Lo scorso Dicembre abbiamo volato in Business Class con Lufthansa sulla tratta FCO-ALA con scalo a Francoforte.
Non volavamo da moltissimi anni con la compagnia di bandiera tedesca e avevamo un ricordo tutto sommato positivo della sua Economy Class: voli puntuali, aeroporti poco scenografici ma accoglienti, servizio senza infamia e senza lode.
Purtroppo però la nostra prima (ed ultima) esperienza in Business Class con Lufthansa è stata una delle peggiori di sempre, paragonabile solo a quella con Aeromexico.
Da FCO a FRA.
All’andata il volo di avvicinamento era il solito red-eye flight con partenza all’alba.
Effettuato rapidamente il check-in siamo stati indirizzati verso una microscopica e spartana lounge mista di cui non mi sento però di lamentarmi più di tanto perché è già un miracolo che fosse aperta.
Molto spesso infatti, partendo da FCO o da BLQ di mattina presto, abbiamo trovato non solo le lounges ma addirittura le fast track di Business Class chiuse (!!!) e quindi abbiamo ormai sviluppato una sorta di totale rassegnazione nei confronti degli aeroporti italiani.
Nella lounge, nonostante ci fosse una discreta varietà di cibo a disposizione, non ho mangiato quasi nulla ripromettendomi di fare colazione più tardi, sul volo per Francoforte… peccato però che una volta decollati la hostess sia venuta ad informarci che il servizio di bordo si sarebbe limitato alle bevande perché, a causa di un problema tecnico, non avevano potuto imbarcare il catering.
“Non ne sapevate nulla? Avrebbero dovuto informarvi al momento del check in!” ha esclamato senza scomporsi più di tanto davanti alle nostre espressioni stralunate.
Così digiuna, di cattivo umore e semi-assiderata (di solito in inverno le cabine dei voli a corto raggio sono surriscaldate ma quel giorno sul volo FCO-FRA sembrava avessero acceso l’aria condizionata tanto era freddo!) mi sono diretta insieme al Signor G. verso la lounge HON Circle più vicina, ripromettendomi di trascorrere le tre ore di scalo facendo una doccia calda e un’abbondante colazione.
Qualche giorno prima della partenza avevamo infatti ricevuto una comunicazione che ci invitata ad usufruire della lounge HON Circle, pur non avendo uno status di frequent flyer con Lufthansa, perché la lounge di Business Class era chiusa per ristrutturazione (a Dicembre, durante il picco annuale di passeggeri in transito!).
Peccato però che, arrivati all’accettazione, ci siamo sentiti dire che potevamo entrare solo per un “caffè al volo” e che l’invito ad usufruire di tutti i servizi della lounge HON Circle era valido solo a partire dalle ore 12.00.
Il fatto che il nostro volo FRA-ALA partisse proprio alle 12.00 non ha fatto battere ciglio all’addetta Lufthansa, che si è limitata ad un’alzata di spalle.
Ormai di umore nero abbiamo attraversato mezzo aeroporto e cambiato terminal per usufruire di un’altra lounge di Business Class ma devo dire che è stato tutto tempo sprecato: il cibo era di qualità scadente, la lounge molto poco accogliente ed è stato impossibile fare una doccia perché c’era una fantomatica lista di attesa.
Da FRA ad ALA.
Finalmente poco prima delle 12.00 ci siamo imbarcati a bordo del nostro Airbus A330-300 dopo un transfer di quasi 20 minuti a bordo di un pulmino NON riservato ai passeggeri di Business Class.
Poco male: un sedile confortevole, una cabina miracolosamente children free pur volando a ridosso delle vacanze di Natale e qualche bicchiere di champagne possono risollevare anche la giornata più nera e, benché non avessi grandi aspettative, il pranzo si è rivelato sorprendentemente buono.
Se infatti la portata principale risultava (come succede molto spesso) troppo cotta a causa della procedura di riscaldamento subita a bordo, l’antipasto non aveva niente da invidiare ad uno di quelli che si possono gustare a bordo di un volo Qatar Airways.
La configurazione 2-2-2 dell’A330-300 di Lufhtansa è sicuramente obsoleta e il passeggero seduto vicino al finestrino non ha accesso diretto al corridoio ma i sedili (che sono ovviamente fully flat bed) sono confortevoli e quindi il viaggio è stato nel complesso piacevole nonostante un piccolo incidente.
Mentre mi alzavo per andare in bagno infatti un braccialetto che avevo al polso si è rotto impigliandosi nel sedile e uno dei ciondoli è andato perso, nonostante tutti i tentativi fatti dalla cabin crew per cercare di ritrovarlo e nonostante, durante lo scalo ad Astana, sia salito a bordo un tecnico che ha letteralmente smontato il sedile per capire dove fosse finito il mio teschietto messicano di Me&Ro.
