Hong Kong è una città strana che si ama o si odia senza mezzi termini.
Al Signor G. sono bastate poche ore per detestarla, a me pochi istanti per amarla fin dalla mia prima volta (era l’inizio degli anni ’90) quando, durante il mio primo viaggio nel Sud Est Asiatico, atterrammo al Kai Tak Airport (considerato il sesto più pericoloso al mondo) con una spettacolare planata tra i grattacieli.
Hong Kong negli anni ’90 era la città della Kowloon Walled City, il luogo più densamente popolato al Mondo, con circa 30.000 persone ammassate in 300 edifici alti fino a 15 piani, e soprannominata The City of Darkness perché ai piani bassi non arrivava mai la luce del sole: una terra di nessuno contesa per anni dai due Governi, inglese e cinese, e che venne rasa al suolo tra il 1993 e il 1994.
Ma era anche la città dell’Island con i suoi grattacieli scintillanti, gli hotel di lusso con le piscine al trentesimo piano, gli incredibili Mall e i ristoranti panoramici affacciati sulle mille luci della Baia: una sorta di Paese delle Meraviglie ai miei occhi di ragazzina Europea alla scoperta di un nuovo Continente.
Sono passati tantissimi anni ma la vista di Victoria Harbour nella luce violetta del crepuscolo, con i grattacieli illuminati e la tradizionale giunca dalle vele rosse che solca placidamente le acque della Baia, per me continua a valere da sola un viaggio.
7 cose in mood nostalgico da fare a Hong Kong:
♥ Iniziate la giornata in città con un momento tutto per voi, concedendovi un trattamento tradizionale.
Che scegliate una riflessologia plantare super cheap da Lok Ku Happy Feet o una lussuosissima Shanghainese Pedicure al Mandarin The Salon, affidandovi alle mani esperte di Mr. Samuel So, i vostri piedi ringrazieranno!
♥ Regalate alla vostra dolce metà una seduta al The Mandarin Barber, il salone in stile Art Deco che è uno dei luoghi strategici per la routine giornaliera dei gentiluomini in città fin dal 1963, e dove si respira ancora l’atmosfera esclusiva di un gentleman’s club.
♥ Una tappa da Linva Tailor al numero 38 di Cochrane Street è d’obbligo.
Mr. Ching-Wah Leung è il sarto che ha cucito i meravigliosi quipao indossati da Meggie Cheung nel film In the mood for Love e avete due opzioni: farvi fare un abito su misura oppure, se non trascorrerete abbastanza tempo in città, farvene adattare uno alla vostra silhouette.
♥ La consuetudine del tè a Hong Kong si chiama Yum Cha e si celebra accompagnandolo ai Dim Sum, deliziosi bocconcini serviti in cestelli di bambù e declinati in decine di gusti diversi.
Tre indirizzi su tutti:
– I Dim Sum stellati di Lung King Heen il ristorante del Four Season insignito da 3 stelle Michelin (ma ricordatevi di prenotare il vostro tavolo con un paio di mesi di anticipo).
– I Dim Sum in nouvelle Cantonese style di Cuisine Cuisine.
– Il classico Yum Cha da Lin Heung Teahouse, se non vi spaventa l’idea di dover sgomitare e di avere a che fare con un personale per lo più scortese e non anglofono.
♥ Se amate i film di Wong Kar Wai non potete lasciare Hong Kong senza esservi procurate un Mahjong o aver visitato una casa da gioco.
Per entrambe le cose dovrete spostarvi a Kowloon: in Shanghai Street potrete trovare qualche Mahjong House superstite (ricordatevi che è permesso curiosare ma non fotografare!) ed acquistare un gioco artigianale da Kung Yau Cheung. Per un set da Mahjong vintage invece dovete andare da Chi Ming Mahjong, al numero 60 di Fa Yuen Street.
♥ L’ora del tramonto si avvicina. Attraversate la baia con l’unica giunca tradizionale ancora in servizio e godetevi lo spettacolo da batticuore delle Mille Luci di Hong Kong.
♥ Per una memorabile cena con vista scegliete il Man Wah, sofisticato ristorante cantonese del Mandarin Oriental, o il Petrus dell’Island Shangri-la, che era il ristorante preferito di mio padre dove tornavamo ad ogni soggiorno.
I wore: dress, courtesy of Cecilia Arpa; sandals Swedish Hasbeens x H&M; bag, Louis Vuitton; sunglasses, courtesy of Blackfin Eyewear; watch, courtesy of Daniel Wellington.