“Me lo porto al naso. L’odore mi seduce.
Profusione d’immagini odorose, di resina, di buccia d’arancia, di pompelmo, di carota, di opoponax, di ginepro, odore fresco e dolce, vigoroso e tenero.
Non resisto più, mi lascio accarezzare i sensi e pervadere dagli odori”.
Jean-Claude Ellena, Viaggio sentimentale tra i profumi del mondo.
Avete mai avuto l’impressione, leggendo un libro, che alcune parole contenute in quelle pagine fossero state scritte apposta per voi?!
Ebbene, è quello che ho provato leggendo Viaggio sentimentale tra i profumi del mondo di Jean-Claude Ellena.
Leggerlo mi ha fatto venire voglia di soffermarmi più a lungo sulle emozioni e sulle sensazioni complesse suscitate da odori e profumi e di dare, in un certo qual modo, voce alle mie memorie olfattive.
Iniziamo dal mango.
Il profumo del mango è per me legato al concetto stesso di Viaggio, qualcosa in grado di farmi rivivere, sotto forma di vividi flashback, istanti preziosi fatti di suoni, odori e colori.
In India, durante la stagione del monsone, il nostro driver Sanju scelse per noi alcuni manghi sui banchi di un mercato.
Aveva protestato, dicendo che quella non era la stagione adatta per mangiare quei frutti, ma alla fine si era rassegnato davanti alle mie insistenze.
I manghi erano di un colore giallo carico, la buccia scura, la polpa sfatta e il profumo speziato così intenso da divenire quasi stucchevole.
Quei frutti, e la loro polpa appiccicosa tra le dita, mi parvero l’essenza stessa della mia estate indiana.
In Kenya ho visto per la prima volta gli alberi di mango.
Le foglie verde intenso assomigliano a quelle dei peschi ma le piante sono immense, grandi come querce secolari.
A dicembre erano cariche di grandi frutti rosati, ma sui banchi del mercato di Malindi non ce n’era traccia.
Mi dissero che dicembre non è la stagione dei manghi e tornai a casa con il rimpianto di non essermi fermata abbastanza a lungo da vederli maturare.
Sull’Ile Maurice, all’inizio dell’Estate australe, comprai un piccolo mango verde da una venditrice ambulante.
Lei mi consigliò le dolci ananas Victoria dicendo che per i manghi era ancora troppo presto, ma naturalmente io non le diedi retta.
Il mango era esattamente come piace a me: quasi acerbo, con la polpa così pallida da non essere ancora gialla, con la buccia sottile di un tenero verde chiazzato di rosa, croccante, acidulo, profumato di chiodi di garofano.
Il mango più buono mai assaggiato… il perfetto mango verde del mio primo Jardin di Hermès, quello sul Nilo.
La Stagione dei Manghi è così diventata nel corso degli anni una sorta di personale tormento: per quanto io mi riproponga sempre di farne uno speciale metronomo che scandisca il momento più propizio per mettermi in Viaggio, fino ad ora non mi è ancora mai riuscito di entrare in sintonia con essa.
Photo credits:
– 1: National Geographic.
– 2, 5: intemoodforlove.it
– 3, 4, 6: Steve McCurry.
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che voglia di partire, di odori nuovi, di colori da ricordare…
fra un mese vado in vietnam….valigia minima e iper sportiva, perchè sarà un viaggio impegnativo
non vedo l’ora!
Invidiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
Al ritorno devi fare un reportage completo sul blog, eh?
Mio papà c’è stato moltissimi anni fa in Vietnam, quando non sarebbe mai venuto in mente quasi a nessuno di andare… ma sembra che adesso stia diventando una bella meta di viaggio con strutture ricettive più che adeguate!
Ci credo che non vedi l’ora!
I profumi sono ricordi. L’ho sempre pensato anche io, mi ricordano non solo posti o viaggi ma momenti precisi dell’infanzia o piuttosto delle stagioni.
Che voglia di viaggiare poi il tuo post, spero di vederli un giorno questi fantastici paesi.
Meravigliosi i ricordi odorosi dell’infanzia!
C’è una certa siepe fiorita che mi riporta alle estati al mare di quando ero bambina, l’elicriso che mi ricorda le passeggiate in montagna con mio papà e l’odore del muschio umido che mi ricorda quando andavamo a raccoglierlo per fare il presepio!
Niente come i profumi si lega nel profondo a momenti, immagini, persone lontane.
E’ stato emozionante leggere questi tuoi racconti olfattivi: il Kenya mi è entrato dentro proprio per i suoi odori di terra della savana e di animali selvatici e resterà per sempre un’esperienza e un ricordo meravigliosi.
In Kenya prima o poi voglio tornare per fare un safari più lungo… è la terra di Karen Blixen e quindi per me (che la amo) ha un sapore tutto speciale.
Baci cara e buon lunedì :-***
Assolutamente d’accordo, sul Kenya, sui safari, su Karen Blixen…
Che foto meravigliose! E assieme al tuo racconto ti mettono proprio in viaggio…
Buona giornata cara:)
Buona settimana cara e un abbraccio!
Lo sai che ti invidio vero? 🙂
L’invidia tra viaggiatrici è sempre un’invidia gentile 🙂
Anche a me piace associare i profumi, gli odori.
E’ sempre piacevole perdersi tra le tue righe.
Baci
Vale
Grazie Vale 🙂
che bellezza! mi hai fatto tornare in mente un sacco di odori legati ai miei viaggi 🙂
[la puzza devastante del durian in un mercato vietnamita, la miscela inebriante di spezie a jodhpur, il profumo dell’oceano californiano, i fiori rugiadosi all’alba in indonesia e mille altri. meraviglia, nostalgia:)]
Il mitico durian!!!
Ma sai che l’ho assaggiato in un mercato di Java e ti dirò… puzzare puzza, per carità! Ma il sapore non l’ho trovato così disgustoso!
no, infatti- il gusto è buono! però, avendo un olfatto ipersviluppato, ho sofferto, continuavo a sentire la puzza! stessa cosa con il mitico natto in giappone: odore micidiale, gusto interessante (e si mangia a colazione. rischio stomaco in subbuglio- altissimo)