Petra è senza ombra di dubbio una delle Meraviglie del Mondo e visitarla vi lascerà letterlamente a bocca aperta!
Non importa quante volte abbiate visto El Khasneh (il Tesoro) su internet o in TV: quando arriverete alla fine del Siq e scorgerete per la prima volta la facciata di pietra rosa di questa incantevole tomba Nabatea, rimarrete senza fiato per l’emozione e forse verserete anche qualche lacrimuccia di commozione.
D’altraparte, come vi ho già raccontato qui, visitare Petra sarà una delle esperienze più stancanti della vostra vita, a meno che non siate avvezzi a trekking di molte ore in condizioni di caldo o di freddo estremo.
Quando andare a Petra: meglio in Estate o in Inverno?
La Giordania è stato il mio Paese numero 77 e devo dire che in pochi altri luoghi al mondo ho trovato un clima altrettanto ostile (forse giusto in Islanda!): noi abbiamo deciso di andare in Inverno (durante le vacanze di Natale) perché, controllando le temperature medie del periodo, il clima sembrava accettabile ed abbiamo pensato che il freddo fosse più sopportabile del caldo.
In Estate infatti le temperature possono sfiorare i 40 gradi e chi ha voglia di camminare per 15/20 km sotto al sole cocente?
Pur rimanendo convinta di aver fatto una buona scelta vi invito a non sottovalutare le insidie dell’Inverno!
Noi abbiamo trascorso a Petra 3 giorni durante i quali il vento gelido non ci ha mai dato tregua: le temperature percepite erano abbondantemente inferiori allo zero e in alcuni punti particolarmente esposti abbiamo faticato a camminare ed anche solo a stare in piedi, sferzati come eravamo dal vento e dalla sabbia.
Il primo consiglio è quindi quello di portare nella borsa una crema idratante ed un collirio perché dopo poche ore avrete gli occhi massacrati dalla sabbia e il contorno occhi macerato dalla lacrimazione.
Non scherzo: neppure in Islanda ho sofferto per il vento gelido come a Petra!
I miei consigli di stile per visitare Petra in Inverno.
Se non siete degli Instagrammers e non ve ne frega niente di avere delle foto bellissime di voi davanti al Tesoro o al famigerato Monastero la scelta è ovvia: pantaloni da trekking, scarpe da trekking, piumino e un cappello di lana o di pile (vi consiglierei anche un sottocasco da moto per proteggervi meglio dall’aria gelida ma non voglio sembrare esagerata!).
Se invece siete delle Instagrammers preparatevi a soffrire e a dire addio a tutte gli indumenti comodi ma brutti!
– Le scarpe da trekking sono imprescindibili: è vero che si può arrivare fino al Tesoro anche con scarpe meno tecniche ma non andreste oltre e soprattutto non riuscireste a raggiungere, arrampicandovi su per le rocce, gli Instagram spot che vi consiglierò nel mio prossimo post!
Sta a voi decidere se toglierle ogni volta per fare le foto o scegliere delle scarpe che non facciano a pugni con i vostri outfit.
Io mi sono affidata ancora una volta ad Hanwag (come per il mio viaggio in Islanda) e credo di aver trovato un giusto compromesso tra comodità e stile.
– Le calze di lana (che io avevo infilato in valigia solo per scrupolo!) saranno un vero e proprio salvavita da indossare sotto a gonne svolazzanti o a gonne a pantaloni (se Indiana Jones fosse stato una donna secondo me avrebbe indossato una gonna a pantaloni color kaki ed è proprio quello che ho scelto per uno dei miei outfit!)
– Per il resto io ho scelto di vestirmi a strati, abbinando però con cura ogni pezzo per avere degli outfit Instagrammabili togliendo solamente il capo spalla.
Trovo infatti assurdo scattare foto in abiti estivi svolazzanti e a piedi nudi con una temperatura percepita di -7 gradi, sia perché è stupido rischiare una polmonite per avere una bella foto, sia perché non mi va di coprirmi di ridicolo davanti al mondo intero denudandomi in mezzo ad una strada (lo sapete che alcune Instagrammers hanno una specie di “tenda” portatile infilata nello zaino da montare all’occorrenza per cambiarsi?!? Purtroppo è una storia vera!).
Mi è capitato di vedere alcune Stories di Instagrammers famose per i loro abiti svolazzanti e sono rimasta scioccata: nella triste realtà vanno in giro come scappate di casa con pantacalze, cappelli di lana e strati di pile informi, portandosi dietro zaini enormi stipati di vestiti ed ogni volta che arrivano in una location instagrammabile devono mettersi letteralmente in mutande per indossare i loro outfit estivi!
Ma non è meglio pensare ad un outfit invernale carino e credibile?!?
Sarà che ormai sono troppo vecchia per tribolare…
Ma bando alle ciance ed ecco qua due outfit rigorosamente invernali scelti per Petra.
– Per il Tesoro ho scelto una gonna a pantaloni, un maglioncino in lana merinos indossato sopra ad una maglietta in cachemire, un cappello di feltro (scelta fotogenica ma rischiosa perché non faceva che volare via!), un carré di Hermès (il Signor G. ha avuto da ridire sull’utilità della seta ma vi assicuro che poche cose proteggono la gola dal freddo come un foulard!) e il mio chapan vintage Turkmeno, che è di velluto ed è quindi assolutamente inutile quando fa freddo.
Questo è l’outfit che vedete nelle foto a cui ho aggiunto, per sopravvivere, un semplice cappotto di lana nera che sfilavo ed infilavo alla velocità della luce all’occorrenza.
– Per il Monastero invece ho scelto un outfit un po’ più leggero, per evitare di sudare durante la salita dei 900 famigerati gradini e farmi venire una polmonite appena arrivata in cima: alla mia ormai onnipresente gonna indiana ricamata (che mi accompagna in ogni viaggio nel Nord o Sud del Mondo!) ho abbinato una camicetta in seta con colletto alla coreana (stesso ragionamento del foulard: la seta protegge la gola dal freddo) una giacchina in lana bouclé, uno scialle vintage di lana (doppia utilità: è super fotogenico ma permette anche di essere utilizzato come un “burka” per proteggere testa e faccia dal vento!) e il solito cappotto nero da mettere e togliere all’occorrenza.
Mettendo a confronto la foto davanti alla facciata del Monastero e la foto con le capre potrete avere il più classico Instagram vs. Reality: la versione “Instagrammer svolazzante” e la versione “pastore di capre peruviano”!
Per aggiungere colore e movimento ai miei outfit infine ho optato per la borsa di tappeto con lunghe nappe di lana colorata comprata lo scorso Aprile in Iran: l’avevo quasi dimenticata in fondo ad un armadio ma si è rivelata una buona scelta (e non solo di stile) perché molto leggera!
Spero che questo post frivolo dedicato a Petra vi sia piaciuto e vi abbia dato degli spunti, facendovi sorridere!
Se non lo avete ancora fatto però vi invito a leggere il mio post serio dedicato ad una visita etica e sostenibile di questo sito archeologico, perché è un argomento che mi sta molto a cuore!