“Let other play other games,
the King of Games
is still the Game of Kings.”
Il Polo è in assoluto uno degli sport più antichi che conosciamo: le prime notizie a riguardo risalgono infatti al 600 a.C.
Fu il Re persiano Dario il Grande a portare il Polo in India nel 522 a.C. e da lì questo sport raggiunse la Cina dove assunse un’importanza tale che, per poter accedere alle cariche pubbliche più prestigiose, era necessario esserne abili giocatori.
Furono gli ufficiali inglesi di stanza in India, che iniziarono a giocare a Polo alle corti dei Maharaja di Manipur e Lahore, ad importarlo in Inghilterra dove il club di Monmouthshire fu fondato nel 1872.
Il primo club italiano fu fondato invece nel 1924 sull’isola istriana di Brioni e ne fu presidente onorario il Duca di Spoleto.
Il Polo si disputa tra due squadre composte ognuna da quattro cavalieri muniti di mazze denominate stecche, formate da una canna di bambù al termine della quale è fissato un mazzuolo di legno.
E’ un gioco nobile ed esclusivo le cui complesse e numerose regole sono pensate per salvaguardare uomini ed animali.
Si gioca su un campo rettangolare in erba, ma anche sulla sabbia o sulla neve, e non solo a dorso di cavalli, ma perfino di elefanti o di cammelli.
Le partite possono avere quattro, sei o otto tempi chiamati chukker della durata di sette minuti ciascuno di gioco effettivo, con interruzioni di 3-5 minuti che consentono agli atleti i cambi di cavallo.
L’obiettivo del gioco è segnare più goal possibili facendo passare la palla tra i pali di meta della squadra avversaria.
I giocatori di Polo vengono valutati in base a un parametro detto handicap che varia dal -2 al 10.
Sono giudicati con handicap -2 i principianti, mentre possedere un handicap 10 significa avere conseguito la perfezione in questo sport.
L’insieme degli handicap dei singoli giocatori forma l’handicap della squadra.
Nel caso di un incontro tra due squadre con handicap diversi, quella con l’handicap inferiore ha diritto ad un goal di vantaggio.
So di non fare poi molto testo, adorando tutti gli sport equestri, ma vi assicuro che il Polo è davvero avvincente da seguire anche se non se ne conoscono a fondo le regole.
E poi la consuetudine di sorseggiare champagne mentre si assiste alle partite lo fa balzare di diritto in cima alla classifica dei miei sport del cuore!
Il prossimo appuntamento con la Polo Gold Cup è a Roma dal 21 al 25 giugno prossimi.
Siccome oggi è martedì vi ricordo anche la #rubriga, ovvero il lato social della marinière in collaborazione con i blogs di Caia, Clarissa, Giulia, Meggie (che ospita il post a tema di oggi) e Sandra.
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Sai che ti sei persa (so che avevi di meglio da fare :-p) su Instagram un post dedicato a te!:) Prendendo in prestito una borsa a mia madre ho trovato dentro un foulard Hermes con tema cavalli il cui titolo era Inverno.
Incipit a parte, io del Polo non sapevo nulla quindi ho trovato affascinante la storia, grazie cara:)
wow… che fortuna!
Ecco, trovare per caso un carré d’Hermès in una vecchia borsa è decisamente una di quelle cose che potrebbe tingere di rosa anche la giornata più nera 😀
Corro a vedere su Instagram :-***
E’ davvero uno sport molto affascinante ^-^. Grazie per la spiegazione dettagliata, non conoscevo molte nozioni a riguardo.
Bacino e buona serata
Vale
Sono contenta che tu abbia trovato questo post interessante 🙂
Un bacio cara e buona serata anche a te :-***
Cara,
che belle immagini ( queste e anche le precedenti)! Ho letto di tutte le disavventure di tipo influenzale , certo che il tempismo è stato perfetto, mai che una si ammali quando sta facendo un lavoro noioso. Spero che tu sia in fase di ripresa pronta a deliziarci come sempre. Ciao Fabiana
Amica questa MFW è stata una vera disfatta, avevo tanti progetti e sono naufragati tutti 🙁
Ah… ovviamente ora che sono tornata alla routine quotidiana sono perfettamente in salute!
Un bacione cara :-***
si direi affascinante. il duca di Spoleto?!? ma vedi tu, sarebbe in parole povere il padre dell’attuale duca d’Aosta. 🙂
Queste notizie storiche le ho trovate sul magazine ufficiale della Gold Cup, ma devo confessarti che non avevo la più pallida idea di cosa fosse l’Isola di Brioni… e meno che mai di chi fosse i Duca di Spoleto 😀