Il 15 Dicembre apre al pubblico MUŻA, il nuovissimo Museum of Art di Valletta (città che sta ricoprendo il prestigioso ruolo di Capitale Europea della Cultura 2018) ed oggi ve lo racconto in anteprima, mostrandovi alcune immagini.
Durante il mio recente viaggio a Malta infatti, ho avuto la fortuna di visitare il museo a porte chiuse in compagnia del curatore Sandro Debono, che ci ha illustrato le origini e l’evoluzione di questo progetto di “national-community art museum”.
Partiamo dal nome. MUŻA in maltese significa ispirazione e questo nuovissimo concept di museo cerca di ispirare ed avvicinare all’arte anche chi non la ama particolarmente, grazie ad un altissimo livello di interazione e a molti spazi aperti gratuitamente al pubblico, partendo da un interrogativo interessante: di che tipo di museo abbiamo bisogno oggi, nel 2018?
Il MUŻA è ospitato nella bellissima cornice dell’Auberge d’Italie, il palazzo costruito alla fine del XVI secolo come sede dei cavalieri di lingua italiana dell’Ordine di San Giovanni, ed è in parte incentrato sulla collezione storica del precedente Valletta Museum.
Entrando si viene accolti da maxi schermi dove persone comuni raccontano l’arte e da una palette di colori innovativi, pensati per integrarsi armoniosamente con i colori mediterranei di Valletta, primo tra tutti quello della pietra locale: a colpire in particolare è l’utilizzo di una lega di rame (il TECU, tagliato e lavorato appositamente per MUŻA) che viene utilizzato per sottolineare elementi architettonici mancanti o strati storici.
Naturalmente il MUŻA (che è stato inserito da The Guardian nella lista dei top 15 musei in apertura da visitare assolutamente) ha scelto come filo conduttore Malta, esponendo opere di artisti maltesi o artisti stranieri che hanno lavorato sull’Isola ma sottolineando anche lo stretto legame tra Malta e il resto d’Europa, con opere che sono state concesse in prestito anche ai più prestigiosi musei europei.
La cosa davvero interessante però è che nella scelta delle opere in esposizione il Curatore è stato affiancato dalla comunità: persone comuni che hanno potuto contribuire a scegliere, tra le opere conservate negli archivi del Museo, quelle a cui concedere uno spazio espositivo.
C’è una sala dedicata allo scultore maltese Antonio Sciortino, dove spiccano in particolare i bellissimi cavalli bianchi e neri; c’è uno spazio che racconta rituali, simbologie e miti del Mediterraneo e un altro che racconta la mobilità e i collegamenti dell’arte del 1600 all’interno dell’Europa; l’ultimo piano infine accompagna il visitatore alla scoperta di Malta e Gozo.
Il livello di interazione, attuato attraverso una serie di esperienze audio-visive, è davvero altissimo e consente ai visitatori di comprendere meglio le opere d’arte (che diventano così più accessibili) ma anche di avvicinarsi al lato umano degli artisti. Qualche esempio? Ci sono video che raccontano nel dettaglio le tecniche pittoriche e replicano passo passo le opere in esposizione; c’è un percorso interattivo che permette di creare una propria “Natura morta”, utilizzando elementi presi dalle opere esposte nel museo; e infine ci sono esperienze audio-visive che permettono di ricostruire il punto di vista dell’artista al lavoro o il colpo d’occhio su Valletta di un viaggiatore d’eccezione, quel Walter Scott che fu autore del romanzo storico “L’assedio di Malta” .
Naturalmente MUŻA è anche un progetto completamente ecosostenibile che si propone di avere zero impatto sul territorio maltese grazie all’utilizzo di pannelli fotovoltaici e di tecniche innovative di coibentazione accompagnate da tecniche tradizionali di impermeabilizzazione; i consumi sono ad alta efficenza energetica, si privilegia l’utilizzo della luce naturale per l’illuminazione dell’edificio e c’è un sistema di riciclo delle acque dell’antico pozzo che sorge nel cortile centrale dell’Auberge d’Italie.
All’interno del MUŻA non ci sono barriere architettoniche e il museo ospita un Ristorante, un bar e un concept store tutti ispirati alle collezioni in esposizione ed aperti anche ai non visitatori.
Il Curatore Sando Debono, durante la nostra visita esclusiva a porte chiuse, ci ha rivelato che sono già in programma alcune temporanee e che la prima sarà in collaborazione con il Museo degli Uffizi di Firenze.