Chloé Paddington, YSL Dowtown o LV Summit Drive?!? 2



Dilemmi di una sera di febbraio.

Ecco il risultato di una serata passata a chiacchierare di borse (prezzi di borse, dimensioni di borse, materiali di borse, versatilità di borse) e di una tarda serata passata a guardare immagini di borse su riviste e siti internet specializzati: la scelta per la mia “nuova futura borsa” si è alla fine ridotta a tre veri must to have.
Dopo anni di totale adorazione per le borsette piccole e leziose ed un  numero consistente di baguette, zucchini, croissant, pochette e saddle religiosamente impilate nell’armadio, ho iniziato pian piano a convertirmi alle borse di medie dimensioni ed ora penso di essere finalmente pronta per una Big Bag.
Ma si sa, una borsa grande è più impegnativa sotto molti punti di vista, non ultimo quello economico.
Ed è soprattutto impegnativa quando ci si trova nella seguente spiacevole condizione…
Quando non si dispone di entrate fisse autonome ma si sopravvive grazie ad una rendita paterna  e a generose donazioni (donazioni materne per quello che riguarda le esigenze del quadrupede e della sottoscritta; donazioni del Signor G. per quello che riguarda vacanze e cene); quando l’unica attività lavorativa svolta, benché molto divertente e stimolante, è anche assolutamente saltuaria ed assolutamente sotto pagata; quando si possiedono tre carte di credito inutilizzabili (perché la revolving è stata diligentemente esaurita nel giro di due mesi ed ora ci sono rimaste solo le rate da pagare; la carta personale attinge da un conto perennemente in rosso; l’AmEx attinge dal conto paterno e quindi va usata con criterio per non indisporre il genitore);quando sono stati chiesti e ricevuti come regali di Natale un Hazelmere di Burberry e una Saddle bag di Dior (giurando e spergiurando senza troppa convinzione che non ci sarebbero state altre richieste per il resto dell’anno, compleanno compreso, nel campo abbigliamento-borse-scarpe-accessori.
Come dicevo, quando ci si trova in questa deprimente situazione, imbarcarsi nell’impresa di acquistare una “It Bag” come quelle selezionate (il cui prezzo oscilla tra i 1000 e i 1300 euro) necessita assolutamente di una precisa strategia per la raccolta dei fondi.
E’ soprattutto fondamentale per raggiungere l’obiettivo:
1) Rimanere sul vago riguardo all’oggetto del desiderio. Perché sarebbe molto seccante sentirsi liquidare con un laconico “cosa te ne fai di un’altra borsa, non ne hai già un armadio pieno?”
Essì, perché gli Uomini (e purtroppo anche certe donne) non sono in grado di comprendere un concetto assolutamente elementare: non si possiedono mai abbastanza borse!
2)Durante la raccolta dei fondi rimanere sul vago riguardo al prezzo finale dell’oggetto.
I prezzi di certe borse sono obiettivamente scandalosi e si rischierebbe di sentirsi dire con disapprovazione cose tipo “tu non hai alcuna idea del valore del denaro”.
Che poi è una stupidaggine: nessuno ha un’idea più precisa del valore del denaro di una povera fanciulla che debba barcamenarsi a gestire le sue finanze per conciliarle con l’esigenza di un guardaroba perfetto!
3) Trovare degli sponsor con largo anticipo, lavorando con diplomazia; oppure improvvisare all’ultimo minuto per confondere i finanziatori e prenderli alla sprovvista.
Normalmente la prima strategia è quella che uso con mia mamma: lei mi ascolta quando parlo di borse, scarpe e vestiti e quindi si può ragionevolmente sperare che voglia investire in uno dei miei progetti.
Mio padre invece, benché abbia lavorato tutta la vita nel settore della moda, è abbastanza refrattario all’argomento.
Parlargli ossessivamente di un oggetto avrebbe solo il potere di irritarlo, così con lui funziona perfettamente il fattore sorpresa: se siamo in giro insieme per negozi mi limito ad entrare nella boutique prescelta informandolo che ho intenzione di comprare quella certa cosa come regalo per quella certa ricorrenza, lui brontola, mi esorta a fare in fretta e rimane fuori a fumare; se invece sono in giro da sola lo chiamo al telefono per chiedergli il permesso di usare la sua AmEx per un acquisto eccezionale e lui normalmente, colto alla sprovvista,  si rassegna all’inevitabile.
[Con mio padre entra in gioco anche un altro delizioso fattore: il fattore amnesia.
Se mi fa un regalo di compleanno o di Natale con largo anticipo è frequente che poi se ne dimentichi e all’ultimo momento mi compri qualcos’altro. Ad esempio due anni fa avevo chiesto per il mio compleanno una nuova giacca da Dressage su misura, ma chiaramente mi serviva molto prima di giugno… così quando è arrivato il mio compleanno mio padre, che aveva completamente rimosso dalla memoria quella giacca, ha pensato bene di regalarmi una cintura di Louis Vuitton!] Il Signor G. invece è un caso a parte.
Anche lui è totalmente disinteressato alle mie digressioni sul tema ma, non so come, assimila comunque le mie farneticazioni e a volte le mette a frutto: ad esempio alcuni mesi fa, durante una conversazione, ha citato come se niente fosse la “trotteur romantique” che era la borsa per cui impazzivo tempo addietro (giuro che sono rimasta di stucco: allora mi ascolta quando parlo!); l’anno passato invece, dopo aver ignorato per una settimana i miei commoventi sospiri sugli accessori della collezione Vernis di Louis Vuitton, si è presentato con un laccetto da cellulare con pastilles smaltate proprio di quella collezione!
Mi rendo conto solo ora di essermi dilungata tantissimo sulle strategie di acquisto (lo so, sono logorroica all’inverosimile!) ma di non aver scritto nulla a proposito del come e perché io sia arrivata a questa piccola rosa di finaliste ideali.
Purtroppo dovrò rimandare ad un altro post perché in questo momento mi sento davvero troppo provata per affrontare un simile e delicatissimo argomento: infatti  pochi minuti fa, spettegolando al telefono con il Signor G. che è fuori per lavoro, sono stata messa a conoscenza del fatto che una coppia di nostri amici si è appena mollata per un motivo veramente allucinante!
Pare che lei, che per tutta la vita è stata una fancazzista gioiosa tipo la sottoscritta, si sia improvvisamente trasformata in una donna in carriera (avvocatessa, of course) così impegnata con il lavoro da farsi addirittura scaricare dal fidanzato!
Caspita… sono scioccata: l’avevo sempre immaginata con un futuro da Dama del Rotary, o al limite a mollare fidanzato e cane per scappare con un armatore greco… di sicuro non ad ammuffire zitella dietro una pila di codici!
Ed ecco che l’ombra del Diritto si allunga di nuovo sulla mia spensierata esistenza!


