A Barolo, in bassa Langa, c’è una casa dipinta di giallo che, circondata da colline e vigneti, sovrasta il paese.
E’ proprio qui che nella prima metà dell’Ottocento è cominciata la storia della Cantina Marchesi di Barolo e noi, in una splendida giornata di sole settembrino proprio quando i vitigni sono pronti alla vendemmia e le uve raccolgono gli ultimi raggi di sole, siamo andati a scoprirla.
“Baròl” cioè “luogo basso” è il termine dialettale da cui nasce la parola Barolo.
Osservando la cittadina infatti ci si accorge che per tre lati è sovrastata da alti colli che proteggono le pendici più basse dalle piogge e dal troppo vento, garantendo così il microclima ideale per la crescita del Nebbiolo, l’uva da cui si produce il Barolo, uno tra i vini rossi tra più famosi ed apprezzati al mondo.
Marchesi di Barolo è una delle Cantine più antiche della regione.
Nel 1807 la nobildonna francese Juliette Colbert de Maulévrier, discendente del ministro delle finanze del Re Sole, sposò Carlo Tancredi Falletti, Marchese di Barolo, che aveva grandi possedimenti in zona e un Castello che dominava il paese.
Juliette aveva già imparato ad amare i grandi vini francesi e ne aveva compreso il valore economico quindi, trasferitasi dopo le nozze nella tenuta del Marchese, intuì subito che i vigneti circostanti godevano di una combinazione ideale per una produzione vinicola di tutto rispetto.
Nel 1838, rimasta vedova, fu Juliette a promuovere il vino locale e a renderlo noto tra gli altri al Conte Camillo Benso di Cavour, che imparò ad amare questo vino e lo fece servire, durante i suoi pranzi diplomatici, ai suoi ospiti di alta caratura.
Quando nel 1864 Juliette morì priva di eredi la stirpe dei Falleti di Barolo si estinse, ma a perpetuarne il ricordo e l’attività fu l’Opera Pia Barolo che ha tuttora sede nel bellissimo Palazzo Barolo a Torino: Juliette infatti, in modo lungimirante, aveva disposto nel testamento la creazione di una Fondazione a cui lasciare tutte le proprietà.
Nel 1895 i fratelli Pietro ed Ernesto Abbona (quest’ultimo nonno dell’attuale proprietario), riuscirono ad acquistare le antiche cantine di vinificazione ed affinamento dei Marchesi di Barolo, diventando dei veri e propri patriarchi di questo vino e facendolo conoscere in tutto il mondo.
Oggi a guidare la prestigiosa azienda vitivinicola ci sono Anna ed Ernesto Abbona, ma l’antica storia della cantina si respira ancora ovunque: durante la nostra visita infatti abbiamo potuto ammirare le cinque vecchie botti patrimonio della Marchesa Falletti e, nell’Enoteca Storica di Marchesi di Barolo, una raccolta di antiche annate tra cui spicca una bottiglia del 1861, anno dell’Unità d’Italia.
La Cantina Marchesi di Barolo con i suoi 130 ettari di vigneto oggi produce un’ampia gamma di vini: Barolo, Barbaresco, Nebbiolo d’Alba, Barbera d’Alba, Dolcetto d’Alba, Roero Arneis, Gavi, Moscato d’Asti e Brachetto d’Acqui e propone alcuni prestigiosi Cru Storici tra cui il Cannubi.
Negli ultimi anni le Langhe sono diventate un’importante meta di turismo enologico e la Cantina Marchesi di Barolo accoglie i wine lovers provenienti da tutto il mondo nella sua ampia e funzionale area accoglienza: ci sono una vineria dove degustare i vini accompagnati da specialità tipiche delle Langhe, un piccolo punto vendita interno dove gli appassionati possono trovare tutto ciò che circonda ed arricchisce il mondo del vino (accessori, letteratura, immagini della regione vitivinicola) e un raffinato Ristorante, la Foresteria dei Marchesi di Barolo, dove gustare la tradizionale cucina piemontese.