Oggi, per il secondo step del progetto di Don’t Cry per Telefono Rosa, vi porto in Costa Azzurra, a Cannes per la precisione, a rivivere l’Estate dei miei 17 anni.
I ricordi di quei giorni sono così vividi nei miei pensieri che riesco ancora a percepirne suoni ed odori: la mia madeleine proustiana è il profumo della tarte tatin che compravamo ogni mattina in un minuscolo forno della Haute Ville prima di andare a scuola.
Non che fossero tutte rose e fiori però, anzi!
La leggenda metropolitana secondo cui in vacanza studio le “famiglie affidatarie” vi accolgono in bianche ville vista mare fu immediatamente smentita, ed io e la mia amica del cuore finimmo in un caseggiato popolare nella più remota periferia della città, a condividere in 8 un appartamento di 60 mq… ma non ci importava.
Eravamo così felici di quella ventata di libertà, lontane dagli orari rigidi e dai divieti della nostra adolescenza italiana, che trovammo in fretta il nostro equilibrio.
Poveri mamma e papà, se ripenso alla fiducia con cui mi misero su quel treno, confidando nel fatto che avrei trascorso l’estate sui banchi di scuola, perfezionando il mio francese e filando a letto ogni sera non più tardi delle 11!
Il mio francese in realtà migliorò pochissimo ma trascorsi un’Estate pazzesca.
Ricordo i pic-nic sui prati impeccabili del Palais des Festivals, le sognanti passeggiate lungo il boulevard de la Croisette e i pomeriggi trascorsi a chiacchierare tutti insieme su una spiaggia libera mentre l’accompagnatrice italiana che avrebbe dovuto sorvegliarci arrostiva al sole sulla chic-issima spiaggia privata del Martinez.
Ricordo il poulet roti della domenica a casa dei nonni acquisiti e le drammatiche avventure patite ogni sera per tornare a casa, in un quartiere snobbato dagli autobus di linea e di cui nessun taxista sembrava conoscere l’esatta ubicazione.
Ricordo le serate trascorse al cinema, il fascino che quelle sale super tecnologiche esercitavano su noi ragazze di provincia e l’ostinazione con cui sceglievamo sempre thriller al cardiopalma con protagonisti feroci serial killer.
Salvo poi morire di terrore nel percorrere il tratto di campagna buia e desolata che separava il capolinea degli autobus dal portone di casa!
Ricordo lo shopping in rue d’Antibes e questo paio di shorts sdruciti acquistati per quella che all’epoca mi era sembrata una cifra folle.
Ricordo Frederick, il mio amore belga dai riccioli neri e dagli occhi da cerbiatto e il modo in cui ci conoscemmo, molto romanticamente, di notte e in mezzo ad una strada, caricati dallo stesso taxista per tornare a casa (se questo non è karma amiche mie…)
Ricordo che avevo addosso proprio questo paio di jeans quando Frederick mi baciò per la prima (ed ultima volta) in una discoteca di Juan les Pins salvo poi “fidanzarsi” a fine serata con una brunetta che non solo era italiana come me, ma veniva pure dalla mia stessa città (anche questo deve essere stato karma… o meglio Destino Crudele!)
E ricordo come fosse ieri la sera del 14 luglio, quando vennero a trovarci i nostri genitori dall’Italia e ci portarono a mangiare crostacei sul lungo mare, e ci toccò fingere di essere allegre ed affamate mentre io avrei voluto solo chiudermi nella mia cameretta a piangere e ad elaborare il mio lutto amoroso, lontana dai fuochi d’artificio e dalle allegre orchestrine e dalle piazze piene di gente felice che ballava.
Non c’è niente al mondo di altrettanto melodrammatico di un’adolescente dal cuore infranto!
E per me non c’è niente al mondo di altrettanto dolce del ricordarmi dell’adolescente che ero.
[Qui trovate l’elenco di tutti i blogs che partecipano al progetto di Don’t Cry per Telefono Rosa.]
Pingback: Don’t Cry per Telefono Rosa #3. I miei jeans. | In the Mood for Love
frederick ora sarà ciccione, avrà perso tutti i capelli e farà un lavoro da sfigato, tiè!
🙂
che bel racconto si…pare proprio di avere ancora 17 anni
🙂
😀 sto ridendo come una pazza!!!
Io lui me l’immagino ancora stupendo e con chioma fluente (magari leggermente sale e pepe) ma in effetti essendo belga un po’ di pancia da bevitore di birra deve essergli venuta!
Invece mi piacerebbe un sacco rivedere la mia nemica che già all’epoca non era esattamente longilinea, la maledetta!
