Il mio corrispondente da Berlino non mi ha delusa e ha scovato, proprio prima di ripartire alla volta del Patrio suolo, un piccolo locale d’atmosfera nel cuore della Berlino vecchia, con robusta cucina tedesca e un buon rapporto qualità-prezzo.
D’altronde Stefano è sempre stato mio compagno di “scorribande eno-gastronomiche”, sia in Italia che all’estero e a parte tutti i deliziosi locali scovati durante i nostri week end “italiani”, è stato proprio grazie a lui che qualche anno fa a New York ho sperimentato le delizie asiatiche di “Le Colonial” e la cucina innovativa di Tom Colicchio, allora giovane e promettente patron di “Craft” e oggi stella del luminoso firmamento nouvelle cuisine del MGM di Las Vegas.
Lascio dunque la parola alla sua recensione:
Lascio dunque la parola alla sua recensione:
“Il quartiere di San Nicola è sicuramente uno dei più particolari di Berlino. Situato nel cuore dell’ex Berlino est ricorda certe zone di Praga, con le case dai tetti aguzzi tutte appiccicate l’una all’altra, i portici e le strade pavimentate in pietra. E’ la zona ideale per passeggiare alla ricerca di un pezzo di antiquariato oppure di un posto dove mangiare qualcosa in pace. Siamo entrati nel ristorante più bello che abbiamo trovato durante la passeggiata: Reinhard’s.
L’ambiente è molto caldo e silenzioso, anche per via delle pareti in legno e della ridotta dimensione delle sale. Il primo impatto è stato ottimo: è esattamente come ci si aspetta che sia un ristorante mitteleuropeo. Il direttore di sala ci ha assegnato un tavolo nella sala principale. Gli spazi sono un po’ ristretti ma non si può chiedere troppo in un ambiente tanto antico. Abbiamo mangiato diverse cose dai nomi improponibili ed irripetibili, ma mi sento di consigliare su tutto le zuppe. La zuppa di cipolle era soltanto “molto buona” mentre la zuppa di patate (con crostini e piccoli tranci di salmone affumicato) era assolutamente strepitosa!
Amica rediviva!
Certo che lo studio è proprio una disgrazia per la vita sociale delle persone!!!
Per fortuna io sono alle battute finali e poi tutta vita ed ozio almeno fino ad anno nuovo!!!
Direi che una corrispondenza da Roma mi interessa molto, specialmente se riesci ad avere informazioni su quell’evento di cui parlavamo ieri al telefono 😛
Peccato solo che la Festa del Cinema sarà finita e non potrai riportarmi cronache VIP!
Se penso che avevo gli accrediti per tutte le proiezioni stampa mi viene da piangere!
sono viva ed ho letto le corrispondenze estere…… se vi interessa io posso lanciare le info su MC ormai, vivo li’!! prox destinazioni Roma!!! interessa???
@zyo:
Eh ti credo! Ancora mi ricordo quanto abbiamo riso io e Ualli per la tua faccia sconsolata quando hai capito che “gli americani” non andavano a prendersi il caffè perché sono originali, ma perché la cena era finita 😀
E il giorno dopo sull’autobus per NY continuavi a dire “sadness…”
Oddio, ancora non riesco a smettere di ridere al pensiero :-DDD
Le uniche tre persone al mondo andate in Ammmerica per morire di fame!!!!
Ora che mi hai raccontato la storia per filo e per segno qualcosa comincia ad affiorare nella mia memoria, ma di sicuro non i nomi dei ristoranti ne tantomeno il tavolo in cui ci hanno sistemati.
Perché una cena resti impressa nelle mie sinapsi non basta che il posto sia bello o il cibo buono: è necessario che sia accompagnata anche da qualche altro evento catalizzatore.
Ad esempio, la cena del “nostro” matrimonio americano me la ricorderò di sicuro per tutta la vita :p
Zyo
@zyo:
Sei un disastro!!!
Come puoi non ricordarti dove abbiamo mangiato durante il nostro viaggio sulla East Coast?!?
Possibile che ti ricordi solo il peso della mia valigia su per le scale del B&B, e l’aragosta che ti sei mangiato a Boston?!?
“Le Colonial” era quel bel ristorante vietnamita, la Direttrice di sala (che tra parentesi era una bella tipa, e tu l’avevi notato) ci aveva sistemato in una saletta in fondo e io ti avevo fatto notare che a Manhattan non va per niente bene avere un tavolo in una saletta appartata!
E invece “The Craft” era il ristorante dove siamo stati la seconda sera, quello ultramoderno che il taxista non riusciva a trovare (vicino c’era l’omonimo Craft Bar, chiuso. Ti ricordi?).
L’avevi scelto tu, perché io volevo andare a mangiare in una banale Steak House (che comunque era recensita come la migliore di NY).
Mi ricordo anche che io e la Ualli abbiamo mangiato pesce e che i dessert erano favolosi (io avevo preso un dolce alle carote).
Invece non mi ricordo come si chiamava il ristorante italiano dove abbiamo mangiato l’ultima sera, anche quello molto elegante… Ma potrei rimediare andando a sfogliare qualche vecchia agenda!
@Nirvanainblu: grazie di essere passata, un abbraccio 🙂
mmm che delizia … stuzica il palato dell’immaginazione … e preinduce al piacere del prossimo incontro
Finalmente ho trovato il lavoro per te!
Ti assumo come mia memoria personale perché davvero mi viene da dire che io non ho mai sentito nominare “Le Colonial”, “Tom Colicchio” e “Craft”, ma a quanto pare devo averli incontrati in questa vita.
Oppure dovrei tenere un blog privato (solo per me) in cui scrivo quello che faccio, così mi rendo conto di avere una vita molto più ricca di eventi importanti, di quanto non creda.
Comunque grazie.
Zyo
Ps: temo di sapere chi siano le tue inviate da Parigi… due note buongustaie! 🙂
Sono davvero contenta che ti piaccia questa mia nuova rubrica di viaggi!
La prossima settimana avrò due deliziose corrispondenti da Parigi e sono sicura che sapranno segnalarmi un sacco di luoghi ed eventi interessanti.
Riguardo a Berlino è un bel po’ di tempo che ho voglia di andare, ma dovrò rimandare di nuovo: appena passato il 28 ottobre mi metterò ad organizzare un “viaggio-premio” con la mia compagna di studi (sempre che vada tutto bene, ovviamente!!!) ma abbiamo optato per una spiaggia tropicale piuttosto che per una capitale europea… abbiamo deciso di aver soprattutto bisogno di ozio, di sole e di mare!
Torno tra i libri, non senza lasciarti un abbraccio.
P.S. Ovviamente mi piacerebbe molto leggere il tuo nuovo racconto appena sarà finito!
ragazzi io a leggere rimango senza fiato…
voglio voglio voglio tornare a Berlino!
(l’ho ripetuto davvero troppe volte!)