Gli eventi. 12


Seconda puntata del Salotto di Bai Ling dedicata a Mitla e alla sua raccolta di racconti edita da Akkuaria.
Dopo aver parlato a lungo con e dell’Autrice passiamo finalmente a parlare di “Donne nello Specchio” attraverso “Gli eventi”, il racconto con cui si apre il libro.
“Gli eventi” è il racconto breve di un amore e del suo epilogo in cui l’Autrice non lascia niente al caso: parola dopo parola, riga dopo riga, tanti piccoli indizi fanno sì che i contorni sfocati di due vite comincino a delinearsi davanti ai nostri occhi fino all’inaspettato colpo di scena finale.
“Gli eventi” è un racconto costruito a scatole cinesi, una narrazione dentro la narrazione fatta attraverso un dialogo immaginario che non è mai divenuto reale e mai lo diverrà.
E’ la storia appena tratteggiata di un legame che va oltre: oltre gli errori, oltre le ipocrisie, oltre i rancori.
E’ la cronaca di un tentativo di ribellione (prima) e di un tentativo di espiazione (poi).
Perché la fame di vita, di passione e di trasgressione possono farci scivolare in ruoli che non ci appartengono davvero, travolti da emozioni altrui e vittime inconsapevoli degli Eventi.
 

“Mi piace il suono del tacco delle mie scarpe al contatto con il pavimento, riecheggia per i corridoi.
Gli uomini si voltano subito a guardarmi, le donne no, solo quando le oltrepasso e possono spiarmi, di spalle, senza essere viste.
Allora ancheggio un po’ di più, quel tanto che basta per far oscillare la gonna e percepire l’invidia per il mio corpo.
Sono arrivata: stesso posto, una volta alla settimana, il Sabato.

Sei spettinata oggi. Non hai prestato la solita cura e attenzione per i dettagli. Che è successo non è da te.


Cretino, mi verrebbe da urlargli. Cosa ne sai tu?
Non lo faccio, in rispetto al luogo, non urlo; mi limito a reprimere una smorfia di stizza.
Se lui sapesse quanto mi costa venire qui, a cosa rinuncio per lui.
La mia vita, passata al setaccio mille e mille volte ancora. Mi hanno spogliata, hanno sondato ogni piega del mio essere, della mia anima, per colpa sua.
Passo veloce una mano fra i capelli, sistemando così una ciocca che ribelle era sfuggita alla severa coda nella quale la costringo; sì, la costringo giusto una volta alla settimana per venire qui da lui.

Va meglio così, sei tornata l’ipocrita di sempre.

Ipocrita, Io.
A volte mi piacerebbe ricostruire a ritroso nel tempo chi dei due, per primo, ha ingaggiato questa gara all’ipocrisia. Ingabbiata in un ruolo che non sospettavo fosse tanto avvilente. Sfido chiunque a non studiare un modo per evadere.
Lui l’ha trovato subito il modo. Anzi non si è dato nemmeno la briga di cercarlo questo modo, ipocrita lo è sempre stato.
Era facile per lui, fuori altre donne, altri svaghi; e io, a casa, relegata al ruolo della mogliettina cara e fedele.

Quasi quasi, sembri una donna seria.

Bastardo! Si diverte.
Crede persino di essere spiritoso. Sa benissimo che seria lo sono dovuta diventare. Sono ancora giovane, e sono bella, questo di sicuro lui non lo può sopportare.
Sorrido mentre lo guardo. So che l’unica cosa che può ancora ferirlo è la mia vita.

Dove ci siamo perduti?

Lo guardo, a lungo, la domanda mi sorprende. Mai una sola volta ho sentito di appartenergli, quindi mai ci siamo perduti.
Qualcosa nella sua voce però mi spinge a riflettere.
Avrei voluto crederci, avrei voluto che quell’amore fosse il mio amore per sempre.
Eri l’uomo giusto per me. Eri la soluzione a portata di mano e io… io ero tanto giovane.
Se solo…

… se solo…

Eccolo che ricomincia. Avevo sperato in una possibile apertura. Chissà perché? Forse il tono di voce mi ha ingannata. È inutile lui non può capire che Paolo non è la causa di tutto.
Lui non può capire che ci sarebbero stati altri Paolo. Lui era la scelta giusta, Paolo era la passione, la trasgressione: la vita vera.
Perché mi guardi così? Cosa provi per me? Forza avanti dimmelo, ormai credo che non ci siano più segreti.