Sembra assurdo ma pur vivendo in una piccola città finite le superiori non l’ho più rivista!
che bello! hai saputo rendere quell’atmosfera incredibile dell’adolescenza,dei primi amore…il tempo delle mele. bellissimi i jeans!
baci
momben
Hai detto bene cara, questo racconto sembra un po’ una delle avventure del tempo delle mele 🙂
Un bacione Ben :-***
Ma cosa mi dici! Ero convintissima fossero i nuovi, mamma mia se sono addormentata oggi 😀
Sono prontissima per domani anche se so già che rimarrò super delusa e tornerò a casa a ma i vuote come sempre.
La fila la farei anche, posso fare una follia del genere ogni tanto e so essere super paziente quando voglio ma la cosa che mi turba sono i 10 minuti disponibili per lo shopping!
In dieci minuti io non capisco nulla, figuriamoci se sono in grado di provare qualcosa e valutare obiettivamente.
Ho paura che cadrei preda della frenesia del momento e porterei a casa le peggio cose per poi pentirmene dopo pochi minuti 😀
Passeró sul presto in modo da poter entrare subito dopo i gruppi di pazze cavallette milanesi ma sto già cercando di mettermi il cuore in pace e non illuderti troppo!
Che poi, se è destino succederà 😀 Oggi per esempio ho comprato su garage (maledetta app, sarà la mia rovina!) la collana di Marni per H&M con i fiori bianchi e il cordoncino marrone che avevo tanto voluto un anno fa (e a meno della metà del prezzo originario :D)
Amica voglio quella malefica app!
Ora vado a vedere se esiste anche in versione Android!
Riguardo a MMM: comprare qualcosa in 10 minuti sarebbe veramente un suicidio! Passi per gli accessori che basta toccare un attimo con mano per capire se ci piacciono o no… ma QUEI vestiti?!? In 10 minuti non riuscirei neppure a capire come infilarmi in quelle cose informi, figuriamoci capire se sono portabili o no!
Comunque non vedo l’ora di sapere come sono andate le vendite!!!
Baci tesora :-***
Che bella storia Bailing:*** E’ proprio così a 17 anni:*)Anch’io conservo molti vestiti di quell’età…
Io purtroppo ne ho buttati e regalati molti!
E me ne sono davvero pentita…
Bellissimo racconto :).
Grazie 🙂
Che bella storia: si, la Costa Azzurra fa proprio questo effetto! E non sai quanto mi hai fatto venire voglia di una primavera in Riviera, con tutti questi fiori e pantaloncini corti pizzettosi!!
Un bacio amica!
Sai che io non sono mai più tornata a Cannes e Montecarlo dopo la vacanza studio?!
Due anni fa siamo stati in Provenza ma ci siamo spinti solo fino a Nizza…
Che nostalgia! Ho chiesto al Signor G. di portarmi a fare un week end lungo sui luoghi della mia adolescenza ma mi ha guardata malissimo 😀
Ahahah amica, è molto molto molto simile alla storia delle vacanze in Inghilterra di mia sorella, cuore spezzato incluso, purtroppo! Quando è tornata a casa era insopportabile (e a quanto ho potuto constatare anche il suo inglese non ha subito una drastica svolta :D)
Mi piacciono questi diari del denim, sono curiosa di leggere quello delle tue ”colleghe” 🙂
(E ps. mi piace un sacco anche come li hai costumizzati, sono adorabili!)
😀 Le vacanze studio sono veramente drammatiche dal punto di vista sentimentale e oltretutto non servono a niente!
Io condividevo la camera con la mia compagna di scuola e nonostante la nostra maman ci sgridasse sempre strillandoci di parlare in francese noi continuavamo imperterrite per la nostra strada: alla fine i due bambini più grandi di casa masticavano un po’ di italiano e noi parlavamo da schifo come sempre 😀
Ma sai che questi che porto in foto sono proprio i vecchi jeans comprati a 17 anni a Cannes?!
Quelli di Don’t Cry diventeranno molto, molto simili… ma li vedrete finiti solo mercoledì prossimo 😉
Baci amica :-***
P.S. Pronta per MMM?!?
Racconto bellissimo Roberta!! I ricordi dell’adolescenza sono davvero i più dolci.
Grazie cara 🙂
E’ vero! A volte nei week end di pioggia tiro fuori i miei vecchi diari e mi metto a rileggerli e sorrido e mi commuovo rivivendo tutti i miei drammi di ragazzina… sono proprio ricordi dolcissimi!
Sì lo faccio anch’io!
E comunque le esperienze estive adolescenziali per “studiare le lingue” (io 2 volte in Inghilterra) riservano sempre meravigliose perle 😀