Dopo il mio primo viaggio nella Terra del Sol Levante mi ero ripromessa di tornare di nuovo in questo Paese così affascinante per vivere al meglio il Giappone tradizionale, con tutti i suoi antichi rituali e così quest’anno abbiamo scelto di concludere il nostro viaggio soggiornando in una stazione termale.
La scelta, grazie ai consigli della mia amica Silvia (che dobbiamo ringraziare anche per la bellissima esperienza del Temple Lodging), è ricaduta su Kinosaki Onsen: una cittadina situata tra le montagne e il mare nella Prefettura di Hyogo, nel Nord-Ovest del Giappone, con sorgenti calde scoperte nel VIII secolo e famosa per il suoi 7 stabilimenti termali e per i suoi ponti, incorniciati da romantici viali di salici e ciliegi ed illuminati da lanterne.
Inutile dirvi che con questa deliziosa cittadina il colpo di fulmine è stato immediato, tanto più che siamo stati così fortunati da arrivare a Kinosaki il giorno del Tourou Nagashi, una cerimonia giapponese durante la quale si affidano alle acque centinaia di lanterne di carta.
Così, la nostra prima sera nella stazione termale, siamo scesi in strada vestiti con i tradizionali zoccoli di legno e i bellissimi yukata forniti dal nostro ryokan e abbiamo diligentemente dipinto la nostra lanterna di carta, seduti ai lunghi tavoli insieme a centinaia di giapponesi (Kinosaki è prevalentemente una meta di turismo interno e quindi gli occidentali sono ancora molto pochi), per poi affidarla alle acque del fiume, in un tripudio di musica e luci.
Il nostro soggiorno a Kinosaki, al termine di un viaggio molto faticoso a causa del clima torrido, è poi trascorso in totale relax, visitando i sette bagni termali e i templi, passeggiando nei viali ombrosi con indosso i nostri abiti tradizionali e mangiando cibo delizioso, accompagnato da birra artigianale locale, nelle molte graziose locande.
Travel tips. Ovvero 5 cose da sapere per godersi al meglio l’esperienza di un Onsen giapponese.
1 – Ai bagni termali in Giappone si accede nudi, dopo aver adempiuto ad un complesso rituale di pulizia che prevede di lavarsi con molta cura (e molto sapone) prima di immergersi nelle vasche. Per i giapponesi la “comunione in nudità” (裸の付き合い hadaka no tsukiai) rappresenta un aspetto importante della vita sociale. D’altra parte, a differenza di quello che accade nelle nostre saune, solo molto raramente nei bagni termali giapponesi c’è promiscuità, nel senso che uomini e donne si separano subito dopo l’ingresso per accedere ad aree separate.
2 – Alcuni hotel e ryokan che sorgono nelle località termali hanno i loro Onsen privati da utilizzare in esclusiva, evitando così la suddetta “comunione in nudità”. Di solito non è necessario riservare l’uso della vasca, ma è sufficiente assicurarsi che sulla porta ci sia la targhetta “Vacant”.
Noi per esempio abbiamo soggiornato al Koyado-Enn, una lussuosa locanda adults only con camere arredate in stile tradizionale, dotata di ben due vasche termali. Tutti gli hotel, anche quelli dotati di Onsen privato, mettono comunque a disposizione dei propri ospiti un pass che permette di accedere gratuitamente a tutti gli stabilimenti termali della località.
3 – Nelle stazioni termali è abitudine indossare gli yukata e gli zoccoli in legno messi a disposizione da ryokan ed hotel, non solo per andare a fare il bagno ma anche per passeggiare e andare al ristorante. Per esempio nella nostra locanda ogni pomeriggio, nel salotto adiacente alla rececption, venivano aperti i cassetti di un enorme como’ e gli ospiti erano liberi di scegliere la loro combinazione di colore preferita, con mia somma delizia!
Dopo qualche giorno passato con indosso gli yukata li si abbandona a malincuore, faticando a ritornare all’abbigliamento occidentale, perché questi kimoni estivi sono davvero freschi, comodi e molto confortevoli.
Discorso diverso per gli zoccoli in legno che spezzano letteralmente i piedi (specialmente quelli da donna, che per tradizione devono essere indossati con il tallone che sporge di parecchi cm).
I giapponesi li indossano con molta disinvoltura, battendo il tacco a terra ad ogni passo e producendo un rumore caratteristico simile a quello dei cavalli al trotto, ma vi sconsiglio di imitarli troppo a lungo!
4 – Per fare un Onsen come tradizione comanda, oltre ad un asciugamano con cui asciugarvi alla fine del bagno, avrete bisogno anche di un asciugamano più piccolo con cui strofinare vigorosamente tutto il corpo durante gli accurati lavacri che precedono l’ingresso in vasca. L’asciugamano viene poi strizzato, ripiegato con cura ed appoggiato sopra la testa. Come potete immaginare quest’ultimo passaggio è per me inconcepibile (un asciugamano bagnato sulla mia frangia?!?) quindi ho ignorato bellamente la tradizione lavandomi a mani nude e sopportando stoicamente le occhiate di disapprovazione delle altre donne presenti.
5 – Nei bagni termali giapponesi non ci sono aree relax a bordo vasca dove fermarsi a riposare e a bere un tè dopo aver fatto il bagno. Inoltre l’acqua termale è veramente molto calda, quindi la permanenza nelle vasche, specialmente in Estate, è per forza di cosa piuttosto breve.
Negli Onsen più grandi, oltre alle vasche termali, troverete bagni di vapore e saune fredde e anche un’area relax o un bar all’ingresso, dove sedervi a bere qualcosa prima di uscire; in alcuni Onsen potrete addirittura usufruire per pochi spiccioli di poltrone massaggianti super tecnologiche, ma in linea di massima, dopo 30/45 minuti al massimo, avrete già sperimentato tutto quello che l’Onsen può offrirvi e sarete pronti per passare al bagno successivo.