Dello shopping realizzato parlerò in seguito: quegli oggetti sono ormai al sicuro nel mio armadio e non mi creano né rimuginamenti né malumori, mentre ho un gran bisogno di sfogarmi a proposito dello shopping mancato.
Ovviamente sono uscita dal negozio in via del Corso a mani vuote.
Il Signor G. (che alla fine mi ha accompagnata) mi ha messa subito a tacere dicendomi “Se le avessi volute veramente avresti preso il treno delle 07.16” (che poi pare che le file siano iniziate già da venerdì notte e quindi la mia sarebbe stata comunque una levataccia inutile!).
In effetti aveva ragione: probabilmente quelle benedette scarpe low cost (che poi tanto low cost non erano) non le volevo davvero e in fondo speravo di risparmiare quei 100 euro (che poi da H&M non prendono l’AmEx e quindi sarebbero stati 100 euro dei miei sudatissimi risparmi!), però ci sono rimasta male lo stesso.
Tra l’altro mi sono resa conto solo ora della mia superficialità: non ero neppure a conoscenza del fatto che esistessero delle regole ben precise per accedere alla vendita.
Mi sa che questi eventi non fanno più per me… sono cose da Super-ggggiovani, ci vuole il fisico per stare in fila per ore, di notte, su un marciapiede!
2) Peekaboo.
Siccome a differenza delle scarpe a questa borsa ci tenevo davvero, avevo provveduto a chiamare la boutique romana qualche settimana fa e mi era stato detto che:
– la borsa è solo su ordinazione.
– si possono scegliere il pellame e il colore e materiale della fodera.
– sono previste una serie di personalizzazioni tra cui le iniziali.
Dopo il buco nell’acqua da H&M siamo quindi andati da Fendi e il destino infame ha voluto che fossi presa in carica da un solerte Figlio d’Albione che parlava l’italiano più o meno come io parlo la sua lingua.
Ho chiesto di vedere la borsa in questione e il peldicarota (che per comodità chiamerò Mr. Brown) è salito svogliatamente di sopra ed è tornato trasportando una stupenda e gigantesca Peekaboo nera.
Ho provato la borsa (che era tremendamente sovra-dimensionata per me, ma di una bellezza commovente) ed ho chiesto se si trattasse per caso proprio della black goat cui ero interessata.
Con gran fatica Mr. Brown è riuscito a spiegarmi che la borsa che stavo provando faceva parte della c.d. “linea selleria” senza tuttavia riuscire ad articolare le caratteristiche di questa linea.
Ho chiesto di vedere i pellami e lui è di nuovo partito, lento e svogliato, verso il piano di sopra lasciandoci lì in piedi in mezzo al negozio: sono una romantica ingenua o è chiedere troppo di potersi sedere in un angolo tranquillo quando si ordinano delle borse su misura?!?
Dopo un tempo infinito Mr. Brown è tornato trascinando con sé i soli campioni di pelle della linea selleria, ignorando bellamente la mia richiesta di vedere anche il campione della black goat (di cui si è limitato a dire “è tipo quella borsa là, su quello scaffale in alto… però un po’ diversa”).
Ma io non mi sono fatta scoraggiare e dopo una lunga serie di farfugliamenti suoi e domande a raffica mie finalmente parte del mistero è stato svelato: esistono due distinte Peekaboo!
– La Peekaboo di selleriache si può ordinare in qualsiasi momento dell’anno, per cui bisogna aspettare 2/4 mesi, che si può personalizzare con le iniziali, “che viene creata dal nulla proprio per lei, così avrà una Peekaboo come nessun altro al mondo! Pensi che perfino la Signora Loren sta aspettando da mesi per la sua Peekaboo! Non ci sono sconti nemmeno per lei!” Ah… ecco! Tu sì che sei bravo a convincere una cliente tirando in ballo nientepopodimenoché quella vecchia cariatide della Sofia nazionale icona di napolitaneità più che di buon gusto!
