#mytravels. Chefchaouen.


Sono tornata per la seconda volta a Chefchaouen dopo 5 anni e devo dire che, se nel 2018 una visita di poche ore era stata sufficiente a farmi innamorare di questa città unica al mondo, un soggiorno di 3 giorni non ha fatto altro che confermare il colpo di fulmine ed esplorare con tutta calma ogni vicoletto, ogni scalinata ed ogni scorcio panoramico è stata un’esperienza incredibile.
La città è ancora più bella e curata di come la ricordavo: ogni portoncino, ogni minuscolo cortile ed ogni stradina lastricata sono un potenziale IG spot e vi ritroverete a scattare centinaia di foto.
Alcuni tra i vicoli più belli sono diventati dei veri e propri set fotografici allestiti dalla popolazione locale che potrete immortalare a vostro piacimento in cambio di pochi spiccioli.
E’ capitato anche a voi di viaggiare portando in valigia calici, bottiglie di vino, candele, lucine colorate ed accessori di ogni genere e specie e di acquistare ovunque fiori e frutta per improvvisare set fotografici nel bel mezzo del nulla?!
A Chefchaouen, piccolo e perfetto paradiso per Instagrammers, non vi servirà nulla (solo un vestito carino, una manicure a tema ed un cappello) perché troverete ad attendervi, nella più incredibile apoteosi di blu, tutti gli accessori e le comparse che si possano immaginare: cuscini colorati, dondoli, tappeti, teiere, tazzine, ceste piene di arance, cagnolini sonnacchiosi e gatti compiacenti.
Per orientarvi nel dedalo di viuzze e trovare gli Instagram spot più celebri (che sono senza ombra di dubbio la bancarella di arance e il cortile azzurro) non dovete far altro che mostrare una foto e chiedere indicazioni: i locali sono super friendly e ben disposti ad aiutarvi.

Chefchaouern travel tips.
– Come arrivare:
Al mio quinto viaggio in Marocco e dopo varie disavventure con gli autonoleggi ho deciso di provare a spostarmi in autobus e sono rimasta letteralmente folgorata!
Non potete immaginare quanto questo servizio sia cheap ed efficiente: gli autobus sono puliti e puntuali e gli autisti molto seri e prudenti.
I biglietti si possono comprare al momento nella stazione di partenza oppure online, riservando il vostro posto in anticipo, qui: https://ctm.ma/

– Dove dormire:
La città pullula di piccoli alberghi e riad generalmente piuttosto economici.
Se da una parte non dovete aspettarvi i magnifici riad di Marrakech o Fez dall’altra, cercando con attenzione su Booking, troverete sicuramente una sistemazione dignitosa, possibilmente con un’assolata terrazza dove gustare le buonissime colazioni marocchine a base di amlou, pane appena sfornato, tè alla menta e spremute di arancia fresche.
– Dove mangiare:
Il panorama gastronomico di Chefchaouen non è particolarmente esaltante e purtroppo devo ammettere che è l’unica città tra tutte quelle visitate in Marocco dove ho mangiato irrimediabilmente male!
Nella mia esperienza l’unico ristorante consigliabile è il graziosissimo Café Clock che oltre al cibo delizioso (con molte opzioni vegetariane) offre musica dal vivo, cooking class e workshop dedicati alla cultura marocchina.

– Shopping:
Come potete facilmente immaginare lo shopping in città sarà davvero esaltante.
In particolare puntate sulle borse di paglia (per me sono diventate un’ossessione incurabile e finisco sempre per comprarne almeno una ogni volta che torno in Marocco!), specchi e cornici di legno intagliato, lampade, cuscini e tappeti colorati.
Anche borse di cuoio, sandali e cinture sono molto belli e, chiacchierando con un commerciante di tappeti, abbiamo scoperto perché gli artigiani del cuoio qui sono particolarmente abili: pare che molti anni fa un artigiano francese espatriato in Marocco abbia insegnato il mestiere ad alcuni ragazzini locali che poi, crescendo, hanno aperto le loro botteghe ed insegnato i segreti del mestiere ad altri giovani apprendisti!


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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