#mytravels. In the mood for Venice.


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5 cose da fare a Venezia sulle orme di Gabriele d’Annunzio (ed aspettando l’arrivo della Primavera).
 Una sosta al Florian, il più antico Caffè al mondo e il salotto più bello di Venezia, dove il Poeta era di casa durante i suoi soggiorni in città.
Nelle giornate di sole c’è un pianista che suona per intrattenere i clienti seduti ai tavolini in Piazza San Marco, ma io preferisco andare nelle giornate di pioggia per subire il fascino decadente della Sala Orientale o dei Portici, con i loro malinconici e vetusti salottini.

[english translation at the bottom of the post]

 Fino al 1 maggio la temporanea “Inverno al Fortuny” celebra i meravigliosi tessuti e gli abiti creati da Mariano e Henriette Fortuny e le opere della pittrice Romaine Brooks che fu una delle molte amanti del Vate e che dipinse i due ritratti più famosi di d’Annunzio.
♥ Gabriele d’Annunzio definì Mariano Fortuny un “tintore alchimista, stampatore di nuove generazioni di astri, pianeti, animali” e i suoi tessuti preziosi vestirono molte donne amate dal Poeta, prima tra tutte Eleonora Duse.
Sull’Isola della Giudecca, proprio accanto al Molino Stucky, è ancora attiva la Fabbrica di tessuti Fortuny e ci sono uno showroom dove si può fare shopping e un meraviglioso giardino.
Purtroppo le sete impalpabili e i velluti cangianti non vengono più prodotti ma, da fortunata proprietaria di uno scampolo di tessuto Fortuny, posso dirvi che anche i cotoni egiziani sono di rara bellezza.
 The Merchant of Venice celebra l’antica Arte Profumatoria di Venezia con essenze a base di spezie, agrumi e legni esotici.
Le loro preziose boccette in vetro di Murano dalla foggia vagamente orientale sarebbero piaciute molto a d’Annunzio e al protagonista de Il Piacere, l’affascinante dandy Andrea Sperelli.
 Durante il suo periodo veneziano il Poeta prese in affitto la Casetta Rossa, affacciata sul Canal grande proprio di fronte alla Peggy Guggenheim Collection.
La casa fu trovata grazie all’intercessione di Mariano Fortuny e il Poeta, contrariamente alle sue abitudini, ne mantenne intatti gli arredi piuttosto che trasformarla secondo il suo stile come era solito fare con le case che abitava.
Proprio qui d’Annunzio incontrava una delle sue amanti, la pianista Luisa Baccara: “Cara piccola amica, vuol venire stasera con me a pranzo? Se consente, La prego di venire alla Casetta Rossa, con la veste d’argento e lo scialle bianco e nero”.
Dopo la morte della sua ultima proprietaria, Evelina Levi Broglio, la casa purtroppo versa in stato d’abbandono ma è comunque meta di pellegrinaggi di estimatori e curiosi.

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5 things to do in Venice waiting for Spring and following in the footsteps of Gabriele d’Annunzio.
 An afternoon tea at Caffè Florian where the poet was well known.
I especially like the Oriental Room and the decadent sitting under the arcades, mostly during the rainy days.
 The temporary exhibition “Inverno al Fortuny” is dedicated to the textiles and clothing made by Mariano and Henriette Fortuny and to the paintings made by Romaine Brooks, that was one of the poet’s lovers.
 Go to Fortuny showroom in the Giudecca Island. Gabriele d’Annunzio called Mariano Fortuny “an alchemic dyer, printer of new generations of stars, planets and animals” and his beautiful fabrics have dressed many women loved by the poet, as Eleonora Duse.
 The Merchant of Venice celebrates the Venetian art of perfumes and I think that d’Annunzio and his dandy character Andrea Sperelli would have loved these essences kept in precious Murano glass ampoules.
 The Poet lived his “Venetian period” in the lovely Casetta Rossa on the Canal Grande, where he had his amorous rendez vous with the pianist Luisa Baccara.
After the death of its last owner, Evelina Levi Broglio, the house is in ruins but it’s still a place of pilgrimage for the Poet’s admirers.

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Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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