divertissement.
Che, nel senso pascaliano del termine, sembra fosse proprio l’intenzione di Bartabas: quella di rappresentare l’umano tentativo di “distrarsi” dalla propria condizione debole, mortale e miserabile, disperdendosi in infinite attività illusorie.
Quella di votarsi ad un perenne movimento per non sentire, fermandosi, il nulla.
Come Loungta è stato la celebrazione dei rituali di passaggio della morte, Battuta avrebbe dovuto rappresentare la celebrazione dei rituali della vita.
Secondo me non ha rappresentato proprio un bel niente e qualche gag era così di cattivo gusto da farmi rimanere addirittura basita.
Posso solo dire che spero che nei prossimi spettacoli Bartabas ritorni ai temi a me (e a lui) più congeniali della cultura e della spiritualità orientali, e che questa incursione nell’Universo rom (che di orientale ha solo le preistoriche origini) finisca qui.
[immagini tratte dagli spettacoli Eclipse e Loungta]
Che meraviglia che deve essere trascorrere un mese intero a Parigi… crearsi una propria routine cittadina… andare ogni giorno a fare spesa al mercato o in una piccola bottega speciale (a Parigi persino fare spesa è romantico)… passeggiare ogni giorno senza meta per le sue vie… senza fretta, senza fare programmi, semplicemente oziando ed assorbendo la luce, l’atmosfera, i suoni e i colori della città…
Deve essere stata un’esperienza incredibile!
Un abbraccio e un caro saluto anche a te.
Le tue impressioni di viaggio e i tuoi consigli per gli acquisti sono semplicemente perfetti. Sono stato a Parigi quindici giorni di fila, ma ne ho ricavato tale entusiasmo da ritornarci subito per un mese intero. Città incommensurabile. Au revoir, Madame
U.
Amici di Pirandello, Sciascia, Empedocle.