In the mood for outdoor #7. Come vestirsi in Lapponia.


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I wore: trekking tights, courtesy of Fjallraven; jacket, courtesy of Fjallraven; vegan shoes, courtesy of Native Shoes; hat, courtesy of Columbia Sportswear; sunglasses, courtesy of Salice Occhiali.

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Le domande più frequenti che ho ricevuto al ritorno dal mio viaggio in Lapponia ovviamente sono state quelle relative al freddo e all’abbigliamento: quanto fa freddo in Lapponia? E’ sopportabile? Si riesce a fare attività outdoor senza soffrire? Come bisogna vestirsi?
Ecco quindi un post tutto dedicato all’argomento “come vestirsi in Lapponia per affrontare il Grande Freddo”.
Cominciamo col dire che a fine Marzo anche in Lapponia inizia la Primavera e che quindi le temperature, grazie anche alle molte ore di luce, diventano più sopportabili.
Nelle giornate più fredde abbiamo toccato i -16 C° che magari possono spaventarci ma che non sono niente in confronto ai -40 C° che si possono toccare nel cuore dell’Inverno Artico.
Scegliendo un abbigliamento tecnico di buona qualità non ho sofferto il freddo neppure di notte, durante le escursioni a piedi o in motoslitta alla ricerca dell’Aurora Boreale, e ho trascorso buona parte delle mie giornate all’aria aperta in totale comfort.
L’unico disagio che ho sofferto è stato causato dalla necessità di scattare molte foto e girare video con il cellulare e la GoPro: sfilando continuamente i guanti da neve e rimanendo a lungo a mani nude infatti, sono stata vittima di brutte screpolature e piccole ferite sulle nocche e sulle dita e per questo vi consiglio vivamente di procurarvi dei sottoguanti windstopper in micropile o seta come quelli che usano i bikers, per evitare di esporre la pelle delle mani al vento freddo.
Naturalmente il vento gelido, la neve e il sole possono creare problemi anche alla pelle del viso quindi vi consiglio una crema solare protezione totale, una crema da notte molto nutriente da usare di sera e, se avete la pelle molto delicata, un passamontagna.
Detto questo veniamo all’abbigliamento.

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– Scarpe:
Durante la nostra settimana Lappone abbiamo indossato anche capi non tecnici come leggings e gonne (con l’accortezza di utilizzare collant e parigine in lana) ma non ci siamo mai separate da scarpe tecniche e doposci.
Se state pensando di portare con voi in Lapponia stivali e scarpe di cuoio vi consiglio subito di lasciar perdere perché rischiereste di morire congelate e di rompervi l’osso del collo, scivolando sullo spesso strato di ghiaccio che ricopre tutti i marciapiedi!
Il mio consiglio quindi è di puntare su un paio di doposci leggeri e confortevoli da indossare tutto il giorno: gli stivaletti Loveland di Columbia ad esempio sono waterproof, traspiranti e leggerissimi e grazie alla tecnologia Omni Heat garantiscono protezione anche in condizioni di freddo estremo; il rapporto qualità prezzo poi è davvero buono quindi ve li consiglio di cuore.
– Pantaloni:
Per trascorrere molte ore all’aria aperta ed affrontare le escursioni in notturna è indispensabile avere un paio di pantaloni da sci; anche in questo caso mi sono affidata a Columbia che, grazie alla tecnologia termoriflettente, garantisce comfort e protezione anche a temperature polari.
La vestibilità poi è eccezionale e vi permetterà di conservare un pizzico di femminilità anche oltre il Circolo Polare Artico!
D’altra parte, se deciderete di dedicarvi anche ad attività come lo sci da fondo e le ciaspole, i pantaloni da sci potrebbero risultare eccessivi e sarà necessario optare per qualcosa di più leggero ma ugualmente caldo e confortevole.
Io ho sperimentato con ottimi risultati le nuovissime trekking tights di Fjallraven, delle vere e proprie calze da trekking che garantiscono massima protezione e grande libertà di movimento.
Questi pants sono stretch, resistenti e traspiranti e sono perfetti anche per affrontare temperature bassissime, avendo l’accortezza di indossarli con un paio di collant in lana.

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I wore: trekking tights, courtesy of Fjallraven; jacket, gloves and hat, courtesy of Columbia; vegan shoes, courtesy of Native Shoes.

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I wore: total look courtesy of Columbia; sunglasses, courtesy of Salice Occhiali.

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– Giacche:
Anche per i giacconi mi sono affidata a Columbia, scegliendo un piumino lungo e super leggero e un giacchino OutDry Extreme che garantisce massima resistenza agli eventi atmosferici grazie alla nuovissima tecnologia OutDry, 100% waterproof e traspirante.
Questi nuovi piumini Columbia inoltre sono 100% responsibly sourced down.
Cosa significa? Significa che ubbidiscono al Responsible Down Standard (RDS) che permette alle aziende di tracciare tutti i materiali utilizzati, garantendo il rispetto di severe linee guida sul benessere degli animali.
Pile e underwear:
Che cosa mettiamo sotto al giaccone?
Io ho optato per un doppio strato: maglietta termica Columbia Omni Heat e giacca in pile di Fjallraven con taglio comfort fit in misto lana.
Il bonus, per i consumatori responsabili, è che i capi Fjallraven, oltre ad essere molto belli e funzionali, sono anche sostenibili: l’azienda infatti contribuisce a finanziare alcuni progetti green come quello per la salvaguardia della volpe artica che è una specie a rischio di estinzione.
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Occhiali:
Anche gli occhiali da sole sono un accessorio indispensabile durante un viaggio in Lapponia: vento freddo, sole e neve infatti metteranno a dura prova i nostri occhi, che avranno bisogno di un alto grado di protezione. 

Noi ci siamo affidate ad un’azienda leader nella produzione di occhiali sportivi, Salice Occhiali, scegliendo un modello leggerissimo, con montatura trasparente e lenti specchiate RW.

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Il nostro blog tour alla scoperta della Lapponia finlandese si è svolto in partnership con Finnair, Radisson Blu, Lapland Hotels, Lapland Safaris, Canon Italia, Columbia Sportswear e Fjallraven.

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Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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