#mytravels. Da Tunisi a Tozeur. 1


Credo che sia inutile dirvi che Tozeur, con la sua atmosfera magica, le sue oasi nel deserto e i suoi treni, era nella mia bucket list da tutta una vita.
Fin dall’istante in cui ho ascoltato per la prima volta la canzone di Franco Battiato ho sognato le strade deserte e polverose di Tozeur, il suo sconfinato palmeraie (composto da qualcosa come 350.000 alberi), la sua stazione a mattoncini con le porte e le persiane azzurre e il Lezard Rouge, il mitico trenino rosso che da Metlaoui raggiunge le spettacolari gole della Selja.
Ovviamente non tutto è andato come previsto: a Tozeur ad esempio i treni non arrivano più (e il capo stazione, ancora fieramente al suo posto, indicando genericamente il binario ci ha detto desolato “c’est cassé”) e non siamo stati in grado di scoprire gli orari e i giorni in cui viaggia il misterioso Lezard Rouge che sembra muoversi solo “quando ci sono i turisti”.
Nonostante la delusione legata ai treni (buffo: io che odio mortalmente viaggiare in treno non desideravo altro che farlo proprio lì, nel cuore del deserto tunisino) il viaggio è stato semplicemente magico.

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Tunisi, la bella capitale del Paese, è tappa obbligata di un viaggio verso Sud e il mio consiglio è di trascorrere in città almeno tre giorni, dedicandone altrettanti a Tozeur.
Potete spostarvi in aereo, ma le pessime recensioni che riguardano l’unica compagnia locale che copre questa tratta (spesso afflitta da ritardi e cancellazioni) non sono molto invitanti quindi, se amate i lunghi viaggi in macchina, forse la soluzione ideale è quella di guidare fino a Tozeur.
Devo però avvisarvi che il viaggio sarà più noioso che avventuroso e che, se vi capiterà di muovervi in pieno Ramadan come è successo a noi, dovrete procurarvi cibo e bevande prima di partire perché c’è il rischio concreto di guidare per 8 ore senza incontrare anima viva.
Questo è forse uno dei pochi casi in cui non conta tanto l’itinerario quanto la destinazione finale e Tozeur vi ripagherà di tutte le fatiche del viaggio: quando avvisterete il primo cartello stradale con quel nome tanto agognato e arriverete finalmente ai margini del deserto proprio all’ora del tramonto, in tempo per leggere il monito “Attention Passage Dromadaires” poco prima che faccia buio, capirete che ne è valsa la pena, perché da quel momento in poi ogni volta che ascolterete “I treni di Tozeur” non dovrete più ricorrere alla vostra immaginazione ma solo rievocare i vostri bellissimi ricordi.

Tunisi.
In Primavera il meteo può essere davvero capriccioso e riservarvi acquazzoni e temperature rigide.
Noi per esempio siamo stati davvero sfortunati, con un soggiorno funestato da due intere giornate di pioggia ma, invece di scoraggiarci, ne abbiamo approfittato per regalarci la perfetta escapade romantica fatta di colazioni a letto, pigre mattinate in piscina ed aperitivi e cene deliziose.
Il Four Seasons Tunisi è la destinazione perfetta per un weekend romantico, specialmente se volete sorprendere la vostra dolce metà con delle attenzioni speciali: fiori e cioccolatini in camera, una colazione principesca, un indimenticabile hammam tradizionale, un sontuoso afternoon tea o una cena a base di tapas.
Qui l’atmosfera è da Mille e Una Notte ed ogni più piccolo dettaglio concorrerà a rendere indimenticabile il vostro soggiorno in terra tunisina.

Tozeur.
Per visitare Tozeur e le oasi di montagna è indispensabile muoversi in macchina, mentre per visitare il set di Star Wars a Tataouine dovrete affidarvi ad un tour in 4×4.
Dopo aver esplorato la città e il suo immenso Palmeraie, inoltrandovi nel deserto troverete ad attendervi distese di sale, canyon, paesaggi lunari, montagne aride, oasi ombrose, villaggi d’argilla, cascate e frutteti lussureggianti in un crescendo di indescrivibile bellezza.
Mides, la più alta delle tre oasi di montagna, è proprio al confine con l’Algeria e potreste muovervi tra un Paese e l’altro a piedi, semplicemente camminando all’interno dello spettacolare canyon che ha fatto da set ad alcune scene del film “Il paziente inglese”.
Chebika, conosciuta anche con il nome di “castello del sole”, è l’oasi più piccola e forse la più fotogenica con il suo minuscolo lago color smeraldo e la piccola cascata.
Tamerza, la più grande delle tre oasi con l’imponente cascata alta 5 metri, è chiamata dai locali “il balcone affacciato sul Sahara” ed è un vero e spettacolare tripudio di palmeti e frutteti, circondati da aride montagne e paesaggi magici e lunari.
Il mio consiglio è quello di affidarvi ad una guida berbera (ovviamente anche qui ho un mio protégé, il buon Bujema che è onesto e gentile e parla un perfetto italiano) per interagire con la cultura locale e per godervi un itinerario ancora più speciale fatto di racconti, leggende, punti panoramici sconosciuti ai più, tè berberi e succhi freschi di cuore di palma.
Un’altra tappa imperdibile, specialmente se avete un drone da far volare, è Chott el Jerid, lo sterminato lago salato che copre una superficie di più di 5000 km quadrati ed è situato in una depressione tra le oasi di Tozeur e di Nefta.
Andate al tramonto, quando tutto si tinge di oro e di rosa, e percorrete (seppure in minima parte) la striscia d’asfalto che corre dritta per più di250 km attraverso la distesa di sale, per avere un piccolissimo assaggio del concetto stesso di “infinito”.

Travel tips:
Noi abbiamo dormito all’Anantara Tozeur, un bellissimo resort affacciato sul Sahara a pochi chilometri dalla città e, avendo viaggiato in pieno Ramadan, abbiamo consumato in hotel tutte le nostre cene.
Il ristorante vietnamita è davvero notevole (il brand Anantara è asiatico) ma abbiamo apprezzato molto anche la cucina tunisina che si può gustare nel ristorante a buffet.
Per lo shopping andate da Alef, una deliziosa boutique che raccoglie il meglio dell’artigianato locale, dai tessuti agli accessori d’arredamento.


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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Un commento su “#mytravels. Da Tunisi a Tozeur.

  • Dario Andolina

    Solo dopo aver assaporato l’essenza del deserto e dei luoghi magici citati si può comprendere in pieno la profondità di questi scritti, diversamente bisogna sognare di andarci almeno una volta nella vita e da quel momento in poi non basterà più…e si conoscerà una dipendenza silente che ti chiama da dentro, che ti porta a sognare quei luoghi magici dove il tempo si annulla difronte all’immensità dello spazio vissuto solo lì.
    Basta una volta nella vita per comprendere che il viaggio è dentro di noi.