Lo scorso sabato, dopo aver piagnucolato per qualcosa come 12 ore consecutive ed aver sperimentato ogni tipo possibile di blandizie e minacce, sono alla fine riuscita a convincere il restio Signor G. a portarmi in quel di Colfiorito per partecipare ad un mini-stage di Arpa celtica con Adriano Sangineto e vedere il concerto di Vincenzo Zitello.
La Montelago Celtic Night è una festa celtico-druidica giunta ormai alla settima edizione e che si svolge nella bucolica cornice dell’Appennino marchigiano.
Ad onor del vero bisogna dire che l’85% del c.d Popolo di Montelago potrebbe partecipare benissimo, e con identico entusiasmo, alla sagra della patata rossa di Colfiorito piuttosto che ad un festival celtico, in quanto interessati solo a bere, impegnarsi nella nobile arte del barbecue e bivaccare negli accampamenti.
Tuttavia c’era un piccolo 15% deliziosamente e genuinamente celto-filo (sia per quello che riguarda l’abbigliamento, sia per quello che riguarda le attività svolte) che ha senz’altro risollevato le sorti di questo mega-raduno di Super Giovani.
Io ho adorato il mercatino e mi sono davvero dovuta fare violenza per non comprare mantelli elfici, lampade a forma di fiori, pantaloni e tunichette Bali-style, gioielli etnici e oghamici, cappelli a punta, marionette, e coroncine fiorite (ne ho invece riciclata una costruita con le mie manine in occasione di una festa di Carnevale di molti, molti anni fa).
Ad onor del vero bisogna dire che l’85% del c.d Popolo di Montelago potrebbe partecipare benissimo, e con identico entusiasmo, alla sagra della patata rossa di Colfiorito piuttosto che ad un festival celtico, in quanto interessati solo a bere, impegnarsi nella nobile arte del barbecue e bivaccare negli accampamenti.
Tuttavia c’era un piccolo 15% deliziosamente e genuinamente celto-filo (sia per quello che riguarda l’abbigliamento, sia per quello che riguarda le attività svolte) che ha senz’altro risollevato le sorti di questo mega-raduno di Super Giovani.
Io ho adorato il mercatino e mi sono davvero dovuta fare violenza per non comprare mantelli elfici, lampade a forma di fiori, pantaloni e tunichette Bali-style, gioielli etnici e oghamici, cappelli a punta, marionette, e coroncine fiorite (ne ho invece riciclata una costruita con le mie manine in occasione di una festa di Carnevale di molti, molti anni fa).
Ho ingurgitato allegramente le cose più disparate dai pani all’uva alle pannocchie arrostite e cosparse di spezie, il tutto annaffiato da sidro, succo di sambuco e il mitico Idromele.
Ho imparato diligentemente a suonare un delizioso motivetto con l’arpa celtica utilizzando ENTRAMBE le mani (e considerato i mediocri risultati di 5 anni di pianoforte con Maestra privata a domicilio, la cosa ha del miracoloso!) e ho assistito in prima fila al meraviglioso concerto di Zitello.
Insomma mi sono divertita moltissimo.
Il Signor G. in effetti un po’ meno, ma almeno ha avuto modo di provare subito sullo sterrato il nostro nuovo SUV.