#mytravels. Lviv, piccola guida alla capitale culturale dell’Ucraina. 2


Molto spesso mi capita di programmare un viaggio innamorandomi di una foto scovata su Instagram o su un qualsiasi blog e con Lviv il colpo di fulmine è scattato proprio con un’immagine di Atlas, il meraviglioso caffè storico che ho immortalato qui sopra.
Probabilmente se non avessi visto le immagini di Lviv sul profilo IG di @liolaliola non avrei mai preso in considerazione di fare un viaggio in Ucraina, mi sarei persa un’esperienza bellissima e il lunghissimo elenco delle mie città del cuore oggi avrebbe un nome in meno!
Ma andiamo per ordine.
Perché dovreste prendere in considerazione di visitare questa città, che è considerata la capitale culturale dell’Ucraina?!
Prima di tutto per l’architettura!
Tutta la Old Town di Lviv è Patrimonio UNESCO dal 1998 e la città, che ha fatto parte del Regno di Polonia prima e dell’Impero Asburgico poi, è un vero tripudio di facciate incantevoli.
Meno austera di Vienna, Lviv mi ricorda Cracovia per i colori pastello e Riga per gli stupefacenti palazzi Art Deco.
La città vecchia si gira facilmente a piedi e, camminando senza meta tra viali, piazze, vicoletti e passage, rimarrete letteralmente incantati dal susseguirsi di scorci pittoreschi ed angolini Instagrammabili.
D’altra parte, a rendere veramente speciale un soggiorno in città, concorreranno l’atmosfera vivace e un’offerta gastronomica di alto livello.
Leggenda vuole che la cultura Europea dei caffè sia nata proprio qui e infatti i caffè storici di Lviv non hanno nulla da invidiare ai più famosi e rinomati caffè viennesi.
Atlas 1871 ed Apothecary sono due tappe imperdibili: il primo sorge sulla scenografica Piazza del Mercato ed ha una meravigliosa sala con affreschi, antiche boiserie in legno e pavimenti multicolore; il secondo è invece ospitato nei locali di un’antica farmacia, è un vero tripudio di legno, velluti ed alambicchi ed offre una scelta pressoché infinita di caffè, infusi e deliziosi dolci homemade.
Sedendovi ai tavolini di questi caffè vi sembrerà di fare un salto indietro nel tempo, ma vi accorgerete presto che tutta la città ha un’atmosfera unica ed affascinante che rievoca i fasti degli antichi imperi che si sono avvicendati nel corso della sua storia.
Nei week end la Old Town pullula di mercatini delle pulci dove vecchi commercianti espongono una mercanzia fatta di cimeli dell’epoca sovietica, antiche decorazioni militari, colbacchi, monete fuori corso, divise malridotte e vecchi libri.
Qui non è ancora arrivato il turismo di massa come a Praga o a Budapest e non troverete i negozi di paccottiglia e souvenir made in China come a Checkpoint Charlie; Lviv è stata una città di confine, che ha cambiato diverse volte nome e lingua ed ha vissuto una storia complessa e tribolata, ma ha mantenuto intatte la sua eleganza e la sua bellezza.
Passeggiando per la Old Town non dimenticate di visitare il vecchio quartiere armeno e il ghetto ebraico, per rendere omaggio alla storia della città, ma godetevi anche l’atmosfera vivace, il fermento culturale e una joie de vivre che neppure la recrudescenza della pandemia è riuscita a spegnere.
Purtroppo quando abbiamo visitato Lviv poche settimane fa, la città entrava in una sorta di ennesimo lockdown con musei e teatri chiusi e locali accessibili ai soli vaccinati.
Così abbiamo potuto ammirare solo dall’esterno il meraviglioso Teatro dell’Opera in stile neo-rinascimentale, la House of Scientists e il Potocki Palace e non siamo potuti salire sulla torre della Town Hall per fotografare dall’alto la bella Rynok Square, con i suoi eleganti palazzi dalle facciate color pastello.
Tuttavia un’insolita e tardiva Indian Summer ci ha permesso di goderci la città (che in Autunno dà il meglio di sé con la luce liquida, i tramonti infuocati e i grandi viali alberati e i parchi trasformati in un tripudio di giallo ed oro) e di innamorarcene.

♥ Lviv: piccolo carnet di indirizzi imperdibili.
Prenotate una camera o una spaziosa Suite al Loft 7 per godervi un soggiorno con tutti i più moderni comfort ed approfittare delle deliziose in room breakfast.
– Per l’aperitivo andate da Mushly, il migliore oyster bar della città affacciato sulla Rynok Square.
Pretty High Kitchen è famosa per la sua terrazza sul tetto dove si può mangiare in romantiche bubble trasparenti.
In realtà di sera il clima diventa troppo rigido e le bolle non sono abbastanza riscaldate quindi vi consiglio la sala principale, dove potrete godervi la cucina a vista e un’ottima selezione musicale.
Il ristorante non ha un menù e dovrete semplicemente scegliere gli ingredienti, comunicare eventuali allergie ed intolleranze e mettervi nelle mani dello Chef.
Pstrug Khleb i Vino è una tappa imperdibile per gustare la cucina locale.
Protagonista assoluta del menu è la trota dei Carpazi, si cena a lume di candela in antiche sale dall’atmosfera suggestiva e i prezzi sono assurdamente bassi.
– In giro per la città troverete 4 coloratissimi spot dove assaggiare il Piana Vyshnia, il liquore tradizionale di Lviv a base di ciliegie che è assolutamente delizioso sia in versione fredda che calda (stile vin brulé).
– In città non mancano moltissime proposte etniche.
Noi abbiamo pranzato da Ramen Mo e devo dire che mai ciotola fumante fu più deliziosa!
Qui potete comporre il vostro Ramen personalizzato partendo dalla scelta del brodo e di ogni singolo ingrediente e i prezzi sono davvero bassissimi.

♥ Lviv: travel tips.
– La città di Lviv è collegata da voli Ryanair con diverse città italiane, il viaggio dura poco più di un’ora e mezza e i prezzi sono in generale stracciati.
In città potrete muovervi utilizzando Uber e spendendo 1 o 2 euro a corsa. Non è difficile trovare hotspot WiFi aperti in giro per la città, ovviando così al problema del roaming.
Gli autisti sono molto gentili: molti parlano inglese o addirittura italiano e vi faranno volentieri da Ciceroni, raccontandovi qualche aneddoto sulla città o mostrandovi gli edifici interessanti che incontrerete durante la corsa. Quelli che parlano solo Ucraino manterranno invece un cortese silenzio.
In Ucraina si utilizza l’alfabeto cirillico e soffrirete inevitabilmente di una certa sindrome da lost in translation, soprattutto quando dovrete individuare un indirizzo sulla mappa o capire come si chiama la via in cui state passeggiando.
Ammetto che in qualche momento la cosa ci ha fatti sentire un tantino scoraggiati ma in fondo anche questo fa parte del fascino della città.
La buona notizia è che nei ristoranti c’è sempre un menu in inglese!


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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