Aubervilliers, 27 novembre 2012.
Avete mai accostato la guancia al muso vellutato di un cavallo per respirare il suo odore di erbivoro timido?
Quello per me è l’odore della felicità.
Ed è l’odore che si respira entrando nel Théâtre équestre Zingaro: odore di legno aromatico, di fieno, di cavalli dal manto lucido, di finimenti di cuoio appena ingrassati.
Saliamo le scale ripide, passiamo dal freddo intenso del cortile al tepore delle scuderie immerse nella penombra e percorriamo senza far rumore la passerella sospesa sopra i box. I cavalli sotto di noi non si curano dei nostri sussurri concitati.
Ci ritroviamo a calpestare la sabbia della pista aerea dove tra poco gli animali si lanceranno in un galoppo sfrenato: è un tunnel fiocamente illuminato, delimitato da pannelli di tessuto leggero da cui ci irridono teschi di merletto incoronati di fiori.
Un ragazza vestita di nero ci guida attraverso un’apertura nel tunnel e scendiamo nel teatro: fa caldo e la luce fioca ci permette di intravedere soltanto i contorni delle gradinate e, sulla pista rotonda, le sagome piumose di enormi tacchini neri addormentati e di scheletri pallidi che tra poco prenderanno vita.
Ci muoviamo tutti in punta di piedi, bisbigliando come se entrassimo in un Tempio, in fervida attesa dell’Uomo Centauro e della sua danza macabra.
Calacas in spagnolo significa scheletro e questo spettacolo è un incantevole omaggio al Dia de los Muertos messicano: una celebrazione popolare, suggestiva e naïf, che affonda le sue radici nella cultura sciamanica dei nativi americani.
Ma Calacas è anche la celebrazione dell’assenza, del lutto che l’uomo affronta nel perdere il suo compagno cavallo, perché perdere l’animale con cui si è lavorato per tutta una vita, per Bartabas equivale a perdere una parte di se stessi.
Il senso della morte è presente in tutti gli spettacoli del Théâtre équestre Zingaro, ma in Calacas prevale il lato gioioso della celebrazione perché, come in un Carnevale, la Vita è un moto perpetuo e continua nella sua corsa senza fine.
Al suono sfrenato dei tamburi Chinchineros e delle fanfare messicane i 29 cavalli di Bartabas danzano quindi la loro danza celeste, come messaggeri o angeli guardiani che accompagnano le anime nell’aldilà.
Vorrei potervi descrivere esattamente a parole quello che è stato definito dalla stampa francese un spectacle époustouflant, ma non è facile perché negli spettacoli di Bartabas le coreografie, le scenografie immaginifiche e le musiche giocano insieme a creare solamente degli spunti, e lasciano ogni spettatore libero di vivere a suo modo le emozioni evocate dalla sinergia tra uomini e cavalli.
Così ad Aubervilliers ho guardato i Chinchineros danzare frenetici al ritmo dei loro grandi tamburi; ho guardato fanciulle pallide amoreggiare con la morte, in sella a cavalli ammantati di rose e spose cadavere cavalcare bianchi destrieri.
Ho guardato senza fiato cavalli montati da cavalieri disincarnati lanciarsi in un galoppo sfrenato sulla pista sospesa tra la terra e il cielo, inseguiti da carovane di carri macabri e da folli pistoleri.
Ho respirato l’odore di incensi aromatici e ho guardato la Morte, vestita come Frida Kahlo, dondolarsi su un’altalena al suono di lugubri campane.
Ci sono stati momenti in cui, non sapendo più dove guardare, sono rimasta immobile e imbambolata, con la bocca spalancata per la meraviglia, sopraffatta dall’emozione, con i cavalli che galoppavano a 50 cm dal mio naso, con le criniere al vento che mi sarebbe bastato allungare appena una mano per poterle toccare, con gli scheletri impazziti che volavano sopra la mia testa facendomi ridere e sussultare, con il ritmo dei tamburi che battevano al medesimo ritmo del mio cuore.
