Non si può parlare di Goa senza citare la parola in lingua konkani “susegad” che è quella che meglio descrive il lifestyle di questo piccolo Stato Indiano che il Sunday Times ha ribattezzato il Quartiere Latino dell’Asia, definendolo “indulgente, tollerante, capriccioso, immerso in un languore tropicale e sposato con il Mare”.
E il concetto di susegad (un termine locale che deriva dal portoghese “sossegado” e che non è facilmente traducibile in altre lingue) si riferisce proprio a questo languore, all’attitudine rilassata e alla bonaria ed inevitabile indolenza che colpisce chiunque nei Paesi Tropicali; ma non solo, perché quando parliamo di susegad parliamo anche del desiderio di godersi al massimo la vita, di sentirsi rilassati ed appagati, di prendersi il giusto tempo per annusare un fiore o ammirare i colori del cielo al tramonto.
A Goa tutto invita alla susegad: il paesaggio lussureggiante, le spiagge infinite, il cibo, le piogge improvvise che si abbattono sulle foreste nella stagione dei Monsoni, il rumore dell’Oceano, le palme sottili ed eleganti che si stagliano contro il cielo.
E per godere al meglio di questo pigro appagamento e di questa joie de vivre tropicale l’ideale è spingersi verso l’estremo Sud, dove durante la raining season la vita mondana è scarsa e i ritmi sono ancora più lenti e dilatati.
Qui le spiagge sono pressoché deserte e si popolano solo quando arrivano a terra i pescatori, con le loro barche colorate cariche di pesce e crostacei, oppure al tramonto, quando i pochi viaggiatori si riuniscono insieme ai locali per godere dello spettacolo del sole che si tuffa nell’Oceano.
Guidando nell’entroterra, tra risaie splendenti e foreste di palme, troverete ad attendervi minuscoli villaggi e scenografiche cascate nascoste nel fitto della vegetazione.
Qui le donne locali, avvolte nei loro saree colorati, improvvisano piccoli mercati sul ciglio delle strade, vendendo ortaggi e frutta tropicale e il mezzo di locomozione più comune sono le vecchie Royal Enfield tanto amate dagli hippies occidentali.
La susegad locale la troverete anche nel cibo speziatissimo, che è delizioso ovunque: fermatevi per uno spuntino nei molti capanni che lungo le strade friggono samosa e pakora (lo snack indiano per eccellenza che qui si mangia solo di pomeriggio, accompagnato dal chai locale) e non dimenticate di assaggiare il succulento fish curry accompagnato dai caratteristici thali e dal chonak fry.
Tornare ai frenetici ritmi occidentali probabilmente sarà difficilissimo ma vi assicuro che Goa vi rimarrà nel cuore e i suoi colori splendenti e la sua susegad torneranno a consolarvi nei lunghi e grigi mesi invernali.
♥ Il mio viaggio alla scoperta di Goa si è svolto in partnership con Finnair, Alila Hotels, Park Hyatt e Radisson Blu.
Vi ricordo che a partire dal 1 Novembre 2017 e per tutta la stagione invernale potrete volare a Goa per scoprire le sue spiagge candide e il fascino nostalgico delle sue antiche città con un volo non-stop da Helsinki e che Finnair copre la tratta aerea più corta tra l’Europa e l’Asia!
I wore: pants and blouse, tailor made with an indian Saree; sandals, Ancient Greeek; turban, tailor made with indian silk; necklace, Fragonard Paris; sunglasses, courtesy of Blackfin.