#mytravels. Turismo responsabile a Petra. Tutti i consigli per una visita etica che boicotti lo sfruttamento di animali e bambini. 6


Senza voler esagerare credo che Petra sia uno dei luoghi più stupefacenti e suggestivi al mondo: non è necessario essere appassionati di storia o di archeologia per rimanere incantati ed innamorarvi di questo luogo millenario, perché la sua bellezza è oggettiva ed indescrivibile.
Ma ovviamente c’è un ma… perché altrimenti non ci sarebbe stato alcun bisogno di scrivere un post dedicato alla visita di Petra!
Il problema annoso di questo sito archeologico riguarda le condizioni di lavoro di animali e bambini al suo interno, condizioni che non devono lasciare per nessun motivo indifferente un viaggiatore responsabile e coscienzioso, che voglia evitare di sostentare forme di turismo non etiche.
Ma andiamo per ordine.

Purtroppo visitare Petra non è una passeggiata ma un’esperienza che vi metterà a dura prova da un punto di vista fisico per due motivi:
– Le condizioni climatiche, con picchi di 40 gradi nei mesi estivi e venti gelidi che la spazzano durante i mesi invernali (con conseguenti temperature percepite di molto inferiori allo zero).
– Le distanze: il sito archeologico copre una superficie di circa 60 km quadrati e tutti i sentieri ufficiali, a parte il Main Trail, comportano un vero e proprio trekking, spesso di difficoltà medio-alta.
Ecco la lunghezza dei due sentieri principali, tanto per farvi un’idea:
– Il Main Trail, che va dal Centro visitatori all’inizio del Monastery Hike, è lungo 8 km tra andata e ritorno.
Percorrendo questo sentiero potrete visitare il suggestivo Siq e il Tesoro, spingendovi poi oltre fino all’Anfiteatro, alla Street of Facades, alla Colonnade Street e al Grande Tempio.
– L’Ad-Dier Trail, il sentiero che sale al Monastero, è lungo 4 km tra andata e ritorno. Considerate quindi che per raggiungere il Monastero e ritornare indietro fino all’ingresso del sito dovrete percorrere un totale di 12 km.

