Il lato chic dell’Austerity. 8


 Austerity. Crisi. Recessione.

Ci basta accendere la TV o aprire un giornale per andare a sbattere contro queste parole decisamente inquietanti che rievocano i lontani anni ’70, la guerra del Kippur, la crisi petrolifera e l’italica austerità.
Io ovviamente non me li ricordo in prima persona questi eventi (in effetti non ero neppure nata!): macchine chiuse in garage, illuminazione stradale ridotta, niente addobbi natalizi, i programmi Rai sospesi alle 23.00, i locali chiusi entro la mezzanotte…
E’ vero che non siamo a questi livelli ma, nonostante la crisi non sia (ancora) così nera, sembra che questa parolina ormai caduta in disuso, celebrativa di rigore morale e di rinuncia, stia tornando in auge:
Austerità.
Insomma il lusso sfrenato e le spese folli sono diventate decisamente out e politically incorrect.
I veri snob, quelli radical chic, non hanno smesso di divertirsi ma lo fanno con un occhio al portafoglio e nel segno della sobrietà.
Ad inseguire gli eccessi sono ormai solo le party girl e i nuovi ricchi nati dalle macerie del Comunismo, ma si sa che nessuna delle due categorie ha mai brillato particolarmente per raffinatezza e buon gusto!
Ma in cosa si concretizza in soldoni questa nuova tendenza sobria ed austera?
Vestirsi griffati dalla testa ai piedi ha smesso di essere chic, così come essere perennemente logati e monogrammati (chino il capo davanti all’evidenza, ma non chiedetemi di rinunciare alle mie vecchie care monogram Louis Vuitton o alle borse logate di Dior: quelle non sono diventate di cattivo gusto, sono solo vintage!)
Via libera invece alla commistione tra capi di lusso e pezzi low cost.
Tenendo bene a mente che con low cost non si intendono più solo le preziose (ma ormai consolidate) risorse reperibili da Zara e H&M, ma anche e soprattutto i nuovi designer giovani ed emergenti magari (perché no?) con un occhio all’ecologico e all’impegno sociale.
Qualche esempio?
-Le borse eco-chic create da Ilaria Venturini Fendi utilizzando materiali riciclati (la boutique Re(f)use, legata al progetto Carmina Campus è a Roma, in via Fontanella Borghese 39); non sono proprio economiche, ma una parte del ricavato viene destinato a cause umanitarie, come quelle dell’Aidos (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo).

Le eco t-shirt di Alessandro Acerra per Hibu deliziose e decisamente low cost.

– L’ormai famosissima “I’m not a plastic bag” di Anya Hindmarch.
– La linea di capi di abbigliamento della toscana Milky Wear realizzata con filati che provengono al 100% dal latte, e venduta addirittura “in bottiglia”.
E a proposito di impegno sociale, stanno ormai diventando un cult le maratone solidali come
Convivio: la raccolta fondi destinata ad Anlaids sezione Lombardia, che si tiene ormai da nove anni a Fieramilanocity, e coniuga la corsa alla solidarietà con l’acquisto di capi firmati scontati dal 50% all’80%! (non sono ancora riuscita a scoprire le date del 2009, ma vi terrò aggiornati!).

Identica tendenza anche per i viaggi.
Gli sfarzosi alberghi 5 stelle con prezzi da capogiro sono ormai superati, sostituiti dal fascino discreto delle residenze storiche, dei vecchi castelli, delle locande di charme, dei B&B di lusso, dei cottage quasi spartani (e rigorosamente dotati di docce open air) a pochi metri da spiagge incontaminate.
Io e il Signor G. abbiamo sperimentato spesso questo genere di sistemazione durante i nostri viaggi: sistemazioni non sempre economicissime, ma sempre e decisamente di grande atmosfera.
Qualche consiglio?