– Le Peekaboo della stagione in corso che devono essere ordinate ma ovviamente ad un certo punto vanno sold out, per le quali bisogna aspettare sempre 2/4 mesi, che si possono scegliere solo su catalogo senza alcuna possibilità di vedere i campioni dei materiali (cosa che trovo a dir poco scandalosa!) e che nascono già con l’abbinamento materiale esterno/fodera interna.
A questo punto ho deciso di ordinare una Peekaboo di selleria benché il mio entusiasmo fosse già molto diminuito; ho chiesto il prezzo (e anche qui il mio Mr. Brown ha dimostrato tutta la sua competenza: ha sparato un prezzo a caso, poi è scomparso per andare a chiedere conferma ed è tornato dicendo che la borsa in realtà costava 500 euro in meno di quello che pensava lui) e solo a questo punto ho scoperto un ulteriore ed insuperabile ostacolo: la Peekaboo di selleria si può avere solo con un tipo di fodera, la banalissima “lino beige” che hanno TUTTE le borse di Fendi.
Ma allora quali sono le famose possibilità di personalizzazione di questa borsa?!?
Le sole iniziali della cliente?!? Wow!
E se questa benedetta Peekaboo viene sempre presentata aperta perché la particolarità sta nella fodera che fa cucù (da qui il nome) con i suoi colori sgargianti e i suoi materiali inusuali perché cavolo la mia, che verrà fatta su ordinazione appositamente per me, deve avere la fodera di lino beige?!?
Mr. Brown davanti a questa mia filippica si limitava a guardarsi intorno annoiato e a farmi ogni tanto dei sorrisetti di circostanza.
Esasperata e di umore omicida ho deciso di ripiegare su una Peekaboo stagionale e ho chiesto di vedere almeno le foto.
Sono così comparsi un cataloghetto smilzo con foto e numeri di codice (neppure una misera descrizione dei materiali, perché tanto i commessi sono così competenti che ci penseranno loro a descriverveli!) e, dopo una decina di minuti e un’altra missione di ricognizione di Mr. Brown, la lista delle borse ancora disponibili e di quelle sold out.
A questo punto io e il Signor G. ci siamo dovuti impossessare dei due documenti cartacei e controllare uno per uno i codici delle borse per dare un volto alle uniche due Black Peekaboo ancora disponibili, mentre Mr. Brown si rigirava i pollici sorridendo serafico.
Appurato che la Black + Raspberry non si poteva vedere manco in foto e comunque era disponibile solo nella dimensione più piccola e che la Black + Platinum aveva una fodera oscena, mi hanno proposto di ordinare una Peekaboo della nuova collezione e vari commessi si sono messi in moto per trovare un catalogo.
Abbiamo aspettato un po’, ormai annoiati e completamente privi di entusiasmo, e alla fine Mr. Brown è tornato trionfale proponendomi la foto di una Peekaboo nera con interno in rettile e al mio scandalizzato commento “sembrerebbe una fodera di serpente” ha annuito con un sorriso ebete.
A quel punto gli ho strappato di mano anche il catalogo primaverile capendo che avrei dovuto fare da sola.
Ho individuato solo un’altra borsa nera e ho chiesto di cosa fosse fatta, Mr. Brown è scomparso di nuovo in missione ed è tornato per dirmi che “forse sarà bufalo… o forse no… però se poi per caso non le piace non è mica costretta a prenderla!”
Cosa?!?
Dovrei pagare all’ordine il 60% del prezzo di una borsa senza sapere neppure di cosa è fatta, aspettare 4 mesi e poi se per caso non soddisfa le mie aspettative ricominciare da capo la trafila?!?
A quel punto ho fatto notare come fosse impossibile ordinare una borsa in quelle condizioni, ho ringraziato Mr. Brown (maledicendolo tra me e me) e ho girato sui tacchi per andarmi a consolare da Ferragamo e Louis Vuitton.
