#india. Sensazioni. 4


Ad una settimana dal mio ritorno a casa comincio a riprendermi fisicamente dalle fatiche del mio Viaggio, ma non sono ancora in grado di definire e descrivere questa esperienza.
La sera prima di Ferragosto, durante una cena in campagna con tutti i nostri amici, la mia amica P. ci ha chiesto quale fosse stato il momento più bello di tutto il Viaggio.
Il Signor G. ovviamente ha risposto “il ritorno”, io invece non sono stata in grado di dare una risposta.
La verità è che non c’è stato un momento folgorante, un momento speciale in cui io abbia sentito di aver colto l’essenza di quei luoghi tanto sognati, in cui abbia sentito di appartenere a quell’istante.
Ci sono stati sicuramente luoghi e momenti che mi hanno emozionata e commossa.
Vedere comparire la candida sagoma del Taj Mahal, o sentire il suono dei tamburi cerimoniali nella notte indiana, o bagnarsi nello scroscio improvviso del monsone, o ancora osservare nella quiete dell’alba i bagni dei pellegrini nella Ganga, o mischiarsi alle donne indiane dei villaggi rurali e vederle ridere mentre scorrevano le dita sullo schermo della macchina digitale o cercavano di sfilarmi i bracciali di vetro dai polsi… tutti questi momenti sono stati sicuramente speciali.
L’India è stata totalizzante, invadente, stancante, sfinente.
Per due settimane non ha lasciato posto a niente altro ed ha cancellato dalla mia mente tutti gli altri miei pensieri, tutte le altre mie passioni, tutti gli altri miei desideri.
Ma l’India che avevo nel cuore non l’ho trovata.
L’India romantica, spirituale e magica che cercavo non esiste o forse non sono stata capace io di vederla.
Forse è per questo che non sono in grado di dire quale sia stato il momento più bello di questo viaggio: perché il momento più bello doveva essere proprio quello che non c’è stato.
“Oggi farò anche questa ammissione: non ne sarete affascinati alla vista.
Dovrete raschiare sotto i mucchi di letame che sono oggi i nostri villaggi.
Non voglio dire che siano mai stati dei paradisi.
Ma oggi sono veramente dei mucchi di letame; non erano così prima, di questo sono abbastanza certo.
Non l’ho appreso dalla storia ma da quello che ho visto io stesso dell’India, fisicamente con i miei occhi;
e io ho viaggiato da una parte all’altra dell’India, ho visto i villaggi, i miserabili esemplari dell’umanità, gli occhi senza vita, eppure sono l’India, e ciononostante in quelle umili case, nel mezzo dei mucchi di letame troviamo gli umili Bhangis, dove troverete un concentrato di saggezza.
Come? Questa è una grande domanda.”
M. K. Gandhi
New Delhi, 2 aprile 1947

Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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4 commenti su “#india. Sensazioni.

  • BaiLing

    @ Corrispondances: mentre ero in India mi sentivo piuttosto negativa, e un giorno ti ho scritto in un sms che l’India che abbiamo immaginato noi per tanti anni non esiste. Ora invece comincio a pensare di averla cercata nei posti sbagliati… magari nel Darjeeling… o nell’Himchal Pradesh… o nel Kerala.

    Il Signor G. mi ucciderà 😛

    @IoMariposa: sono d’accordo, è il pensiero di essere alla ricerca di qualcosa a farci sentire bene. La cura non è in quello che speriamo di trovare, ma nel fatto stesso di cercare. E il Marocco è un posto perfetto per fare un viaggio del genere, sono sicura che ne sarai entusiasta!

  • IoMariposa

    Io mi preparo per il tour il Marocco;parto senza sapere quello che sto cercando, tanto so già che non lo troverei: sai a volte ci fa bene semplicemente la ricerca, credo.

    Gesù, mi sento eccessivamente profonda oggi!