Il Portogallo romantico delle pousadas.
Vicino Porto, a Guimaraes, potete scegliere di soggiornare nella Casa de Sezim una romantica residenza che risale addirittura al 1376. Le camere sono bellissime e il giardino ha perfino un boschetto di bambù. Il proprietario è un anziano Ambasciatore molto ospitale che sarà lieto di farvi visitare la sua azienda vinicola e le sue scuderie (io ebbi anche l’onore di montare il suo splendido baio, Ambassador… ma sono passati ormai 11 anni!).


La wine country nel Nord della California.
Noi abbiamo sperimentato la Packard House a Mendocino: un candido cottage sulle scogliere di uno dei luoghi più romantici di tutto lo Stato.

E la Gingerbread Mansion a Ferndale: una delle più belle case vittoriane della West Coast.


Ma potete trovare ben 50 romantiche destinazioni nel delizioso libro In the Wine Country, 50 romantic northern california getaways di Bill Gleeson.
La Giamaica hippy-chic.
Jake’s a Treasure Beach: un piccolo e coloratissimo boutique resort sulla costa Sud dell’Isola che è stato definito da Vogue Magazine chicest shack in the Caribbean“.
[Noi avevamo scelto il delizioso cottage Jellyfish, tutto nei toni del rosa e con la doccia nel patio, ma mi sento di consigliarvi con il cuore in mano uno dei cottage con vetri alle finestre e aria condizionata se non volete farvi mangiare vivi dalle zanzare!]

Se invece preferite l’incantevole costa Nord (il mare è un vero spettacolo), a Port Antonio potete contattare la Signora Maria Carla Gullotta, titolare di uno spartanissimo B&B il Drapersan, per affittare la graziosa dependance della villa del Console italiano ed avere a disposizione una macchina con autista per girare i dintorni.
La Scozia delle Highlands e della Strada del whiskey.
Consigliatissimo il Craigatin House & Courtyard a Pitlochry: chic, confortevole e con colazioni da leccarsi i
baffi.

E la Foyers House a Loch Ness: il cottage a prima vista appare decisamente spartano ma le camere sono graziosissime e tutte con vista sul lago, la struttura non accoglie bambini (bonus romanticismo e quiete) e la cena si è rivelata un’ insperata sorpresa  gourmand (non dimenticate di assaggiare la deliziosa birra ai fiori di erica!).
 
Queste sono solo quattro piccole idee per viaggi lontani dalle solite rotte e dalle grandi catene di alberghi di lusso, ma sul sito i-escape (vincitore tra l’altro del Best Travel Website 2008 del Sunday Times Travel Magazine) potete trovere decine e decine di incantevoli destinazioni per tutte le tasche, dalle Isole Eolie al lontano Kerala.

(spunto tratto da: TG2 Costume e Società)


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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8 commenti su “Il lato chic dell’Austerity.

  • BaiLing

    @Damiani:

    mi piace moltissimo questa tua idea di contaminazione!

    Un piccolo tocco bohemien è quello che sto cercando disperatamente di inculcare da anni al Signor G. ma non c’è niente da fare: lui è troppo precisino!

    Invece sono sicura che tu comporrai uno stile molto originale ed oltretutto adattissimo a te: il rigore (sei pur sempre un uomo di scienza, no?!?) mitigato dal tocco creativo dell’artista!

    Splendido!

  • Damiani

    New austerity. Ci piace molto davvero!

    Io per esempio sto pensando di diluire un pò del preppy style che tanto mi piace con influenze bohemien e t-shirt dal sapore indie.

    Speriamo bene…

    Sui tuoi consigli per i viaggi lo sai come la penso: ormai imprescindibili!

  • BaiLing

    @Ubaldoriccobono:

    eggià, purtroppo siamo a questo… Ma mi piace molto lo spot radiofonico di un noto tour operator che invita, in questo momento di crisi, ad “investire in felicità”.

    E una fuga dalla quotidianità (anche se solo di pochi giorni e a budget ridotto) secondo me è la miglior spesa che si può fare per regalarsi un sorriso.

    Un abbraccio anche a te, e a presto 🙂