Purtroppo a Parigi non sono riuscita ad assistere a tutte le sfilate per le quali avevo ricevuto un invito. Ho perso Andrea Crews, Fatima Lopez, Manish Arora e (con mio immenso dispiacere) la presentazione di Gustavo Lins che adoro. Ma fortunatamente i miei voli aerei di ritorno non sono entrati in conflitto con i fashion shows di due designers a cui tenevo molto: Shiatzy Chen e Arzu Krapol.
Ho scoperto gli abiti di Shiatzy Chen 2 anni fa a Singapore e naturalmente ne sono rimasta folgorata: i tagli orientali, i tessuti cangianti, i ricami… tutto terribilmente Wong Kar Wai! Potete quindi immaginare la mia gioia nel poter assistere dal vivo a questa sfilata.
La collezione f/w 2011 di Shiatzy Chen si ispira ad un accessorio tradizionale cinese vecchio di almeno 2000 anni: il sac à trésor, un piccolo oggetto dai significati simbolici e di buon augurio, riccamente ricamato con motivi floreali che avevano lo scopo di rappresentare il contesto storico e la geografia di provenienza delle diverse etnie.
La collezione è opulenta e lussuosa, ricca di elementi tribali, di cuoio, di pelliccia, di tweed, di seta, di ricami e di Swarovski. La palette è calda e vibrante e attraversa tutte le tonalità del rosa e del viola: dal pesca al magenta, dal fuchsia al burgundy all’ametista. Non mancano i blu pavone, il color lapislazzulo e i grigi profondi.
Le linee sobrie, ispirate a quelle edoardiane d’inizio secolo, si tingono d’Oriente attraverso i ricchi ricami tradizionali ispirati dai sac à tresor : conigli (questo secondo il calendario cinese ne è l’anno lunare), peonie e gigli porte-bonheur.
Ispirazione fortemente futurista e palette totally black invece per la collezione f/w della stilista turca Arzu Kaprol.
La pelle è la protagonista assoluta: tagliata al laser, ramificata o replicata in sottili sequenze nero-profondo, diviene fluida come seta o si compone in geometrie concentriche e silhouette architettoniche simili a carapaci. Mescolata al mohair, alla mussola, alla crepe o al rettile si reinventa in maniera camaleontica, acquistando una nuova consistenza materica.
Il nero assoluto si illumina di riflessi argentei, di cristalli di jais, di piccole placche di onice e di bottoni color ebano che sottolineano le linee di spalle e braccia.
Archeologia di un futuro (questo il titolo della collezione) che si ispira ad una delle più antiche tradizioni turche: quella della lavorazione della pelle per l’appunto. E infatti Arzu Kaprol è sostenuta ed appoggiata nel suo lavoro di ricerca e sperimentazione proprio dal Turkish Leather Council.
Purtroppo la stupenda ma cupa location del Salone Imperiale del Westin Hotel di rue de Castiglione non mi ha aiutata nel gravoso compito di scattare foto decenti. Quindi ho dovuto integrare i miei pessimi scatti con alcune foto prese in prestito dal bellissimo Violeta Purple Fashion Blog, che vi invito a visitare.
Ed ecco un altro dei miei outfit da Fashion Week. Dopo aver importunato un fotografo che stava lavorando sul ponte Alessandro III e aver scoperto che mi aveva scattato solo foto a mezzo busto mi sono rassegnata alla cosa più triste del mondo: scattarmi altre foto a mezzo busto in casa davanti allo specchio!
Skirt, Missotten (also seen HERE); silk shirt, vintage; obi belt, Arrey Kono; stage bag, Miu Miu; gloves, Martelli; mohair cape, from Kazakhstan.
Pingback: Outfit autunnale con gonna vintage Dries van Noten | In the Mood for Love
molto bello questo tuo outfit e anche le sfilate !!
Grazie mille 🙂
sei meravigliosa!
questi sono tra i tuoi look i miei preferiti.
con le obi belt si riescono a definire degli abbinamenti veramente sofisticati, complimenti!
e la stola…
mmm
ovviamente complimenti anche per i resoconti modaioli, hai sempre un tocco acculturato di cui ahime’ il panorama e’ veramente carente!
un bacio
Grazie mille Caia 🙂
I look un po’ etnici sono sicuramente quelli che mi appartengono di più e le obi belt sono diventate una vera ossessione ormai!!!
Sono contenta che i miei resoconti ti siano piaciuti (ormai mancano un paio di sfilate milanesi che sono rimaste indietro e le presentazioni che diluirò nel corso dei mesi… tanto non c’è fretta visto che si parla del prossimo autunno!).
