Seconda parte della mia Piccola guida per viaggiatori esigenti dedicata alla Routes des Kasbahs, nel Sud del Marocco (potete leggere la prima parte qui).
Oggi parliamo della meravigliosa gastronomia marocchina con un elenco molto personale di cibi #maipiùsenza e un carnet di ristoranti imperdibili.
I piatti tradizionali.
– Il té alla menta: té verde rigorosamente sucré, accompagnato da foglie di menta fresca. Da bere in ogni momento della giornata.
(Attenzione: può provocare assuefazione ed insonnia!)
– La pizza berbera: fragrante e profumata focaccia farcita da un sottile strato di curcuma, coriandolo e verdure.
Una delizia indescrivibile di cui conserverete nostalgici ricordi negli anni a venire!
– Le tajine: la tajina è una pentola di terracotta di forma conica in cui vengono cotti deliziosi mix di carne (o pesce), erbe aromatiche, spezie e verdure.
Le mie tajine preferite (che vi consiglio assolutamente di provare) sono la tajina di pollo con olive e citron confit, la tajina di agnello con albicocche fresche e la tajina di boulette de sardines.
– Il cous cous: un classico, che però nella sua terra di origine può riservare ancora molte piacevoli sorprese.
Il più diffuso è quello aux 9 légumes, ma il mio preferito in assoluto è quello berbero che si mangia a Zagora, fatto con carne di manzo e piccoli fichi verdi selvatici.
– La soupe Harira: è il piatto con cui si rompe il digiuno durante il Ramadan. Una zuppa profumata a base di carne e legumi che si consuma con limone e datteri freschi.
E’ stato il primo piatto assaggiato durante la prima cena del mio primo viaggio in Marocco (al ristorante marocchino dell’Hotel Les Meridien di Casablanca) e quindi potete immaginare come io lo rivesta sempre di un grande sifnificato simbolico.
– La pastilla: è un piatto a base di pastasfoglia.
La versione salata è ripiena di carne o verdura, frutta secca e spezie e si consuma come entrée; la versione dolce (che è anche la mia preferita) è a base di latte, datteri e acqua di fiori d’arancio ed è un’autentica delizia.
– L’agnello: in Italia non mangio mai agnello per un gran numero di buoni motivi, ma in Francia e in Marocco ahimè, mi capita spesso di cedere alla tentazione.
Oltre alla già citata tajina con albicocche fresche due piatti imperdibili sono il mechoui (spalla d’agnello cucinata lentamente per moltissime ore fino a diventare tenerissima) e l’agnello à la berbera cotto a puntino nel forno tradizionale.
– Le brochette: ovvero gli spiedini. Sapientemente marinati e cotti alla brace sono il più tipico cibo di strada.
– La salade marocaine: pomodori, cetrioli, cipolla rossa, olive, coriandolo fresco, olio ed aceto. La più classica (e leggera) delle entrée.
Piccolo carnet di indirizzi.
Marrakech:
– Riad Dar Zellji: segnalato da Best Restaurants Maroc, in cucina la chef Essabti Bahija. Piatti della tradizione e atmosfera super romantica con tanto di suonatori, candele e profusione di petali di rose.
– Al Fassia: segnalato da Best Restaurants Maroc, in cucina la chef Halima Chab. Questo locale è gestito da una cooperativa di sole donne, il cibo è superlativo e l’ambiente easy chic. Un sacco di buoni motivi per andare, non trovate?!
– La terrasse des épices: una bella terrazza ombreggiata (e vaporizzata) nel cuore del souk dove fare uno spuntino veloce o una pausa dallo shopping.
– Le Jardin: anche questo locale è nel cuore del souk e non è facilissimo da scovare nel dedalo di vicoli e vicoletti. Ma vale la pena perdere un po’ di tempo per raggiungerlo perché, al di là del portone di ingresso, si nascondono anche un delizioso giardino ombroso, una boutique e un piccolo market di verdure biologiche e prodotti gastronomici locali.
– Kawa: è il ristorante del concept store 33 rue Majorelle, perfetto per uno spuntino veloce, colorato, healthy e vitaminico. Assaggiate lo smoothies a base di fichi, jus d’orange e acqua di rose: sarà capace di ristorarvi anche nella giornata più rovente!
Ouarzazate:
– Le jardin des aromes: segnalato da Best Restaurants Maroc, in cucina la chef Sara Ziad. Cenate nella bella terrazza berbera e non perdetevi per niente al mondo le boulette de sardines.
Bettole di strada: come sopravvivere all’esperienza.
Le città marocchine sono piene di locali romantici e sofisticati ma, percorrendo la Route des Kasbahs, potrà succedere di fare la poco salutare esperienza di rifocillarvi un po’ dove capita.
Spesso le condizioni igieniche di questi locali sono tali che definirle precarie sarebbe un eufemismo.
In questi casi evitate di consumare verdure crude, frutta e spremute, non usate bicchieri e posate (a costo di sembrare degli incivili sarà meglio mangiare con le mani e bere direttamente dalla bottiglia) e provvedete a tutelare il vostro intestino con una buona dose di Enterogermina.
D’altra parte, in alcune fortunate circostanze, può capitare di imbattersi per puro caso in una bettola con i fiocchi e di vivere un’esperienza gastronomica interessante.
A noi è successo ed ho annotato con cura l’indirizzo per voi.
Gnammy, ho appena fatto colazione ma ho di nuovo fame. Complimenti per questa guida, veramente utile 😉
Ma tu lo sai che non so perchè ma io arrivo sempre ai tuoi post gastronomici per l’ora di pranzo o della cena?
Ecco, il té me lo posso anche riproporre ma il resto?
Mangerei tutto;)
Io mi ripropongo sempre di cimentarmi con la cucina marocchina (tra l’altro ho un libro di ricette molto ben fatto), ma i piatti sono così elaborati e complicati che finisco sempre per desistere 🙁
L’unica mia risorsa è il thè à la menthe di Kusmi Tea 🙂
Amica, post utilissimo! Hai perfettamente ragione, i sapori di questo paese rimangono nelle papille gustative quanto i suoi colori e le sue bellezze rimangono negli occhi. Anche io, come te, ricordo ancora perfettamente certi piatti *-*
Quanto al té alla menta, invece, io ne ho abusato durante e dopo il mio viaggio in Marocco, quindi ora non posso nemmeno più sentirne il profumo 🙁
Ti dico solo che, causa abuso di tè alla menta, ho iniziato a dormire la quinta notte di viaggio, e solo perché ero sfinita!
Figurati… io che non bevo caffè e che ho problemi pure con la teina…