Amo i luoghi dove il tempo sembra essersi fermato e l’atmosfera è rarefatta e sognante: ho amato Habana Vieja, Galle Fort e Panaji e non potevo che innamorarmi a prima vista della White Town di Pondicherry.
Qui sarete conquistati dal miracolo di una città indiana a dimensione d’uomo e, percorrendo i lunghi viali alberati in sella ad una Royal Enfield o ad una bicicletta vintage, vi scoprirete a fantasticare e poi a pensare seriamente a come sarebbe bello poter vivere qui per sempre, in riva all’Oceano e all’ombra delle bouganvillee in fiore.
D’altronde qui è cresciuto Piscine Molitor Patel e probabilmente tutti noi abbiamo iniziato ad amare inconsapevolmente Pondicherry, senza neppure averci messo piede, semplicemente attraverso le pagine del pluripremiato romanzo di Yann Martel, Vita di Pi.
Pondicherry è uno di quei luoghi in cui la realtà supera ampiamente le più rosee aspettative: è l’India del cuore, la città ideale dove in pochi metri convivono chiese rosa pastello e templi indù, dove il gioco delle pétanque è popolare quanto in un qualsiasi villaggio provenzale e dove ogni sera al tramonto ci si riunisce per passeggiare sulla candida Promenade in riva al mare.
Se volete vivere al meglio l’atmosfera sognante della White Town il mio consiglio è quello di soggiornare per qualche giorno in una delle tante meravigliose Heritage Houses dalle facciate color pastello e dai cortili ombrosi che caratterizzano la città vecchia e che, negli ultimi anni, sono state oggetto di amorevoli opere di recupero e conservazione.
Come Gratitude Heritage, l’incantevole casa coloniale color giallo intenso che sorge al numero 52 di Rue Romain Rolland e che, come ci tengono a sottolineare i suoi proprietari, non è un hotel ma una Casa lontano da Casa.
Qui troverete un vero e proprio rifugio pensato per artisti, scrittori e sognatori, un luogo fatto di autentica quiete e bellezza dove tutto è stato recuperato con amore.
Ci sono voluti 3 anni per riportare la casa (con le sue colonne, le sue terrazze e i suoi romantici porticati) all’antico splendore: l’edificio, che risale ad almeno 150 anni fa, è stato restaurato utilizzando tecniche tradizionali con l’aiuto di INTACH Pondicherry (Indian National Trust for Art and Cultural Heritage), ed oggi è davvero difficile immaginare come fino a pochi anni fa versasse in uno stato di completo abbandono.
Entrando si viene accolti da un grande atrio che si apre sul cortile interno, trasformato in un lussureggiante giardino dove panchine e vecchi dondoli invitano al riposo e alla contemplazione; le otto camere, semplici ed accoglienti, si affacciano sui portici o su terrazze ombrose e sono tutte arredate con mobili d’epoca e bellissimi tessuti locali.
Nei bagni troverete ad attendervi prodotti ayurvedici al posto dei soliti saponi e tutto il necessario per sperimentare, in alternativa alla doccia, un Bagno Indiano Tradizionale (Indian Bucket Bath).
Un secchio, un mestolo di metallo (pittal balti e pittal lota) e uno sgabello in legno sono tutto ciò che occorre per concedersi l’esperienza alternativa di uno slow bath green e rilassante: i secchi sono in una lega di rame e zinco che, secondo i principi dell’Ayurveda, ha proprietà benefiche ed antibatteriche ed il loro utilizzo permette di risparmiare energia ed acqua (12 litri contro i 40 circa necessari per una doccia) e di rilassare profondamente corpo e mente.
Tutto nelle stanze e nelle zone comuni è curato fin nei minimi dettagli per rendere il soggiorno il più possibile confortevole e in linea con la filosofia della casa: come le vestaglie di cotone organico che troverete nell’armadio e che sono così fresche e leggere che non avrete voglia di indossare altro; o le brocche tradizionali con l’acqua per la notte o ancora la piccola biblioteca a disposizione degli ospiti.
Probabilmente siete già innamorati quanto me di questa romantica dimora coloniale, ma c’è un ulteriore bonus che apprezzerete sicuramente: per garantire agli ospiti un’atmosfera il più possibile quieta e rilassante Gratitude Heritage è anche rigorosamente children free.