Una cosa è certa: il marchio Fendi (con tutto che lo adoro fin da quando ero ragazzina) i miei soldi non li vedrà MAI più!
@Vale210975:
Infatti! Si può dire che li conosco meglio io i cataloghi delle borse di Fendi che i commessi che ci lavorano dentro! Scandaloso!
Insopportabile!
Per quale ragione un commesso di Fendi non è informato su cosa vende Fendi?
Ma la formazione? I famosi cataloghi da studiare e sapere a menadito, no?
@IoMariposa:
Amica il Signor G. te ne sarebbe eternamente grato!
E in effetti pure io, che con lui le sedute di shopping sono una maratona e le uniche pause rilassanti sono quelle in treno durante il viaggio di andata e ritorno!
Comunque la Speedy è davvero deliziosa e la Peekaboo è già stata sostituita nel mio cuore da un’altra Black Bag
anche a me è venuta in mente la stessa gag e lo dico da romana: sono delle borgatare nell’animo e l’accezione non si estende alla romanità tutta, ma alla loro politica.
Direi che roma è stata ingrata stavolta con te amica, quindi la prossima volta lascia a casa il sig.G. (con suo sommo sollievo credo) e fatti portare a zonzo da Mademoiselle: male che vada lo shopping, ci si può sempre consolare al Caffè Greco!
(io comunque tifavo per la speedy)
@zyo:
Mi potrebbe essere utile il numero di uno spacciatore di borse visto che ho giurato di non mettere più piede da Fendi (conoscendomi una crisi d’astinenza da doppia F è molto probabile :-P)
Se vuoi ti do il numero del marocchino che rifornisce mia madre!
Probabilmente quello parla anche meglio la nostra lingua 🙂
Zyo
@emmelania:
Grazie carissima 🙂 Alla fine ho preso il bauletto viola che piaceva anche a te!
@Federica:
Sì sì, sono scandalosi: sembra che stanno lì per fare un favore a noi!
Poi a Milano hanno la palma d’oro per la scortesia… non esiste un negozio in cui ti fanno un sorriso o si sforzano di non essere odiosi!
Quello che mi fa più rabbia è che solo in Italia è così: in Francia e negli Usa sono sempre gentilissimi, sorridenti e disponibili anche se entri solo per curiosare e poi esci senza comprare nulla!
Grazie del tuo commento sul mio blog, ora ti aggiungo ai miei link, anche il tuo è davvero bellissimo!
Quindi anche tu sabato sei andata per borse, e hai incontrato un commesso completamente idiota?
Anche io, lo avrei ucciso, giuro.
Ho iniziato chiedendogli ‘mi piacerebbe vedere una city blu’
‘eeeeh,NO.’
‘ah, non ne avete più?’
‘no, in questa collezione non hanno prodotto il blu’
‘ah, allora mi può far vedere i colori disponibili?’
è andato nel magazzino molto lentamente, sembrava mi dovesse fare un favore personale!!
Federica
http://missfefe89.blogspot.com
sono andate a vedere le borse…che belle!!! mi piacciono….devo dire che il buongusto a te non manca!
Ciao e buona settimana
@khalimero:
Mi hai consolata eccome!
Perché al pensare alle sorelle Fendi borgatare mi è venuta in mente una cosa troppo divertente!!!
Qui c’è il link di YouTube, caso mai non si vedesse il video
Sono sempre più dell’idea che LV rimane una griffe che meriti quello che vale, anche come attenzione al cliente… e che le sorelle Fendi, non smentiscano minimamente l’idea di "borgatare" che da sempre ho di loro 😉
Non so se questo possa alleviare il "dolore" del dover rinunciare alla peekaboo, ma in altre boutique, se una cliente manifesta l’intenzione di avere un oggetto del genere, come minimo ti offrono un caffè…. ma quando l’anima è "borgatara" (e lo dico senza il minimo disprezzo, te lo assicuro) certe sottigliezze, non rientrano nella filosofia aziendale…
:-*
Kh.