Se non avete mai visto una Trabant dal vivo non avete idea di quale ondata di tenerezza sia in grado di scatenare questa buffa vetturetta che, nella versione P-601, ha attraversato indenne quasi trent’anni di storia rimanendo immutata dal 1964 fino al 1991, anno in cui è definitivamente uscita di produzione.
La Trabant, come le sue “sorelle” occidentali dell’epoca (Fiat 500, 2CV, Maggiolino, Mini e via dicendo), finisce inevitabilmente per affascinare i cultori delle utilitarie vintage ma nel suo caso c’è di più, perché questa scatoletta in pura plastica non riciclabile (la famigerata Duroplast) è lo specchio di un’epoca: da Auto del Popolo nella ex DDR è diventata il simbolo stesso della caduta del Muro (memorabili le immagini delle colonne di Trabant che attraversarono Check Point Charlie il 9 Novembre del 1989!), fino a trasformarsi ai giorni nostri in un’icona della Ostalgie.
Dopo aver riportato a casa i Tedeschi dell’Est da un viaggio durato quasi 40 anni e averli fatti riunire ai fratelli dell’Ovest, la Trabant era infatti caduta in disuso, soppiantata dalle più moderne e seducenti vetture Occidentali ma suo malgrado, dopo gli inevitabili anni del declino, questa povera vetturetta dalle prestazioni più che modeste è entrata nel mito, anche grazie agli U2 che l’hanno immortalata (nella mitica versione azzurro cielo) sulla copertina del loro album del 1991 Achtung Baby!
Così oggi la Trabi è diventata una sorta di opera d’arte su ruote e in giro per Berlino potrete immortalarne a decine, dipinte in colori improbabili ed impegnate in nostalgiche carovane a spasso per la ex Berlino Est.
Io e le mie amiche poche settimane fa abbiamo sperimentato un Trabant Safari, guidando questa tenera macchinetta su e giù per Karl Marx Allee, e vi racconterò prestissimo la nostra tragicomica avventura con il cambio a 4 marce non sincronizzate di una Trabi dipinta con i colori dell’arcobaleno!
P.S. Se volete saperne di più sulla storia della Trabant vi consiglio di leggere questo bellissimo articolo.