Le cronache del mio armadio. Prologo.

Vorrei inaugurare con questo post una nuova rubrica che parla di vestiti, di scarpe e di borse (il che non costituisce una grossa novità), ma più nello specifico del mio armadio, di quello che c’è dentro, delle mie fissazioni, degli abiti ed accessori che amo di più e di come mi piace farli interagire tra loro, di vestiti, gioielli ed accessori comprati nei negozi e mercatini più improbabili in giro per il mondo…
E perché no, anche degli scheletri nel mio armadio: cioè degli acquisti irrimediabilmente sbagliati e di tutte quelle vecchie cose che, a rivederle oggi, mi fanno mortalmente vergognare di averle indossate!
Il protagonista della prima puntata è naturalmente l’armadio. O meglio la cabina armadio.

Il vantaggio di avere una cabina armadio è quello di non dover fare i cambi di stagione.
Lo svantaggio di avere una cabina armadio (non essendo single) è quello di dover dividere in parti uguali sette meravigliose ante con il mio fidanzato che ha quasi più vestiti di me.
Ovviamente, da brava Signorina Perfettina, ho una serie di fissazioni che riguardano l’armadio.
La più grave è quella di appendere gli abiti in base al colore, benché ormai io mi sia resa conto che si tratta di una battaglia contro i mulini a vento: quando si hanno tanti vestiti colorati e capi delle fantasie più disparate, non si avrà mai lo stupendo effetto cromatico delle rastrelliere che si vedono nelle boutiques minimaliste.
Così mi sfogo mettendo in ordine l’armadio del Signor G.
E devo dire che non c’è niente al mondo di più soddisfacente, per una maniaca dell’ordine come me, del sistemare per gradazione di colore decine di camicie che apparentemente hanno tutte la stessa tonalità di grigio, di rosa o di azzurro!

Un’altra fissazione inerente l’armadio è quella delle scatole e dei raccoglitori Ikea, come potete vedere dalle foto qui sopra.
Ho scatole per le calze, scatole per i nastri, scatole per i cerchietti, e perfino una scatola per la mia collezione di ben 70 bangles di vetro; inoltre conservo quasi tutte le scatole di Louis Vuitton ed Hermès, anche se vuote.
I Carrè infatti non li tengo più nelle rispettive scatole arancioni ma nei raccoglitori Ikea di cui sono un’accanita consumatrice, insieme alle borse più piccole (ognuna protetta dalla sua dust bag) ai guanti, alle cinture, alle spille e ai gioielli etnici.

I vestiti da sera e gli abiti lunghi hanno un’anta apposita, mentre sciarpe, scialli, pashmine e cappelli devono dividere due ripiani con le borse più grandi che purtroppo, e con mio grande disappunto, non entrano in nessun raccoglitore Ikea.

I capi di abbigliamento sono poi divisi in 6 distinte sezioni: capi spalla; giacche; abiti lunghi ed abiti da sera; abbigliamento invernale; abbigliamento estivo e una sezione speciale dedicata a tutti quei capi che non ho il coraggio di buttare (“magari torno ai 42 Kg di quando avevo 15 anni e riesco ad infilarmici dentro di nuovo” oppure “magari tornano di moda” oppure ancora “ok, non torneranno mai di moda, ma magari li elimino la prossima volta“) e ai vestiti da viaggio, quelli cioè che metto in valigia quando faccio un viaggio esotico che necessita di abbigliamento comodo, etnico, sfizioso e soprattutto low cost (caso mai mi perdessero i bagagli in maniera definitiva!)

Lo so… sono pronta per la Neuro!
Ma secondo me essere una fanatica della moda e dello shopping significa anche prendersi cura di tutto quello che compriamo… e poi (Carrie docet) un armadio è o non è preferibile a un diamante?!?

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