Per me Calacas è stato un delirio di emozioni fortissime che mi hanno lasciata spossata e svuotata, una vera e propria catarsi artistica come ho provato raramente nella mia esistenza.
Ora lo sapete che io sono di parte, perché amo Bartabas come pochi altri artisti a questo mondo e perché nelle mie passioni rasento il fanatismo, ma credo fermamente che uno spettacolo del Théâtre équestre Zingaro (che amiate o meno i cavalli) sia un’esperienza da provare almeno una volta nella vita.
meravigliosi, alle volte mi rammarico di non aver modo di conoscerli meglio – i cavalli intendo – e guardo con l’occhio lucido le tue foto qui a fianco mentre abbracci il tuo cavallino. e vieterei per legge di consumarne la carne. orrore.
🙂
Marina
ps il tuo post sulla ricerca del carrè mi ha fatto venire una voglia mostruosa di cercarne uno che desidero da moooolto, ma pare introvabile.
Ciao Marina,
hai proprio ragione: consumare carne di cavallo è una cosa orribile… come mangiarsi un micio o un cagnolino 🙁
Quale carré stai cercando?
Se mi dici nome ed anno di uscita ti aiuto volentieri a cercarlo!
Se è abbastanza recente puoi provare a chiamare la boutique di Brescia: chiudono tra due settimane e stanno vendendo con un discreto sconto il loro “archivio”.
Un abbraccio cara.
grazieeeeeee! sto cercando il Fleurs d’Indiennes nella variante con il fondo azzurro e una serie di colori vari pastello credo sia del 2010-2011. ‘spe che ti metto il link da MaiTai poi magari lo togli quando approvi, ma intanto vedi qual è http://www.maitaispicturebook.com/2011/04/spring-colours-scarf-it-up.html
e poi ti devo mandare una mail che volevo proporti una cosa proprio riguardo i carrè Hermès che sono la passione della regina Elisabetta 🙂
E’ meraviglioso Les fleurs d’Indiennes!
Secondo il database di Luxury scarves è del 2011 ma è già stato ri-editato nel 2011/12 quindi dovrebbe trovarsi ancora con relativa facilità nelle boutique più piccole.
Io fossi in te farei uno squillo alla boutique di Brescia (oltretutto vendono i carré delle passate collezioni a 200 euro causa chiusura imminente!) e proverei anche con Palermo e Courmayer.
In caso dovessi trovarlo la procedura d’acquisto è super veloce: tu fai un bonifico e loro lo spediscono con DHL a spese loro 🙂
Aspetto la tua email!
Adoro la Regina quando indossa i suoi carré… mi ricordo ancora di una foto bellissima vista in Scozia di lei a cavallo con il carré annodato sotto al mento, insieme alla principessa Anna e a Zara bambina sul suo pony!
🙂
Mi hai fatto venire la pelle d’oca solo che dal racconto.
Deve essere un’esperienza meravigliosa ed unica. Per chi vuole provare emozioni.
I cavalli sono creature bellissime, dolcissime.
Un bacio cara amica, e buon lunedì.
Vale
Sono davvero contenta di essere riuscita a trasmetterti un po’ delle emozioni provate assistendo a questo spettacolo 🙂
Un bacione cara e buona settimana :-***
Cara, sei riuscita perfettamente a descrivere in maniera molto evocativa tutte le tue emozioni e mi lasci con la voglia di partecipare, un giorno o l’altro, a uno di questi spettacoli.
Buona settimana!
Amica sono contenta di essere riuscita a descrivere almeno quello che ho provato: ci ho messo due settimane per trovare l’ispirazione per scrivere ma mi sono resa conto di non essere in grado di descrivere lo spettacolo se non per flash e immagini comunque distorte dalla mia percezione 🙂
Un bacione e buona settimana anche a te :-***
Dev’essere un spettacolo suggestivo, mi piacerebbe vederlo!
Più che suggestivo! Te lo consiglio assolutamente 🙂