Hanno il profumo intenso di un buon calice, il calore delle castagne sul fuoco, i colori delle prime foglie imbiondite da un autunno che avanza o del riso che cresce e cambia colore nelle risaie.
Ma soprattutto conducono tutte a cantine e terre ricche di vigneti, ma anche ad aziende che raccontano le eccellenze territoriali: sono le Strade del Vino e dei Sapori, itinerari amati dai #winelovers che, tra passeggiate e degustazioni, regalano da Nord a Sud piacere al palato e ai sensi.
Noi abbiamo sperimentato per voi le due Strade del territorio Veronese: quella del riso Vialone Nano e quella del vino Soave.
La Strada del Vialone Nano Veronese.
Nella cosiddetta Bassa Veronese si produce uno dei più pregiati risi italiani, il Vialone Nano Veronese, che è stato il primo a conquistare il marchio Igp dell’Unione Europea.
Coltivato su terreni irrigati con acqua di risorgiva questo riso semifino è assai pregiato e, nonostante la forma tondeggiante, è considerato tra i risi medi e non tra quelli corti.
Alcuni pilatori della nuova generazione hanno ripristinato, o meglio fatto rinascere con rinnovato vigore, l‘antica coltura del riso che nel Seicento vedeva nella pratica dello sgusciamento il nodo cruciale dellalavorazione, ottenuta allora con pestelli di legno dalle punte metalliche arrotondate che battevano lentamente i grani di risone in mortai di marmo a più coni.
Il territorio della Bassa Veronese è caratterizzato da zone umide, alcune delle quali adibite a riserva naturale, e il tipico paesaggio rurale della zona delle risorgive, con la sua abbondanza di acque fresche e pure, rappresenta un’attrazione turistica per il grande patrimonio storico ed architettonico fatto di castelli, pievi romaniche e chiese.
Per un perfetto itinerario enogastronmico è imperdibile un assaggio del tipico risotto all’isolana nelle vecchie pile da riso, come quella della Risiera Ferron.
La Strada del Vino Soave.
Nata nel 1999, questa strada a 20 chilometri da Verona e ad 80 km da Venezia, conta numerosi soci tra cantine, ristoranti, frantoi e aziende locali e si snoda per circa 50 chilometri, attraverso il territorio di tredici comuni.
Partendo dalla cittadina medievale di Soave il percorso attraversa quattro suggestive valli (Val di Mezzane, Val d’Illasi, Val Tramigna e Val d’Alpone) ed include ville, castelli, musei e chiese romaniche.
Seguendo l’apposita segnaletica potrete scegliere tra l’itinerario attraverso i Castelli o quello dedicato alla Bassa Val d’Alpone, godendovi la bellezza dei vigneti.
Esperienza da fare sulla Strada del Vino Soave è ovviamente quella di una degustazione: nel mio caso una verticale di 6 annate storiche di Soave (dal 2010 al 2016) guidata dal Presidente della Strada Paolo Menapace nelle accoglienti sale dell’agriturismo Corte Verzè.
Questa verticale mi ha fatto scoprire come vecchi vigneti e la giusta attenzione in vigna e in cantina possano contribuire a creare vini Soave longevi, ottimi da servire anche con piatti di carne bianca o di pesce.
Imperdibile per me il Monte Alto Ca’ Rugate, Montecchia di Crosara, annata 2011: un vino da uve Garganega 100% coltivate su terreno vulcanico, intenso e persistente al palato e ben strutturato, che raggiunge il suo apice dopo qualche anno di invecchiamento, tanto è vero che all’assaggio dopo 8 anni ci ha regalato un’interessante esperienza gustativa!