Mi piace pensare che il mio ciondolo continuerà a viaggiare instancabilmente tra le nuvole a bordo di quell’aereo e devo ammettere che hostess e stewart sono stati davvero gentili e solerti, impegnandosi in ogni modo per aiutarmi e per consolarmi della mia perdita.
Da ALA a FRA.
Il nostro volo di ritorno da Almaty a Francoforte sarebbe già stato abbastanza disgraziato anche senza gli inimmaginabili contrattempi che ci attendevano.
Partire alle 04.50 del mattino da una città gelida ed innevata non è il massimo e se poi vi ritrovate a fare una fila assurda ai controlli d sicurezza perché non esiste un fast track e ad ingannare il tempo prima dell’imbarco in una lounge in cui TUTTO il cibo (a parte caramelle e biscotti) è a pagamento, allora l’esperienza a terra sarà già irrimediabilmente rovinata.
Arrivato il momento del boarding ci siamo trascinati stancamente al gate per scoprire che un unico stretto corridoio dava accesso a tre diversi fingers e che quindi non ci sarebbe stata nessuna priorità di imbarco ma, una volta saliti a bordo ed ingollato il primo bicchiere di champagne, abbiamo tirato un sospiro di sollievo pensando che il peggio fosse ormai passato e ci siamo rilassati mentre l’aereo iniziava le macchinose procedure per il de-icing delle ali.
Peccato che, mentre l’aeromobile stava ormai rollando sulla pista ghiacciata, sia arrivato il più imprevisto e terribile degli annunci: “C’è un medico a bordo?”.
Avendo già vissuto un’emergenza medica in fase di decollo alcuni anni fa sapevo già che avremmo probabilmente detto addio al nostro volo in coincidenza e non avevo nemmeno la forza di imprecare mentre l’aeromobile tornava mestamente al terminal e aspettavamo che il personale medico, con i suoi tempi biblici, salisse a bordo ed evacuasse il passeggero e i suoi familiari.
Un’alba funesta era già sorta quando le hostess (che fino a quel momento erano rimaste praticamente con le mani in mano, visto che l’emergenza medica era nella cabina di Economy Class) si sono decise a servirci uno spuntino freddo e un bicchiere di succo di mela mentre l’aeromobile ricominciava tutta la trafila di refuel e de-icing.
Alla fine l’aereo è decollato con 3 ore di ritardo e, mentre il personale di bordo si affannava a cercare di riproteggere i passeggeri con destinazione finale negli USA, alla nostra richiesta di informazioni hanno risposto con una sorta di fastidio di non preoccuparci perché “ci sono altri voli utili su FCO dopo il vostro”.
Da FRA a FCO.
Ovviamente mentivano: era la mattina del 31 Dicembre e tutti i voli successivi al nostro erano stati cancellati, quindi rischiavamo di trascorrere la notte di Capodanno a Francoforte e di essere riprotetti sul volo del mattino successivo.
Alla fine sul volo FRA-FCO della mattina del primo gennaio sono finite solo le nostre tre valige da stiva, mentre noi siamo riusciti miracolosamente a salire sul nostro volo originario.
Tutto è bene quel che finisce bene, penserete voi e invece no! Perché purtroppo il 2 gennaio, tracciando i nostgri bagagli smarriti, abbiamo scoperto con orrore che erano stati trasferiti da FCO a BLQ con un volo ITA Airways (?!?!) ed affidati ad un sedicente e sconosciuto corriere di cui non avevamo nessun contatto.
Da quel momento è iniziata una trafila assurda di telefonate con il servizio clienti Lufthansa (che per i bagagli smarriti prevede solo un call center in lingua inglese, con in più la beffa di un operatore che continuava a rispondere alle mie domande in tedesco) e alla fine le valige ci sono state riconsegnate in giornate diverse (le prime due il 4 gennaio e l’ultima il 5) danneggiate e con degli oggetti mancanti.
Non vi sto neppure a raccontare tutto lo sbattimento necessario a farci risarcire gli oggetti scomparsi: vi basti sapere che abbiamo dovuto fare una denuncia ai Carabinieri e chiedere alla nostra Banca di recuperare gli estratti conti di 10 anni fa perché, per ogni oggetto scomparso, bisogna presentare una prova di acquisto.
Inoltre, secondo l’assurda policy della compagnia aerea, tutti gli oggetti “invecchiando” si svalutano e quindi, se per puro caso aveste messo in valigia una borsa pagata alcuni anni fa più di mille euro, riceverete un indennizzo ridicolo e peggio per voi se quella stessa borsa è ancora in produzione ed è arrivata a costare il doppio di quello che l’avevate pagata!
Credo non ci sia bisogno di dire che in futuro eviteremo di volare ancora con Lufthansa e che, nella nostra personale classifica, la compagnia di bandiera tedesca si piazza all’ultimo posto, ex aequo con Aromexico!