Lo sfruttamento di animali e bambini a Petra.
Lo sfruttamento di cavalli, asini, muli, cammelli e bambini in età scolare all’interno del sito archeologico di Petra riguarda ovviamente i “mezzi di trasporto”.
Per questo motivo vi raccomando caldamente e con il cuore in mano di percorrere a piedi tutti i sentieri di Petra, perché questo è l’unico modo etico e sostenibile di visitare il sito archeologico a meno che non vogliate supportare un tipo di turismo che coinvolge animali che vengono abusati e maltrattati e bambini che vengono privati del diritto all’educazione scolastica.
Prendetevi qualche minuto di tempo per leggere questo articolo della BBC e mettetevi una mano sul cuore.
Nel biglietto di ingresso dovrebbe essere compreso l’affitto di un cavallo per arrivare dal Centro Visitatori all’ingresso del Siq, uso il condizionale perché in realtà i beduini sono molto aggressivi e pare che chiedano ai pochi turisti che accettano di cavalcare di essere pagati a fine corsa.
A parte questo i pochi animali che abbiamo visto lavorare erano condotti al passo dai proprietari e quindi le loro condizioni potrebbero anche sembrare accettabili, ma dovete tenere conto che non hanno a loro disposizione né tettoie sotto alle quali riposare tra una corsa e l’altra, né abbeveratoi.
Potete quindi facilmente immaginare le loro condizioni in Estate, quando le temperature sfiorano i 40 gradi e il sito è aperto per più di 12 ore consecutive!
Sicuri di voler cavalcare?!
Molto peggiore è sicuramente la condizione dei cavalli che trainano le carrozzelle all’interno del Siq.
Le carrozze costano 20 JOD a tratta (circa 25 Euro) e fortunatamente pochissimi turisti ne usufruiscono, 
per una ragione o per l’altra.
Abbiamo visto cavalli sudatissimi (in Dicembre, con temperature percepite inferiori allo zero!) lanciati al galoppo lungo il Siq dai beduini, incuranti di mettere a rischio non solo la vita dei poveri animali e quella dei turisti trasportati ma anche dei turisti che camminano a piedi: in alcuni punti il canyon è largo appena due metri e i cavalli ferrati scivolano facilmente sulla pietra levigata che pavimenta il Siq.
Se uno di loro dovesse disgraziatamente scivolare e cadere sarebbe una strage!
Durante i nostri tre giorni a Petra abbiamo rischiato almeno un paio di volte di essere travolti dalle carrozze e penso che sia davvero indegno che un sito UNESCO metta a rischio la vita di animali ed esseri umani per offrire un servizio folkloristico.
L’associazione animalista PETA che ha condotto un’indagine sulla situazione degli animali a Petra, coinvolgendo i più importanti mezzi di informazione al mondo, ha infatti proposto all’UNESCO di sostituire le carrozze con dei golf buggy guidati comunque dai beduini (per non sottrarre risorse economiche ai locali) e volete sapere cosa ha risposto l’UNESCO? Che i golf buggy non sarebbero suggestivi e folkloristici come le carrozzelle!
Quindi ad oggi all’interno del sito abbiamo visto solo 3 golf buggy (che erano ovviamente pieni) e decine di pericolosissime carrozzelle (grazie a dio quasi sempre vuote) a disposizione dei visitatori.
La conclusione a cui sono giunta è che i visitatori che amano gli animali e che si rifiutano di prendere parte ad attività non etiche che li coinvolgono, sono evidentemente DISCRIMINATI.
Non mi vergogno affatto ad usare una parola forte come discriminazione: avete letto la storica sentenza pronunciata da un giudice inglese che ha riconosciuto al “veganesimo etico” la stessa protezione legale che spetta ad un credo religioso?
Ebbene se le mie convinzioni etiche mi impediscono di salire su una carrozzella o su un mulo e le mie condizioni fisiche mi impediscono di camminare troppo a lungo mi aspetto che l’UNESCO non mi discrimini e riconosca il mio diritto ad avere un mezzo di trasporto alternativo come il golf buggy, possibilmente non con un rapporto numerico di 10 a 1!

Ma passiamo a parlare di un altro sentiero dove la situazione se possibile è ancora peggiore e oltre ad animali abusati vengono coinvolti nelle discutibili attività dei beduini anche minori in età scolare.
Ad-Dier Trail è il sentiero che sale al Monastero: quattro km tra andata e ritorno che si percorrono non in piano, ma inerpicandosi su per 822 gradini.
Ora cosa si sono inventati i beduini per percorrere questo sentiero dirupato? Di farlo in groppa ad asinelli e muli!
Sapevate che un asino di piccole dimensioni può trasportare su sentieri con pendenze importanti non più di 45 Kg?!
Questo significa che il 99% degli adulti non dovrebbero servirsi di questo mezzo di locomozione!
Non ve ne frega nulla degli animali? Ebbene sappiate che la maggior parte di questi poveri equidi disgraziati viene condotta a mano su e giù per il sentiero da bambini in età scolare che, invece di ricevere un’istruzione, vengono costretti dai loro genitori a lavorare.
Se nel resto della Giordania il livello di scolarizzazione è molto buono è invece bassissimo a Petra: forse l’UNESCO ritiene molto folkloristico non solo il maltrattamento degli animali ma anche il lavoro minorile?!?
Se non ve ne frega niente di bambini ed animali siete evidentemente delle persone di poco cuore ma sappiate che le deiezioni di asini e muli costretti ad inerpicarsi sul sentiero millenario di pietra rosa che conduce al Monastero, lo stanno rovinando irrimediabilmente, causando un danno irreparabile a quello che è un Patrimonio dell’Umanità.
Non vi scuote neppure questo?
Allora sappiate che gli equidi sono facilmente soggetti ad inciampare e scivolare: vado a cavallo da 20 anni e mi è capitato di cadere con il cavallo e tutto (in maneggio, in piano e su un terreno morbido e sabbioso) facendo delle semplici barriere a terra.
Se un equide riesce ad inciampare e ruzzolare rovinosamente scavalcando una barriera di legno alta 5 centimetri potete immaginare come sia altrettanto facile che metta un piede in fallo scendendo giù per una ripida scalinata di pietra e potete facilmente immaginare quanto catastrofica potrebbe essere la caduta, non solo per il povero animale ma anche per l’incauto turista che abbia deciso di servirsene.