… pena.

E ancora lacrime.
Il dorso della mia mano è talmente avvezzo ad asciugarle subito, che a fatica raggiungono le gote.
Quante ne sono state versate.
Pena. La provo anch’io per me stessa, non per quello che è accaduto, ma per come è accaduto.
È una sensazione strana, lasci che gli eventi ti travolgano, senza esserne parte. Come dire? Non sei né attore, né spettatore; sei lì e ti lasci travolgere dalle emozioni altrui.
In un certo senso fai tuoi ruoli che non ti appartengono, ma non li analizzi, non li valuti con la tua razionalità.
È così …è andata così. Nell’istante in cui, poi, cerchi di farti un’idea tua di ciò che è stato qualcosa o qualcuno ti riallontana dall’ evento.

Dall’evento… sei particolarmente cinica a definirlo così.

Abbasso lo sguardo; ormai la punta delle mie scarpe la conosco a memoria, per dieci lunghi anni le ho fissate.
Sono stati loro a farmi diventare così. Loro, le loro toghe, le loro domande. Lenti, impietosi e inesorabili hanno scavato nel mio passato nel mio presente, annullandomi il futuro.
Mi hanno umiliata, derisa, dato in pasto agli avvoltoi, spogliata di ogni pudore.
La mia intimità pubblicata e portata a vessillo di un qualcosa che io non ho nemmeno voluto, che non sono stata in grado di controllare, di comandare.

Eri tanto giovane.

Chiudo gli occhi mentre annuisco. Sì, tanto giovane.
Questo non è un alibi però. L’ho imparato bene.
Non volevo che andasse così, non sono stata io a volerlo, ma non potevo cambiare le cose. Non ne avevo la forza ero troppo, troppo giovane e inesperta allora.

E adesso… adesso cosa sei?

Non so cosa sono. Forse lo sapevo allora cos’ero. Oggi non più.
Sento il peso di ciò che è stato ogni giorno, grava su di me come un lutto. Lutto… io che non l’ho mai portato.
Forse avrei dovuto. Quello è stato il mio errore sai? La fame di vita.

Fame… di vita…?

Lo so a cosa alludi. Anche se dovessi spendere il resto dei miei giorni a spiegare, non capiresti cosa vuol dire essere donna. Una donna consapevole del potere che esercita con il proprio corpo. Il vostro stupido orgoglio maschile non vi fa vedere che siete inchiodati al nostro letto.
Le ho viste le facce dei benpensanti, mentre leggevano con curiosità morbosa delle mie preferenze sessuali, mentre facevano entrare le mie fotografie nelle loro fantasie erotiche per poi dire sprezzanti “quella è una donna da letto” e pensare “la vorrei nel mio”.

Alla fine non ti è servito neppure questo “potere” però…

Guardo l’ora.
Meglio andare si è fatto tardi.
Prendo un fazzoletto dalla borsa e pulisco con cura la tua fotografia sulla lapide.
Sei sicuro che non mi sia stato utile?
In fondo … sono stata assolta per insufficienza di prove.
Ti sorrido.
Mi volto e mi allontano, la tua voce mi giunge come un sussurro.

A Sabato prossimo, amore.”




Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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12 commenti su “Gli eventi.

  • utente anonimo

    che dire…stupendo…daltronde non ci si poteva aspettare che un capolaroro…e non vedo l’ora di leggere gli altri 12 racconti…sperando che arrivi il libro…maledette poste…

    G.

  • utente anonimo

    Ciao Mitla…… e non chiamarlo più librino, te lo dice una che lo ha letto in un attimo, è proprio bello, un abbraccio, Rita

  • Mitla

    @ Paola

    Grazie per il tuo parere.

    Sì, la classica donna che non accetta la sua età.

    Considerazione che viene spontanea di fronte a visi non più giovani troppo truccati.

    Eppure dovremmo andare oltre per vedere che ogni ruga nasconde un vissuto, ma non c’è tempo abbiamo tante cose da fare… meglio fermarsi lì!

    Un lungo percorso narrativo… uhmmm forse “L’ultima sacerdotessa” e “Gli altri” .

