#fashion. Kinche: made in India with Love.


Purtroppo i colossi del fast fashion ci hanno abituati a vedere l’etichetta “Made in India” su capi low cost e fatti in serie, con materiali spesso scadenti e che sono frutto di un lavoro il più delle volte sottovalutato oltre che sottopagato.
E’ quindi davvero difficile, per chi non abbia viaggiato almeno una volta nel Sub-continente Indiano, immaginare la sapienza e la maestria (frutto di tradizioni tramandate di generazione in generazione nel corso dei secoli) con cui gli artigiani indiani tessono, tingono, decorano e ricamano stoffe di incredibile bellezza.
Ed è forse altrettanto difficile immaginare quanto belli e preziosi possano essere dei capi “Made in India” se non si ha la più pallida idea di dove andarli a cecare.
Fin dal mio primo viaggio in India ho sempre fatto incetta di tessuti, di saree, di pashmine e di capi vintage, facendo letteralmente impazzire i miei pazienti autisti nell’impresa di scovare (nel cuore delle caotiche megalopoli indiane) indirizzi nascosti e pressoché sconosciuti.
Nel corso degli anni poi, coltivando la mia passione per tutto quello che è legato a questa Terra, ho scoperto e mi sono innamorata di molti brand orgogliosamente Made in India, creati da giovani designer spesso votati ad una filosofia solidale, etica e sostenibile.
Quindi oggi, mentre mi preparo al mio quarto viaggio nella Terra delle Meraviglie, sono davvero felice di parlarvi di una di queste scoperte: Kinche, un brand ideato da una donna per donne forti ed esigenti.
Dietro Kinche.com c’è la stilista Payal Jaggi che ha creato questo marchio 2 anni e mezzo fa, spinta dal desiderio di condividere più di vent’anni di esperienze professionali e personali, come viaggiatrice e designer, e di offrire ad una clientela esigente pezzi unici ed esclusivi, ma soprattutto green.
Nello shop online di Kinche potrete trovare accessori per la casa di grande bellezza, cuciti con i preziosi tessuti Kantha, con stoffe ricamate a mano o decorate con l’antica tecnica dell’ hand Block Print.
Ma anche pezzi unici rigorosamente handmade come le giacche ricavate da preziosi broccati o da tessuti kantha vintage (in un’ottica di riciclo), o ancora come i saree tradizionali in tessuto organico.

Ma Payal Jaggi ha creato anche una linea più moderna e contemporanea: Kaito, fatta di capi ispirati allo street style del Sol Levante e cuciti rigorosamente a mano in jersey organico e colorato con tinture vegetali.
Abiti etici, biodegradabili ed organici (declinati anche in una bellissima capsule all black) che utilizzano fibre naturali coltivate senza l’uso di pesticidi, in un’ottica green di rispetto per il Pianeta.


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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