Forse è proprio per questo che ho comprato un nuovo profumo, giovedì scorso a Roma.
Per essere già in qualche modo altrove.
E in un altrove davvero speciale.
Un Jardin aprés la Mousson è il terzo dei Parfum Jardin di Hermès e nasce dal talento del “naso” della Maison, Jean-Claude Ellena, che parla così della sua creatura:
“Il diluvio è cessato. Le nuvole nere hanno lasciato il posto a un azzurro calmo e sereno. I canali sono diventati specchi. L’aria soffocante si è trasformata in profumo. Metto fuori il naso. Il grande giardino respira… Gli alberi si raddrizzano. Le foglie rinverdiscono. L’erba ondeggia. Spuntano nuovi germogli. Una rana color fango salta di foglia in foglia. Le corolle dei fiori si aprono. L’acqua vivifica i sentori freddi e attenua i profumi opulenti. L’odore rinasce, intenso, luminoso, umido. È questo giardino accogliente che ho racchiuso nel flacone.”
L’India di questo profumo è quella verde ed acquatica del Kerala, con la sua rete di fiumi e canali chiamati backwaters, è l’India in cui terra ed acqua si confondono, in cui le nuvole (messaggere degli innamorati) si dissolvono e i colori e gli odori sono più limpidi, più veri e più puri.
Nel suo cammino indiano Jean-Claude Ellena ha escluso le spezie calde ed impetuose, scegliendo la serenità di una natura che rinasce dalle piogge, odori vegetali, impressioni d’acqua, spezie fredde.
E allora ecco lo zenzero, il cardamomo, il coriandolo e il pepe; la soavità acquatica dei fiori di hedychium coronarium, simili a bianche farfalle; il vetiver verde e terroso, che gli Indiani intrecciano ed appendono alle finestre per profumare le case.
E così nasce questo profumo evocativo.
Un istante sensoriale da condividere racchiuso in un flacone che conserva nel vetro il ricordo del cielo nuvoloso; e custodito in un astuccio dai decori variopinti e naif ideato dall’immaginazione di Karen Petrossian (già designer di alcuni carré di Hermés) che ha tratto ispirazione dall’infinita tavolozza di materie, forme e colori che la natura offre.
@ cuoresile: grazie amica mia per le tue parole. Un abbraccio forte e un bacio :-*
@corrispondances: ieri qui c’è stato un breve acquazzone (purtroppo è durato solo pochi minuti) ed io ho pensato subito “ah, gli odori della pioggia… i profumi dei fiori e degli alberi rinfrancati e rinfrescati!”.
Sono corsa ad aprire le finestre sperando di sentire odori, sentori e frescura…
Ma a parte un leggero odore di erba bagnata, sono solo stata investita da un’ondata di calore pazzesca ed ho dovuto richiudere tutto!
Spero che anche il profumo del monsone (quello vero) non sarà così deludente!
adoro i monsoni , la pioggia tropicale violenta e selvaggia come la vegetazione e gli animali che la popolano, ma anche sottile e velata come una nebbia che passa sotto pelle e diffonde il profumo delle orchidee nascoste.
Cambiare profumo spesso è anche cercare di dare un senso diverso alle giornate,a noi stessi.
Ho letto il post indietro…mi dispiace davvero moltissimo.1 bacio amica mia e non perdere la tua combattività.Mai.E’ uno dei tuoi grandi pregi.