    Credo però, per il momento, di non ripercorrere quelle strade… ho altre idee da sviluppare ^_^

    ..

    Grazie cara.

    ..

  • Paolam1221

    Io sono ancora a metà del Libro, le emozioni che percepisco nei racconti sono molto forti e non è facile passare subito ad un altro argomento. Fin’ora mi è piaciuto molto e in quest’ultimo ” Gli altri” hai usato termini anche forti per trattare la rabbia del personaggio.

    Dimmi tu quale di questi racconti avresti ampliato in modo da farne un lungo percorso narrativo?

    Io personalmente avrei continuato la giornata di ” Una donna allo specchio” seguirla nei suoi pensieri fino alla sera, sarebbe interessante.

    Sono rimasta un po’ di stucco quando hai scritto ” la classica donna che non accetta la sua età” comè difficile accettare la propria età!!!

    Ti abbraccio Antonella!

  • Mitla

    @ splendida Ari

    Ti ringrazio per avere lasciato il tuo parere anche qui.

    So che sarai anche stufa di sentir parlare di me ^_^

    Torna presto a trovarmi… sì gli Irochesi: splendido popolo.

    E poi… noi donne dovremmo prendere spunto dal loro sistema gerarchico; le donne avevano praticamente il controllo politico/sociale sulle federazioni.

    eheheh e chi lo dice che la storia non insegni… e magari si ripeta?

    ( e adesso mi tacciano pure di femminismo =_=”)

    Grazie.

    ..

  • ariAnnarita

    Cara Antonella, finalmente riesco a trovare un po di tempo per venire a commentare il tuo libro.

    Credo di essere stata la prima ad averlo letto,( sai al sud la posta funziona meglio :-))) ).

    Conosci già il mio pensiero sui tuoi scritti ma voglio sottolineare la

    tua versatilità e la profonda conoscenza dei temi trattati, che non lasciano nulla al caso ed ogni particolare è fortemente voluto e

    contestuale.

    Ho apprezzato tutti i racconti ma la mia preferenza, come già sai, va

    a “l’ultima sacerdotessa” e a “…e piove”.

    Solo per una questione di gusti. Chi ama la saga di Avalon di M.Z. bradley capirà.

    Voglio segnalare: “Ad ognuno il suo lavoro” e ” Torna presto a trovarmi”. Sono il frutto di un sapiente lavoro di ricerca e di conoscenza della cultura antica che va dai miti greci agli indiani d’America. Ti rinnovo i miei complimenti, cara Antonella e auguro a tutti i fortunati possessori

    di questo libro e a quanti si affretteranno ad acquistarlo: “buona lettura e Buon Natale!”

    Annarita

  • Mitla

    :@ Laura

    Grazie cara.

    Devo premettere che Laura è una della mie fan più sfegatate.

    Ha letto praticamente tutto di quello che scrivo, persino le prime bozze, ed è la spina nel fianco quando m’adagio o non finisco un racconto od un romanzo con i suoi:

    – Allora? me la finisci quella storia, non lasciarmi così!!

    E’ bello avere persone così al fianco, lei e Ferdinando fanno a gara per chi sollecita di più, persone che credono nei tuoi lavori senza falsi servilismi (bacchetta pure quando sbaglio!).

    … gli Altri. Un racconto al quale tengo molto e che mi ha condotto a vivere la vita degli Altri in un modo un po’… anomalo?

    @Virginia

    Grazie per essere passata.

    Virginia è una grande scrittrice. Ha uno stile impeccabile ed un lessico invidiabile.

    E’ stata un po’ il mio punto di riferimento nei miei primi timidi inizi, la mata da ambire e raggiungere.

    Eppure trova il mio modo di scrivere talentuoso? Il mio O_O.

    Credo che una persona interessata alla scrittura almeno una volta nella vita DEBBA leggere qualcosa di suo.

    ..

  • utente anonimo

    Praticamente ho quasi finito di leggere il libro ‘Donne allo specchio’.. è un resoconto ovvio il mio, nel senso che da un’autrice come Antonella non mi aspettavo certo una delusione.

    Conosco il suo stile, la sua prosa, e per me è una bella conferma del suo talento.