Ammetto che se hai sotto mano una cartellina stampa non è difficile scrivere la recensione di una sfilata: le ispirazioni, i significati reconditi e le info tecniche sono tutte lì dentro! Però mi sono capitati stilisti con cartelline stampa scarne o deliranti e in quel caso ho cercato di fare del mio meglio armata solo delle mie sensazioni!
Siccome la maggior parte di questi stilisti sono di nicchia ho voluto dare anche un’idea generale del loro modo di lavorare e della loro “filosofia”… sono contenta di non aver annoiato i miei lettori 🙂
Un bacione :-***
Che vestiti meravigliosi quelli della prima sfilata!!
Mi piacciono tutti 😀
Complimenti per il bellissimo blog!
Grazie mille Lara 🙂
Colta come sono, non conoscevo ne l’uno, ne l’altro!
Non preoccuparti amica, non è grave 🙂
Neppure io conoscevo la maggior parte degli stilisti che ho visto sfilare a Parigi, ma alcuni sono stati davvero delle bellissime scoperte!
Gli abiti della stilista cinese sono davvero belli, specialmente quelli da sera.
Quelli della stilista turca forse sono un po’ più difficili da portare ma sono davvero delle opere d’arte!
Invece del tuo look il pezzo che mi piace di più è senz’altro quella stranissima cintura!
Un abbraccio e buon inizio settimana.
Sara.
Ciao Sara,
in effetti sono due collezioni molto diverse ma entrambe stupende!
Sono contenta che la mia cintura ti sia piaciuta, l’ho presa a Berlino nel negozio di una giovane designer tedesca 🙂
Amica!ma come fai ad essere sempre così particolare!io adoro il tuo stile “orientaleggiante” , non sei mai uguale a nessun’altra è questo il bello di te!
ma come hai fatto ad andare a questa stupenda sfilata??
baci
Ehehehe, grazie amica!
Amo tantissimo l’Oriente e quindi finisco per usare spesso elementi di stampo orientale quando mi vesto: collane etniche… obi belt… sciarpe di seta… kimoni e altre cose strane!
In effetti sopra questa gonna avevo previsto di indossare un kimono vintage, ma faceva talmente tanto freddo che ho dovuto rinunciare e ripiegare su questa pesante cappa in mohair (e comunque sono morta di freddo lo stesso!)
Riguardo alle sfilate di Parigi è stato un caso partecipare a queste sfilate piuttosto che ad altre.
Quando sono usciti gli elenchi dei contatti stampa ho scritto alle agenzie che gestivano le sfilate che coincidevano più o meno con il mio soggiorno parigino; poi però ho scoperto che (a differenza di quello che accade a Milano) se a Parigi vieni accreditato da un agenzia vieni invitato a tutte le loro sfilate e presentazioni.
E così mi sono ritrovata ad essere invitata anche a sfilate che non avevo previsto e che purtroppo si sono svolte in giorni o orari che non mi hanno consentito di partecipare.
Però mi accontento: per essere la prima esperienza parigina è stata davvero bella ed interessante 🙂
Cara Roberta,
bellissimo post e bellissima te, come sempre.
Se ami l’ispirazione orientale dai un’occhiata a i marchi Shanghai Tang e Ports 1961. A me piacciono moltissimo.
Baci e buona settimana
http://seemeethrough.blogspot.com
Ciao Benedetta,
conosco e amo follemente Shanghai Tang! Mi piace perfino più di Shiatzy Chen perché è uno stile tradizionale più “puro”!
I vestiti di Shanghai Tang sembrano veramente quelli di “In the mood for love” e il mio sogno è possederne uno (prima o poi farò l’investimento!)
Invece Ports 1961 non lo conosco, ma rimedierò subito andando a cercare in internet!
Grazie mille per la segnalazione e un abbraccio.
Benvenuta nel mio mondo. Praticamente nessuno sa che io tengo un blog e quindi nessuno mi fotografa! Ciò necessariamente comporta specchio ed autoscatto per forza e praticamente sempre in casa. Devo trovare una soluzione per ovviare a questa drammatica situazione.
Ci sono alcuni vestiti davvero stupendi in queste sfilate.
Baci
Ciao amica,
non sapevo che nessuno sapesse del tuo blog!
In effetti è un problema di difficile risoluzione…
A meno che non vuoi comprarti un cavalletto e metterti a fare foto da sola en plein air (cosa che fa tanto gli albori dell’Insalata!) hai un’unica alternativa: confidare del blog a una tua amica particolarmente cara e chiederle di farti le foto quando uscite insieme.
Io ho il problema ogni volta che viaggio da sola (il che accade piuttosto spesso) e di solito risolvo chiedendo a qualche turista, possibilmente giapponese (ho notato che tutti gli altri rimangono basiti di fronte ad una reflex pura, che richiede cioé di guardare nell’obiettivo!).
Baci :-***