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

2 commenti su “Chloé Paddington, YSL Dowtown o LV Summit Drive?!?

  • BaiLing

    @IoMariposa:
    Mi sa che questo post vecchissimo è rispuntato fuori perché l’ho ri-taggato con la nuova tag "wish list".
    Comunque rileggendolo a distanza di tutti questi mesi rimango colpita da due cose:
    – Dal fatto che le mie strategie sono veramente infami e diaboliche 😛
    – E dal fatto che due di queste borse a distanza di tempo le trovo a dir poco orrende! Della Paddington mi sono subito disamorata appena l’ho vista dal vivo e provata; e la LV Summit Drive con quei manici in vacchetta è addirittura indecente!
    Comunque Amica sono davvero contenta di non essere l’unica che si arrovella su certe bassezze

  • IoMariposa

    Leggo questo post perchè si è inserito tra le notifica della lista preferiti di splinder.
    Gesù come è potuto passare inosservato senza un misero commento?!
    Questa è astuzia machiavellica -di cui io sono un’esimia rappresentante eh- che i posteri devono necessariamente seguire; essere una figlia femmina implica questa sequela di minuzie che sono alla base della sopravvivenza di ogni fashion victim.
    Detto questo, mi ritiro a meditare sulla bassezza con cui estorco soldi a mio padre…