#mytravels. La Isla del Encanto.


Vi confesso che Puerto Rico non era una delle mete della mia Travel Bucket List né per il 2018 né per gli anni a venire e quindi, per il colpo di fulmine che c’è stato tra me e questa Isla del Encanto, devo ringraziare solamente gli operativi volo di Air Antilles che hanno voluto che questa coloratissima isola caraibica fosse lo scalo più comodo per la mia destinazione finale, l’isola franco-olandese di Sint Maarten.
Dovete sapere che a dispetto di tutto sono una persona molto superstiziosa e che, da quando il mio astrologo mi ha diagnosticato a cuor leggero un “Saturno contro nella casa dei viaggi e trasporti”, ogni volta che mi accingo a salire su un treno o su un aereo lo faccio con stoica rassegnazione, convinta che qualcosa andrà sicuramente storto, salvo considerarmi una miracolata se alla fine nessun ostacolo si frappone tra me e la mia meta.
Così, visto che stavolta c’era di mezzo una nave, sono partita da casa mercoledì mattina per imbarcarmi sabato pomeriggio e non ho fatto nessun tipo di progetto sul mio soggiorno a Puerto Rico, convinta che i giorni destinati a quell’isola in realtà li avrei trascorsi in giro per aeroporti, cercando in qualche modo di arrivare a Philipsburg in tempo per l’imbarco.
In realtà Saturno in quei giorni doveva essere impegnato ad accanirsi su qualcun altro e così, quando mi sono ritrovata a Old San Juan in perfetto orario sulla mia tabella di marcia, non avevo la più pallida idea di cosa fare, di quali fossero gli indirizzi più instagrammabili né i posticini imperdibili dove andare a mangiare e ho fatto quello che avrei fatto nell’era preistorica ante-blog: ho messo un vestito carino, ho preso il mio cappello di paglia e sono uscita per oziare e gironzolare senza meta fino all’ora di cena.
Il mio viaggio stampa sarebbe iniziato solamente sabato e potevo concedermi due giorni e mezzo di vacanza sola con me stessa, godendomi il fascino coloniale del mio Paese n. 59 e riprendendomi dal jet lag con il profilo Instagram in stand-by.
In realtà dopo un’ora a spasso per Old San Juan avevo già scattato 150 foto ed era evidente che quei decadenti palazzi color smeraldo, giallo intenso, rosa confetto, lilla e turchese sarebbero stati protagonisti di un numero imprecisato di post ed Instagram Stories e che, da brava travel blogger, purtroppo sono incapace di concedermi un “social media detox”!

Otto cose da fare a San Juan.
♥ Concedetevi almeno una giornata per esplorare Old San Juan. Girate senza meta e lasciatevi incantare dai suoi colori, dalla luce, dalle piazze sonnacchiose e da quell’atmosfera dolcemente indolente che vi farà innamorare.
 Andate da Señor Paleta, prendete un ghiacciolo alla guayaba e resistete alla tentazione di immortalarlo e postarlo su Instagram: ricordate che ai Caraibi i gelati hanno vita breve!
 Assaggiate il Mofongo, una deliziosa purea di platano verde e yucca (accompagnata da carne, frutti di mare o legumi) che è il piatto nazionale di Puerto Rico.
 Andate da Niche Bistro (l’unica Chef Table di San Juan) ed assaggiate il Mofongo in versione gourmet, meravigliosamente reinterpretato dallo Chef francese David Chaymol.
 Se volete incontrare l’Oceano, ma non avete abbastanza tempo per esplorare le meravigliose destinazioni balneari dell’Isola, concedetevi qualche ora di relax a Ocean Park, una lunghissima spiaggia orlata di palme molto popolare tra i locali.
 Non lasciate l’isola senza aver assaggiato un ceviche di pesce fresco accompagnato dalle immancabili frittelle di platano.
 Se anche voi siete dei fanatici della hashtag #ihavethisthingwithdoors dedicate qualche ora del vostro tempo a tutte le deliziose porticine colorate custodite tra le strade acciottolate di Old San Juan.
 Non dimenticate che la Piña Colada è la bevanda nazionale portoricana che pare essere nata proprio a San Juan, nello storico ristorante la Barrachina, nel 1963.


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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