L’unico modo etico e responsabile per raggiungere tutti i meravigliosi monumenti all’interno dell’area archeologica di Petra, almeno fino a quando l’UNESCO rimarrà arroccato sulle sue posizioni medioevali e continuerà a calpestare i diritti degli animali, dei bambini e dei viaggiatori, è quello di camminare.
Tenete conto dei vostri limiti e scegliete di agire in maniera etica e sostenibile sempre e comunque e ricordatevi di segnalare al Centro Visitatori e alla polizia locale ogni abuso o maltrattamento di cui siete testimoni durante la vostra visita.


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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6 commenti su “#mytravels. Turismo responsabile a Petra. Tutti i consigli per una visita etica che boicotti lo sfruttamento di animali e bambini.

    • Miss Bailing
      Miss Bailing L'autore dell'articolo

      Hai assolutamente ragione! E’ una vergogna che gli animali non siano tutelati in nessun modo, anche visto e considerato che si tratta di un sito UNESCO.
      Non oso immaginare le loro condizioni in Estate con il caldo terribile che fa in Giordania… 🙁
      Ma la responsabilità è anche dei turisti che non capiscono la necessità di boicottare questa forma di economia!

  • Nadia

    Buongiorno cara,
    ho visto che hai fatto il biglietto di tre giorni e non la solita capatina toccata e fuga come la maggior parte dei turisti. Vorrei sapere se ti sei appoggiata ad una agenzia o hai fatto da sola e vorrei pure sapere dove consigli di alloggiare.
    Ho sentito che la via migliore per entrare da Isdraele é Eilat, confermi oppure consigli altre vie?
    Ti ringrazio anticipatamente per i preziosi consigli
    Buona giornata
    Nadia

    • Miss Bailing

      Ciao cara!
      Noi abbiamo trascorso una settimana in Giordania volando dall’Italia direttamente su Aqaba, quindi non abbiamo incluso Israele nel nostro itinerario.
      Abbiamo trascorso a Petra 3 giorni e devo dire che vi vogliono tutti, se non di più, perché le distanze da percorrere a piedi all’interno del sito sono davvero enormi!
      L’ideale per dormire sarebbe uno degli hotel che sorgono vicino al Centro visitatori perché la città di Wadi Musa è tutta un saliscendi di strade ripidissime e non è proprio il caso di arrivare al Centro visitatori camminando: è meglio risparmiare le energie per il sito archeologico!
      Noi siamo stati la settimana di Natale e, pur avendo prenotato con larghissimo anticipo, non abbiamo trovato posto negli hotel più vicini quindi abbiamo dormito all’Old Village Resort che sorge a circa 3 km dall’ingresso di Petra.
      Te lo consiglio perché è un 5 stelle molto confortevole con camere enormi, centro benessere e un buon ristorante.
      Ha delle navette gratuite per raggiungere il Centro visitatori ma gli orari sono un po’limitati quindi noi abbiamo preferito spostarci in taxi, che sono abbastanza costosi, come d’altronde tutto a Petra!
      Non ci siamo affidati ad un’agenzia: abbiamo prenotato da soli gli hotel e poi abbiamo trovato un’agenzia locale che ci ha organizzato solamente i transfer da Aqaba a Wadi Rum a Petra e ritorno.
      Ci siamo trovati davvero molto bene quindi se hai bisogno posso darti il numero di cellulare: prenotazione semplicissime via wathsapp e pagamenti in contanti ai driver senza dover anticipare nulla al momento della prenotazione!
      Se hai bisogno ho anche i numeri di telefono di due taxisti molto onesti e gentili a Petra ed Aqaba!
      Insomma per qualsiasi cosa fammi sapere!
      Un abbraccio e buon 2020!

      • Nadia

        Carissima,
        come sempre sei una fonte esauriente e con conoscenze ben fondate.
        Ti rigrazio tantissimo per i consigli preziosi e mi faró sentire appena ho qualcosa di concreto pianificato
        Buona giornata
        Nadia