#mytravels. The Pavilions Himalayas.


Quando viaggio amo scegliere luoghi fuori dal comune dove soggiornare, hotel che rendano la mia esperienza se possibile ancora più speciale, facendomi vivere a 360 gradi un Paese nuovo e per lo più sconosciuto, dal momento in cui apro gli occhi al mattino fino al momento di coricarmi alla sera.
Il Pavilions Himalayas di Pokhara in Nepal sorge ai piedi del maestoso range dell’Annapurna, tra colline fitte di vegetazione lussureggiante, ed è uno di quegli hotel dove il soggiorno diventa una piccola esperienza di vita perché questo non è solo un eco-resort di lusso ma è anche una fattoria che restituisce alla comunità locale una larga parte dei profitti.
Soggiornare qui significa quindi avere un impatto positivo sulla comunità locale e sull’ambiente circostante e nutrirsi con prodotti freschi ed organici, che più “farm to table” non si può.
5 buoni motivi per scegliere il Pavilions Himalayas.
Questo è un eco-resort sotto tutti i punti di vista: le 14 lussuose ville sono tutte alimentate ad energia solare, i prodotti per la pulizia sono rigorosamente green e si adotta una filosofia plastic-free.
Perfino gli amenity kit a disposizione degli ospiti sono ecologici e potrete sperimentare l’utilizzo dei paper soap sheets, salviette di carta idrosolubile imbevute di sapone rigorosamente organico, che sostituiscono le saponette e i tradizionali saponi liquidi e che qui sono rigorosamente handmade.
Al Pavilions Himalayas inoltre si provvede alla raccolta dell’acqua piovana e al compostaggio dei rifiuti in loco e la maggior parte dei prodotti utilizzati nel ristorante proviene dall’azienda agricola e da quella casearia che impiegano le comunità locali.
Il Pavilions Himalayas è un resort “equo e solidale”: non solo l’hotel impiega la comunità rurale nell’annessa Farm, ma una parte dei profitti serve a finanziare la scuola locale e i progetti delle fondazioni benefiche Right4Children e Pavilions Foundation; inoltre uno dei co-fondatori del gruppo, Douglas MacLagan, ha recentemente ricevuto un premio dall’UNICEF proprio per il suo impegno filantropico in Nepal.
Il Pavilions Himalayas ha un’identità unica che racconta la Regione di appartenenza: ogni Hotel e Resort della Pavilions Collection infatti ha uno stile proprio e il fil rouge che li unisce tutti è il focus sulle comunità locali.
Ogni dettaglio nelle 14 lussuose ville e nelle zone comuni racconta quindi la Regione himalayana, attraverso i suoi colori sgargianti e la ricchezza dell’artigianato locale.
I tappeti, i tessuti, le porte laccate, la pietra, il legno finemente intagliato, le scatole da tè riccamente decorate: tutto contribuisce a creare un’atmosfera squisitamente nepalese e le enormi vetrate affacciate sulla campagna circostante, con la sua vegetazione lussureggiante e le sue risaie, offrono uno scorcio sulla quieta bellezza della vita rurale, con i bufali che pascolano placidi e i bambini che giocano.
Il Pavilions Himalayas è un resort olistico dove concedersi una pausa di relax o un vero e proprio yoga retreat.
C’è una scenografica infinity pool salina (il sale è quello rosa himalayano ovviamente), una sauna e una piccola Spa che offre una scelta di trattamenti ayurvedici basati sull’utilizzo di prodotti locali rigorosamente homemade.
Un soggiorno al Pavilions Himalayas si trasformerà anche in un viaggio indimenticabile attraverso i sapori di questa Regione con i deliziosi Momo (dumplings ripieni di verdure organiche) e il fragrante Thali, il piatto tradizionale nepalese composto da Dal speziati, riso, chutney profumate e curry di verdure.
Anche la colazione à la carte qui è un’esperienza da ricordare con uova fresche farm to table, yogurt di bufala homemade, pancake di riso accompagnati da miele himalayano e succhi freschi di frutta locale.


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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