Ho desiderato visitare Essaouira per un tempo immemore e questa candida e misteriosa città è sempre stata nella lista struggente dei miei Luoghi del Cuore prima ancora di averci messo piede, nel senso che sapevo già (con incrollabile fede) che quando io e lei ci saremmo incontrate sarebbe stato Amore.
La mia Essaouira con il suo festival di musica mistica e tribale, la mia Essaouira con le sue barche blu e gli stormi di gabbiani, la mia Essaouira con il suo candido Mogador…
Ecco cosa sognavo durante il più deprimente Inverno di sempre e la seconda Primavera in lockdown mentre i miei voli aerei per il Marocco venivano cancellati e riprogrammati per la bellezza di 5 volte.
Un numero che avrebbe fatto desistere chiunque, ma non me perché questo viaggio era prima di tutto il viaggio della Libertà riconquistata.
Ed eccomi qui alla fine (dopo tanti mesi di tribolazione) con i piedi nella sabbia, l’aria salmastra nei capelli e, davanti ai miei occhi increduli, il tanto agognato Mogador con le mura cangianti tinte di rosa ed oro dalla luce del tramonto e le strade battute da un vento gelido ed incessante.
Quel Mogador che ha inspiegabilmente dato il nome ad uno dei miei macaron preferiti di Pierre Hermé ma che odora di Oceano, di pane appena sfornato e di sardine alla brace e che sa di arance fresche e di amlou.
Quel Mogador che è diverso da ogni altra labirintica Medina medio-orientale perché Essaouira, conosciuta anche con l’appellativo di “la ben disegnata”, è stata trasformata in una cittadella fortificata da un architetto francese ed assomiglia ad un’altra antica fortezza sull’Oceano che sorge 2650 km più a Nord: quella bretone di Saint Malo.
Quel Mogador dove potrete rinunciare a Google Map ed aggirarvi semplicemente con le mani in tasca e il naso all’insù, felici e trasognati, perché vi basteranno poche ore per orientarvi e riconoscere con naturalezza la strada di casa o ritrovare quel commerciante berbero che vi ha tenuto da parte un antico tappeto, o la minuscola bottega dove avete scovato il paio di sandali perfetti, o quel piccolo ristorante che avete adocchiato per la cena.
Erano mesi che mi era preclusa la cosa che più amo al mondo: passeggiare da sola per le strade di una città sconosciuta con tutti e 5 i sensi travolti dai suoni, dagli odori, dai colori e dalla più intensa delle felicità.
Quasi non mi ricordavo più come fosse camminare in mezzo alla gente e vivere piccoli momenti indimenticabili nella loro insignificante semplicità e sarò sempre grata a questa città per avermelo fatto riscoprire.
Come avevo previsto è stato Amore.
♥ Essaouira. Gli indirizzi imperdibili per nomadi di lusso e gypsetter.
– L’Heure Bleue Palais è un’antica dimora trasformata in hotel di lusso affiliato a Relais & Chateaux.
Questa oasi di quiete e bellezza nel cuore del Mogador ha un hammam, una piscina panoramica affacciata sulla medina, una lounge in stile coloniale e due ristoranti gourmet.
– Histoire de Filles è un concept store che raccoglie abiti, accessori, bijoux, cosmetici e piccoli oggetti d’arredamento di una sessantina di designer marocchini.
– Proprio di fianco c’è invece L’Atelier – Café Boutique un locale trendy che serve cibo rigorosamente home made, vende accessori per la casa e prodotti d’épicerie fine ed organizza corsi di cucina.
– Triskala Café propone cibo gourmet e rigorosamente biologico (la maggior parte dei prodotti proviene da una farm locale) in un ambiente deliziosamente eclettico.
♥ Essaouira. Gli indirizzi imperdibili per i budget travelers.
– Il Riad Baladin è un piccolo riad nel cuore del Mogador con camere graziose e bagni in tadelakt.
La colazione è servita in terrazza con vista sui tetti della medina.
– Per pochi euro si può acquistare del pesce freschissimo al Marché aux Poissons o direttamente dai pescatori che ritornano in porto con le loro barche di legno dipinte di blu e farselo grigliare in uno dei tanti ristorantini nel cuore della medina.
– Tra rue d’Algerie e rue d’Irak troverete decine di botteghe dove acquistare sandali in rafia intrecciati a mano o in cuoio, borse e cappelli di paglia, prodotti a base di olio d’argan, tessuti e gioielli berberi (il tutto per poche decine di euro).
– Tra le vie del Mellah, il vecchio quartiere ebraico, troverete i venditori di tappeti e le botteghe degli artigiani che intagliano il legno. I prezzi, per colpa del covid, non sono mai stati così convenienti!
Sono appena tornata e già ripartirei…che città stimolante ed allo stesso tempo super rilassante
Un abbraccio
Nadia
Non avremmo potuto scegliere destinazione migliore come primo viaggio fuori dall’Europa dopo la pandemia!
Anche io ripartirei domani, è una città che mi ha proprio rubato il cuore!
Un abbraccio!