La scenografica sala del Ristorante Do’ Leoni dell’Hotel Londra Palace.
Spiedino di triglie con crema leggera di patate e olive taggiasche.
Chef Loris Indri.
Dieci giorni fa ho avuto la fortuna di partecipare alla cena di gala riservata alla stampa della manifestazione Gusto in Scena 2013, nella stupenda cornice del Ristorante do’ Leoni dell’Hotel Londra Palace a Venezia.
Morro di baccalà massaggiato all’olio extravergine d’oliva, riso e latte di provola.
Chef Ilario Vinciguerra.
Lugana Vigne di Catullo DOC 2010, Tenuta Roveglia, Brescia.
Turbiana 100%
Non mi lancerò in una recensione tecnica di quello che abbiamo mangiato e bevuto perché come sapete sono un Avvocato prestato alla Moda e quindi non ne ho assolutamente le competenze.
Il mio approccio con il cibo e con il vino è semplicemente emozionale e tale sarà questo post.
Ravioli alla parmigiana con scampetti di laguna, serviti con crema di crostacei ed emulsione di piselli.
Chef Loris Indri.
Posso dirvi che non capita tutti i giorni di sedersi a tavola per andare incontro ad un’esperienza enograstronomica di questo livello e che non capita tutti i giorni di avere in cucina non due, bensì quattro mani sapienti.
Quelle del 18 marzo davvero non hanno bisogno di presentazioni perché erano le mani di Ilario Vinciguerra, chef dell’omonimo Ristorante di Gallarate (1 stella Michelin e 3 Forchette Gambero Rosso), e di Loris Indri, il giovane e talentuoso Executive Chef del Londra Palace.
Venetian Wood IGT 2012, Ristorante Do leoni, San pietro in Cariano, Verona.
Rondinella, Gold Traminer, Kerner, Incrocio Manzoni.
Pasta, Patate e cozze.
Chef Ilario Vinciguerra.
Il Melograno IGP 2012, Cantina La Marchesa, Lucera.
Nero di Troia 80%, Montepulciano 20%
Sotto ad ogni foto trovate la dettagliata descrizione del piatto e dei vini sapientemente abbinati dal Sommelier del Londra Palace Samuel Baston, che è stato così cortese da mettersi a chiacchierare di vino perfino con una interlocutrice poco esperta come me!
Tra le etichette assaggiate mi ha colpita in particolare il Venetian Wood IGT 2012, il vino del Ristorante do’ Leoni assaggiato in anteprima, sia per ragioni gustative che estetico-emozionali.
Il nome è un poetico omaggio a Venezia e ai suoi legni che affondano le radici non nella terra ma nelle acque della laguna; l’etichetta è stata disegnata da una giovane artista italiana che vive a Berlino e il vino è un bellissimo blend molto fresco e profumato di vitigni veneti (tra i quali il Rondinella vinificato in bianco) che per me sono stati una piacevolissima scoperta.
Pacchettino di rombo e foie gras con crema dolce di lamponi, erbette fresche e croccante di pane.
Chef Loris Indri.
Ruché di Castagnole Monferrato DOCG 2011, Montalbera, Castagnolo Monferrato.
Ruché di Castagnole Monferrato 100%
Oro di Napoli. Chef Ilario Vinciguerra.
Barattolino Do’ Leoni con cioccolato bianco, crema di mango e pepe lungo indonesiano. Chef Loris Indri.
Tra i piatti (tutti assolutamente sofisticati nella loro grande semplicità) quello che mi ha più colpita è stato il pacchettino di rombo e foie gras con crema dolce di lamponi dello Chef Loris Indri, un abbinamento che al mio palato di appassionata mangiatrice è sembrato semplicemente perfetto.
Limoni e Scarola.
Chef Ilario Vinciguerra.
Sciacchetrà Cinque Terre DOC Passito 2010, Buranco, Monterosso al Mare.
Bosco 80%, Vermentino 15%, Albarola 5%
Piccola pasticceria.
Chef Loris Indri.
Il patron di Gusto in Scena Marcello Coronini insieme agli Chef protagonisti della serata: Loris Indri a sinistra ed Ilario Vinciguerra a destra.
Come perfetta è stata la location.
Il Londra Palace, che è l’unico hotel veneziano a far parte della prestigiosa Relais & Chateaux, è un raffinato connnubio di tradizione veneziana e modernità, gestito con grande garbo e savoir faire dal Direttore Alain Bullo coadiuvato da uno staff di rara competenza e cortesia (qualità che putroppo in Italia non sono sempre da dare per scontate, neppure negli hotel di un certo livello!).
Marcello Coronini insieme agli Chef e al Direttore del Londra Palace, Alain Bullo.
La brigata di cucina e di sala del Ristorante Do’ Leoni dell’Hotel Londra Palace.
E qui sono veramente diventata viola per l’invidia! L’unica cosa che mi consola è che io davanti a tano ben di Dio, nonostante le porzioni siano minuscole, non riesco mai ad arrivare in fondo! Davvero meraviglioso: per il menu, i vini e la location.
Ti confesso che ho avuto anche io un momento di crisi al secondo primo… ma non potevo arrendermi ed avanzare simili delizie!
Che serata stupenda!!! I ravioli dovevano essere sensazionali! Inoltre adoro lo sciachetrà.
Bacini
Vale
I ravioli erano a dir poco sublimi 🙂
Baci cara :-***
Faccio coming out e dico che io la nouvelle cuisine non la capisco tanto quanto non capisco l’arte contemporanea (ammettendo però che nella nouvelle cuisine è la quantità che mi fa sorgere dei dubbi, non la qualità).
Però all’aspetto tutto da 10 e lode.
Ti assicuro che la quantità era perfetta 🙂
Sarebbe impossibile mangiare 8 porzioni di cibi diversi tutte molto abbondanti durante un’unica cena… si arriverebbe alla fine più morti che vivi!
Una cena gourmand deve essere un piacere per il palato, non un’abbuffata!
E poi naturalmente, come hai giustamente notato, il cibo deve deliziare anche gli occhi oltre che il palato!
Amica, che piatti splendidi! Mi sono già appuntata il ristorante di Vinciguerra, assolutamente da provare!
Baci :***
Io invece medito di sperimentare un due stelle Michelin che ha partecipato alle conferenze di Gusto in Scena e che mi ha molto colpita per avere in carta un menu completamente vegetariano!
Poi ti saprò dire 🙂
meraviglioso ma… mi sa che avete magnato poco 😀
sempre così con la nouvelle cuisine 😉
baci
giulia
http://www.lediablerose.com
Non è vero sai!
Ti dirò che non sarei riuscita a mangiare una briciola in più, le porzioni erano perfette!
Quando si assaggiano tanti cibi (e tanti vini) diversi con equilibri di sapori così particolari le porzioni devono essere necessariamente mignon altrimenti la cena si trasformerebbe in una terribile abbuffata e si arriverebbe alla fine distrutti!
Invece sono dell’idea che ci si debba alzare da tavola soddisfatti, sazi ma non fisicamente provati 🙂
certo, hai perfettamente ragione!!