    Grandi ampiezze ho riscontrato neile storie raccontate con garbo, è come se i personaggi, così efficacemente delineati, conducessero il lettore fin nell’ultima fibra della loro anima. Sono modelli viventi, ed è proprio questa una caratteristica che mi ha attratto particolarmente; si tratta proprio di storie che sembrano trasposte, prese in prestito dalla realtà e vestite solo vagamente d’ estro creativo.. Le immagini, le scene, si aprono oltre un sipario discreto, e si entra senza neppure accorgersi, tra le gioie e le angoscie delle donne che raccontano, attraverso i vari eventi della vita, gli echi dei loro sentimenti: gioie e dolori.

    Finita la lettura resta il languore del rimpianto, quasi, e il pensiero ogni tanto torna a qualcuna di loro, che ha particolarmente colpito, a volte ci si accorge che in fondo potrebbe essere anche la propria vita..

    Sono queste storie che hanno un’orma pressoché universale, a lasciare sempre buoni detriti, piccole scaglie d’oro in un percorso formativo letterario e umano.

    Le mie impressioni.. ma sincere, ho scritto molto di fretta e perciò scusami se non sono stata abbastanza razionale come avrei voluto.

    Un bel saluto

    Virginia

  • utente anonimo

    Senza fiato…non è la prima volta che leggo questo racconto…ho il tuo libro…ma arrivo in fondo sempre senza fiato, sarà il tuo modo di scrivere, il ritmo incalzante del “dialogo” tra i protagonisti o sarà che è scritto veramente bene.

    Mi piace questo modo di sorprendere con la tua scrittura, modo che oltre nel mito in chiave moderna delle Parche ho ritrovato negli altri racconti…uno tra tutti “Gli altri”

    Laura

  • Mitla

    @ Zyo

    ^___^ grazie!

    Sì, il finale, il colpo di scena, quello che il lettore si aspetta.

    Credo sia un pò il cruccio di tutti gli scrittori: sorprendere il lettore.

    In questa raccolta di racconti mi sono proprio “messa alla prova”.

    Ho voluto sperimentare più soluzioni, più stili, più temi …

    Giocare a sorprendere però credo che sia alla lunga un’arma a doppio taglio; ci sono temi che si prestano e temi nei quali il lettore non desidera scossoni, vuole essere condotto per mano.

    Gli eventi è nato da uno studio da me condotto su un caso di cronaca realmente accaduto negli anni 70.

    Il classico triangolo nel quale il marito viene eliminato dall’amante (così si è concluso il processo arrivato in cassazione dopo dieci anni; lei assolta per insufficienza di prove, lui condonnato, uscito a seguito di una grazia, mi pare dopo una ventina d’anni ).

    Dagli atti emerge una figura di donna complessa, giovanissima, bellissima, e spesso priva di capacità di giudizio propria degli adolescenti.

    Ho cercato di capirla, ma è come se lei non ci fosse stata… lei sapeva, ma… sembrava che le cose che succedevano non riguardassero lei.

    Alla fine, poi, ho solo cercato di ribaltare quella che sembrava una seduta da psicanalisi e portare il lettore a rivedere certe affermazioni lasciate così… di tanto in tanto.

    Ci sono altri esperimenti simili nella mia raccoltina e un altro che mi ha soddisfatto molto (ma è stato capito da pochi) è stato “Ad ognuno il suo lavoro” racconto giocato sulle figure mitologiche delle Parche in veste moderna ^_^.

    Ma mi sto dilungando troppo, mi scuso =_=”

    @Bay ling

    Hai fatto una presentazione al racconto stupenda, sei entrata nel nocciolo e nel vivo con estrema perizia.

    Grazie, non potevo sperare di meglio.

  • utente anonimo

    In breve: “splendido”!.

    Faccio i miei complimenti all’autrice.

    Per quanto riguarda la recensione mi sono soffermato a riflettere un po’ su “l’inaspettato colpo di scena finale”. La cosa interessante è che il colpo di scena finale è spesso “aspettato” (altrimenti che gusto ci sarebbe a leggere un racconto) ma allo stesso tempo deve restare assolutamente “inaspettato” (altrimenti perde l’essenza del colpo di scena). Magia della lingua italiana…

    Trovo che in questo racconto si sia perfettamente riusciti nella difficile operazione.

    Zyo