Volevo scrivere un post impegnato che prendesse spunto dalla trasmissione di domenica scorsa di Report: le scarpe griffate che compriamo sborsando centinaia e centinaia di euro in boutique scintillanti, sono davvero fabbricate in laboratori clandestini nei quartieri popolari di Napoli, o da cinesi senza permesso di soggiorno che vivono in condizioni di semi-schiavitù? E il loro valore di mercato è veramente di poche decine di euro, visto la lavorazione così scadente?
Volevo scendere in campo per difendere la buonissima qualità di scarpe e borse di alcune Maison francesi come Louis Vuitton (che secondo Report si affiderebbe a laboratori cinesi), Ungaro e Dior.
Volevo comunque spezzare una lancia in favore di alcuni marchi nostrani come Prada e Gucci, benché la mia esperienza personale sia stata un po’ meno soddisfacente dal punto di vista di qualità e buona riuscita.
Ma mi sono detta che, in fondo, non ne vale la pena.
E così, invece di scrivere un post impegnato che non sarebbe da me, sono andata nella mia cabina armadio a compiere il rituale semestrale del cambio di stagione delle scarpe.
Perché nessun reportage avrà mai il potere di dissacrare completamente gli oggetti di culto di una ragazza frivola, e nessun giornalista pedante potrà mai farci smettere di desiderare una Manolo, o di sognare la mitica suola scarlatta di una Louboutin.
Volevo scendere in campo per difendere la buonissima qualità di scarpe e borse di alcune Maison francesi come Louis Vuitton (che secondo Report si affiderebbe a laboratori cinesi), Ungaro e Dior.
Volevo comunque spezzare una lancia in favore di alcuni marchi nostrani come Prada e Gucci, benché la mia esperienza personale sia stata un po’ meno soddisfacente dal punto di vista di qualità e buona riuscita.
Ma mi sono detta che, in fondo, non ne vale la pena.
E così, invece di scrivere un post impegnato che non sarebbe da me, sono andata nella mia cabina armadio a compiere il rituale semestrale del cambio di stagione delle scarpe.
Perché nessun reportage avrà mai il potere di dissacrare completamente gli oggetti di culto di una ragazza frivola, e nessun giornalista pedante potrà mai farci smettere di desiderare una Manolo, o di sognare la mitica suola scarlatta di una Louboutin.
@ ginevro: è sempre bello trovare un’anima affine su questo argomento! Un bacio e buon fine settimana anche a te :-*
@ raffapiccinni: grazie 🙂 Ti ho aggiunta anche io agli amici, e passerò presto a farti una visita!
@emmelania: naturalmente per soddisfare la mia passione per scarpe e borse ogni tanto devo ricorrere a qualche piccolo stratagemma… outlet, indirizzi “segreti” gelosamente tramandati di fashionista in fashionista, vendite promozionali speciali etc…
Una buona metà delle scarpe che vedi nelle foto sono state comprate a prezzi super scontati 😛
Un bacio e buon fine settimana :-*
@pensieroincerto: siamo tutti, chi più chi meno, un po’ “vittime” del marketing.
Anche la casalinga virtuosa che non si interessa di vestiti griffati fa il gioco del marketing quando sceglie le merendine per i suoi bambini.
Certi oggetti non rappresentano solo uno status symbol, ma anche la realizzazione di un piccolo sogno… e a sognare un po’ che male c’è?
E continua a pagare 2000 euro una borsa che ne costa 20; beati i gonzi, perchè di loro è il regno del marketing.
Sei fortunata a permetterti simili scarpe (belle da fare invidia) e borse di cui io conosco solo per il nome! Ah!…Beata!
mi piace il tuo blog.. è femminile, ti ho aggiunto agli amici così mi resta il link e di tanto in tanto ci passo.. ciao
hai delle scarpe favolose, anche io adoro le scarpeeeeee,aaaa
che passione in comune=)
un bacio
buon week