Berlino è una città malinconica che porta il peso della Storia che ha vissuto prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale; la sua bellezza è asciutta e fredda, con i profili delle statue che sembrano toccare il cielo ma con lo sguardo indulgente e protettivo rivolto agli uomini, giù in basso.
Tutto sembra superare la dimensione umana: grandi strade, palazzi e musei.
La immaginavo caotica e brulicante di vita e invece ho trovato una città silenziosa, con pochissimo traffico, molto pulita e naturalmente molto organizzata.
Nei miei giorni berlinesi mi sono concentrata sui Musei, in particolare quelli della Museumsinsel, un’area che contiene ben cinque Musei di importanza internazionale, il parco Lustgarten ed il Duomo di Berlino e che, nel 1999, è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.
Qui ho coronato il sogno di vedere la ricostruzione completa della porta di Ishtar e le testimonianze dell’arte assiro-babilonese ed egizia, ed ho potuto ammirare la splendida Nefertiti, con il suo volto incredibilmente realistico e moderno.
Anche solo per queste bellezze vale la pena partire e trascorrere qualche giorno a Berlino, una città che in Autunno dà forse il meglio di sé, con i parchi bellissimi e curati che si tingono di giallo e d’oro rendendola meno austera e più suggestiva.
Musei a parte ho trovato molto affascinante l’Architettura della ex Berlino Sovietica che risulta incredibilmente moderna, con le sue linee asciutte e ad un tempo retrò e con i vecchi condomini, colorati come palazzi di design.
Nel resto della città l’architettura regala dettagli sorprendenti un po’ ovunque: facciate, portoni, sculture, colonne, ponti e perfino la Metropolitana sono ricchi di piccoli dettagli suggestivi.
Interessante il Friederichstandt-Passangen a pochi passi da Check Point Charlie: tre isolati collegati tra loro da gallerie sotterranee e negozi con ristoranti e caffetterie, tutti realizzati da grandi architetti.
C’è il Quartier 207 realizzato da Jean Nouvel e sede della succursale tedesca della Galeries Lafayettes; il Quartier 206 realizzato da Ming Pei, Cobb, Freed & Partners che richiama lo stile della Germania anni ’20, con decorazioni spiccatamente Art Deco; e infine il Quartier 205 di Ungers, dove regnano forme quadrate ed architettura informale e dove è ospitata una scenografica scultura monolitica di tre piani chiamata Torre di Klythie e realizzata da John Chamberlain con rottami di ferro colorato (ci aveva inquietato l’idea che si trattasse di vecchie Trabant rottamate ma, come abbiamo scoperto in seguito, queste buffe automobiline sono in purissima Duroplast socialista!).
Bellissimi anche gli Hackesche Höfe, un complesso di 8 cortili nel cuore di Scheunenviertel, il quartiere più bohèmien di Berlino: è di particolare interesse soprattutto l’Hof 1 che fu splendidamente restaurato all’inizio del ‘900 con decori in stile Art Nouveau e ceramiche disegnate dall’architetto August Endell.
Su tutta la città (e in quasi tutte le foto) regna poi la Berliner Fernsehturm con i suoi 368 metri di altezza: questa torre, realizzata tra il 1965 e il 1969 dall’architetto Hermann Henselmann, è probabilmente il più grande capolavoro tecnico e politico della Germania Orientale ed è ancora oggi l’elemento che caratterizza meglio lo skyline della città.