The quiet charm of Zen Garden. 1


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Non si può soggiornare a Kyoto senza visitare i suoi famosi karesansui 枯山水, ovvero i giardini secchi, piccoli giardini chiusi (caratteristica che li accomuna agli hortus conclusus  medioevali) in cui le forme della Natura vengono imitate attraverso composizioni di rocce e ghiaia.

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A nord di Kyoto non perdetevi per niente al mondo il complesso di templi di Daitoku-Ji con le sue decine di incantevoli giardini tra i quali va ricordato il rock garden Totekiko, il più piccolo di tutto il Giappone, all’interno del Ryogen-In Zen Temple e il giardino meridionale di Koto-in, con il suo boschetto di aceri su una distesa di muschio che in Autunno (così si dice) tocca l’apice della sua surreale bellezza.

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Nel Daisen-In Temple invece c’è un giardino roccioso vecchio di quasi 500 anni e sedendovi ad ammirarlo potete chiedere “O-chao kudasai”, ovvero una tazza di tè verde, e prendervi del tempo per contemplarlo perché i giardini rocciosi giapponesi sono “giardini da meditazione” e il complesso di Daitoku-Ji è famoso anche per le sue belle sale dove si continua a celebrare la cerimonia del tè.

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Il più famoso giardino zen di tutto il Giappone è invece considerato quello di Ryoan-Ji, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, che si trova anch’esso nella zona Nord Ovest di Kyoto e che è composto da ben 15 rocce su una distesa di ghiaia.

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Un altro bellissimo tempio (che purtroppo ho avuto la sfortuna di visitare in una giornata di pioggia) è quello di Eikando Zenrin-Ji, detto il Tempio delle foglie d’acero.
Questo complesso sorge nella zona Est di Kyoto, in un bosco di aceri alle pendici della montagna non molto distante dalla famosa Passeggiata del Filosofo, ed è il Tempio principale della Scuola Jodo-shu Seizan-Zenrinji.

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Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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