My Pondicherry Diaries #3. The Promenade.


La parte più europea della White Town di Pondicherry è sicuramente l’Avenue Goubert, il lungo viale che costeggia la spiaggia e che si trasforma ogni sera in un’affollata isola pedonale, dove locali e turisti si riuniscono nelle ore successive al tramonto per godersi la brezza fresca della sera.
Se anche voi avete trascorso le Estati della vostra infanzia in una città sul mare, sicuramente arrivando qui vi sembrerà un po’ di essere tornati a casa e ritroverete i vostri ricordi più dolci tra i venditori di palloncini, i bambini che corrono, le coppie di innamorati mano nella mano e gli anziani seduti a chiacchierare sulle panchine.
I Francesi hanno lasciato a Pondicherry le targhe blu con su scritti i nomi delle strade, il gioco delle pétanques, le meravigliose case coloniali dalle facciate color pastello, quel certo je ne sais quoi che non si respira in nessun’altra località indiana e una cucina sorprendente, dove i curry più speziati e succulenti si accompagnano a bouillabaisse, Tarte Tatin e sole meunière.
E se volete assaggiare il meglio della cucina franco-tamil, in un ambiente tranquillo e sofisticato, l’indirizzo ideale sorge proprio al numero 23 dell’Avenue Goubert, a pochi metri dal vecchio faro del XIX secolo ormai dismesso.
Qui, nell’edificio che un tempo ospitò All India Radio (l’emittente radiofonica locale), sorge ora The Promenade, un boutique hotel di 35 camere di proprietà del fashion brand Hidesign che, con i suoi due ristoranti e il suo cocktail bar The Storyteller’s, è sicuramente uno dei migliori indirizzi in città per i foodies.
Le cucine del BlueLine e del Bay of Buddha (insieme a quella dell’altro hotel del brand, il romantico Le Dupleix, di cui vi parlerò nei prossimi giorni) sono affidate alle mani sapienti dell’Executive Chef Peram Mohan, con cui ho avuto la fortuna di chiacchierare durante il mio soggiorno in città.
Lo Chef è rientrato in India dopo molti anni trascorsi all’estero, lavorando prima su lussuose navi da crociera e poi per il brand di luxury hotel Jumeirah a Dubai, ed i piatti ideati per gli hotel di Hidesign raccontano meravigliosamente la storia di una città dove la fusione di due culture così diverse ha creato una tradizione gastronomica sui generis, in grado di conquistare anche i palati più raffinati.
Gli ingredienti che compongono i menù sono tutti locali, con le verdure e i formaggi che provengono dalle molte farm biologiche di Auroville e il pesce freschissimo che arriva a terra ogni mattina prima dell’alba e che spesso lo Chef va a scegliere di persona.
Durante il mio soggiorno ho assaggiato una delle migliori bouillabaisse di sempre, succulenti gamberoni e pollo tikka  cotti con la tecnica del tandoori, una gloriosa nethili meen (ovvero un’indimenticabile frittura di acciughe fresche speziate) e una crème brulée degna delle migliori pasticcerie parigine.
Ma la cena che ha letteralmente incantato il mio palato e che per me è valsa da sola l’interno viaggio fino in Tamil Nadu è stata la Dim Sum Night, a cui sono stata invitata a partecipare con un piccolo gruppo di blogger locali sulla terrazza panoramica del Bay of Buddha.
Non avrei mai creduto possibile mangiare i migliori Dim Sum della mia vita proprio in India ma così è stato e se ve lo dice una che ha assaggiato i Dim Sum 3 stelle Michelin del Lung King Heen di Hong Kong potete fidarvi!
I Dim Sum, la Wonton Soup e i Dumplings dello Chef Mohan sono un piccolo capolavoro di cucina fusion, che bilancia alla perfezione le spezie indiane con i più classici sapori cinesi, e non c’è da meravigliarsi se il risultato è semplicemente eccezionale, visto che lo Chef ha avuto modo di cimentarsi con queste specialità cinesi nelle cucine del Burj al Arab, il più lussuoso hotel al mondo!
Un altro bellissimo progetto fortemente voluto da Dilip Kapur, il Presidente di Hidesign che ho conosciuto durante il mio soggiorno in città, è quello che ha portato alla nasciata dello Storyteller’s Bar che è una vera e propria celebrazione di Pondicherry, la città natale di Dilip, che ha attirato negli anni un gran numero ribelli e sognatori e che è da sempre uno degli hub culturali più vivaci dell’intero sub-continente indiano.
Così questo sofisticato cocktail bar, nato da una collaborazione con il produttore musicale Simran Mulchandani, l’architetto Ayaz Basrai e l’acoustic designer Kapil Thirwani, racconta e celebra con il suo “Wall of Stories” la miriade di anedodoti, racconti, leggende e memorabilia legati a questa città unica nel suo genere: storie di fantasmi, di uomini di mare, di austeri yogi e di hippy visionari che raccontano ai visitatori di tutto il mondo il fascino di questa antica enclave francese d’Oltreoceano.
Storie romantiche come quella che narra dell’amore tra il Governatore Generale Joseph Dupleix e la sua bella moglie creola Joanna Begum o storie tristi come quella dell’elefantessa Lakshmi, costretta a trascorrere la sua vita sulla soglia dello Sri Manakula Vinayagar Temple dove, ornata da ghirlande di fiori, benedice tristemente i fedeli.


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.